La criminalità organizzata sta permeando la vita quotidiana dei giovani attraverso i social media, come TikTok e Instagram, creando una preoccupante interazione tra la cultura giovanile e le pratiche illecite. Durante il 1° Cybercrime Forum svoltosi a Palermo, Nino Foti, presidente della Fondazione Magna Grecia, ha esaminato il fenomeno, sottolineando l’importanza dell’intervento congiunto di famiglie, scuole e istituzioni per proteggere i ragazzi da queste influenze dannose.
La relazione tra social media e criminalità organizzata
Nella nostra era digitale, i social media rappresentano un canale di comunicazione senza precedenti, ma questo strumento ha anche un lato oscuro. Nino Foti ha evidenziato come la criminalità organizzata stia sfruttando piattaforme come TikTok e Instagram per reclutare giovani e diffondere un’immagine distorta di ciò che è considerato “cool” o aspirazionale. Questo trend allarmante mette in luce una nuova forma di propaganda criminale, che utilizza contenuti accattivanti e il linguaggio giovanile per attrarre un pubblico sempre più giovane.
Le modalità attraverso le quali la criminalità riesce a insinuarsi tra i ragazzi sono molteplici. Video che glorificano stili di vita dissacranti, sfide pericolose e comportamenti devianti vengono diffusi in rete, creando un’immagine romantica della vita criminale. Questa forma di “normalizzazione” delle attività illecite rappresenta una sfida significativa per la società, in quanto mette in pericolo i valori educativi e formativi. L’assenza di interventi formativi e comunicativi efficaci da parte di adulti e istituzioni può quindi allontanare i giovani da percorsi di vita sani e costruttivi.
Il ruolo fondamentale di famiglie e scuole
Foti ha messo in evidenza la necessità di un’azione concertata da parte delle famiglie e delle scuole, per creare un ambiente protetto in cui i giovani possano sviluppare i propri valori e capacità critiche. La famiglia, in particolare, gioca un ruolo cruciale nella formazione del carattere dei ragazzi e nella loro capacità di discernere tra scelte positive e negative. La presenza di adulti di riferimento è vitale per contrastare le influenze esterne.
Le scuole, da parte loro, devono integrare nel loro curriculum tematiche legate all’educazione digitale e alla legalità. Programmi didattici attuali che includano l’analisi critica dei media possono aiutare i ragazzi a comprendere il pericolo di certe narrazioni e a sviluppare un approccio critico alla fruizione dei contenuti online. Le attività di laboratorio e i dibattiti in aula possono stimolare una riflessione artistica e sociale, consentendo ai giovani di esprimere le proprie opinioni e domande sull’argomento.
Un appello alle istituzioni
Nel suo intervento, il presidente della Fondazione Magna Grecia ha fatto un appello alle istituzioni per creare politiche pubbliche che facilitino l’educazione e la sensibilizzazione riguardo ai pericoli della criminalità organizzata sui social media. È essenziale che le amministrazioni pubbliche elaborino progetti strategici per supportare famiglie e scuole nell’affrontare questa emergenza.
Il potenziamento dei servizi sociali e delle iniziative di sicurezza nelle scuole, come i programmi di formazione per insegnanti e genitori, può migliorare la capacità della comunità di affrontare questi temi. Solo attraverso un approccio collaborativo e multidimensionale sarà possibile efficacemente contrastare la penetrazione della criminalità nel tessuto sociale e culturale della gioventù.
Il lavoro della Fondazione Magna Grecia nel monitorare e affrontare queste problematiche è un passo significativo verso un futuro in cui i giovani possano crescere in un ambiente libero da influenze criminali, ma è fondamentale che tutti i soggetti coinvolti si impegnino proattivamente nella lotta contro questa emergenza sociale.