Le recenti modifiche normative riguardanti l’assunzione di bevande alcoliche prima di mettersi al volante stanno avendo un forte impatto sul settore della ristorazione. Dopo solo un mese dall’introduzione delle nuove regole, i ristoratori segnalano già un crollo nei consumi di vino, con conseguenze preoccupanti per il fatturato. È in questo contesto che viene esaminato come i clienti si stiano adattando a queste nuove disposizioni e la reazione degli esercenti.
Nei ristoranti, il cambiamento è palpabile. Per Gianni Lotti, proprietario di CrudoRe a Chiaia, le nuove norme hanno generato un vero e proprio spavento tra i clienti. “La gente non è rilassata,” spiega. “Ordinano solo un calice a testa, mentre prima condividevano una bottiglia in due.” Lotti descrive il profilo del cliente maggiormente colpito: un consumatore responsabile, tra i 40 e i 60 anni, che evita il vino per paura dei controlli stradali. Questo cambiamento nelle abitudini sta avendo un impatto diretto sulle entrate dei ristoranti.
Giampaolo Quagliata della Trattoria Medina, situata a pochi passi dal municipio, conferma questa tendenza. “Il consumo di vino è sceso, soprattutto quello delle bottiglie,” afferma, ed aggiunge con una nota ironica che “si beve di più acqua minerale.” La cautela sembra aver colpito non solo i clienti occasionali ma anche quelli abituali, che erano soliti apprezzare bottiglie di alta qualità con tranquillità.
Gianni Piezzo, esperto sommelier della Torre del Saracino a Vico Equense, descrive un clima difficile. “C’è una pressione sociale avvertita dai clienti,” commenta, rilevando che molti dei suoi avventori storici ora sono hesitanti a ordinare bottiglie costose. Questa inquietudine si riflette non solo nei minori consumi ma anche nella crescita della preoccupazione per il fatturato. Con ogni probabilità, la continua diminuzione dei consumi porterà a un impatto diretto sulle entrate dei ristoranti.
Un’opinione differente proviene da Puccio Fischetti, comproprietario del ristorante Oasis di Vallesaccarda. “Nonostante le nuove regole, noi continuiamo a vedere una normale consuetudine nel consumo del vino,” afferma, notando che le sue abitudini di ordinazione non sono cambiate significativamente. Fischetti stesso ha osservato che se il vino è accompagnato da un pasto, i clienti tendono a sentirsi più a loro agio.
Parlando di come le nuove regole influenzano il turismo, Antonio Dipino, chef e proprietario della Caravella di Amalfi, evidenzia un’altra problematica. “Molti turisti utilizzano navette o auto con conducente, ma per quelli che arrivano in auto la situazione è complessa,” afferma. Nonostante la grande varietà di vino offerta nel suo ristorante, prevede che molti ospiti sceglieranno di limitarsi a due calici. Questa tendenza potrebbe portare a una diminuzione della clientela, con il rischio che i turisti possano decidere di non visitare più il locale.
Il problema si estende anche lungo la filiera del vino. Giuseppe Cimmello, agente di commercio, evidenzia che la diminuzione dei consumi tocca in particolare i ristoranti di provincia. “A Napoli, molti clienti ricorrono ai taxi per evitare problemi legati alla patente,” spiega. Emanuele Sepe, anch’egli agente, racconta come la domanda di vino nei ristoranti sia diminuita ulteriormente all’inizio del 2025 rispetto all’anno precedente, mentre molti ristoratori si mostrano riluttanti ad effettuare ordini a causa di questa incertezza.
Infine, Salvatore Avallone, proprietario di Villa Matilde, delinea un calo concreto nelle vendite. “Le nuove misure richiedono nuove abitudini,” osserva, suggerendo che i ristoratori dovrebbero incentivare i clienti a portare a casa eventuali bottiglie non finite. Queste norme portano a una riflessione su come il settore della ristorazione possa evolversi in un contesto di crescente regolamentazione.
Nonostante le difficoltà, ci sono ottimismi. Rosanna Petruzziello della Cantina I Favati sottolinea che i suoi vini sono destinati a un segmento di consumatori consapevoli che attribuiscono valore alla qualità piuttosto che alla quantità. “Il cambiamento non è radicale,” conclude, evidenziando come le abitudini legate al consumo di vino siano mutabili nell’ambito della ristorazione. Mentre i ristoratori si adattano alle nuove sfide, rimane da vedere come questa evoluzione influenzerà il futuro del settore.