La comunità Lgbtq nei piccoli centri vive spesso situazioni di isolamento e difficoltà nell’esprimere la propria identità. Questo è il messaggio centrale di Danilo Santaniello, ballerino e attivista, che ha preso l’iniziativa di organizzare il Pride a Torre del Greco, attivandosi anche attraverso la gestione di un bene confiscato alla camorra. La sua storia e il suo impegno rappresentano un faro di speranza e una chiamata all’azione per chi si sente diverso.
La gestione di un bene confiscato alla camorra
Danilo ha recentemente ottenuto la gestione di un bene confiscato alla camorra: un immobile che, in passato, apparteneva a una usuraia legata a un clan locale. Questo spazio, ora sede di Radio Pride, è dedicato alla difesa dei diritti e alla creazione di un ambiente di supporto per coloro che si sentono isolati. “La radio vuole dare voce a chi non ha possibilità di esprimersi”, spiega Danilo, sottolineando come la comunicazione sia fondamentale per combattere l’emarginazione.
Torre del Greco, come altri piccoli centri, mostra una realtà in cui le persone Lgbtq faticano a vivere liberamente. Danilo condivide la sua esperienza personale, riflettendo su quanto sarebbe stato utile avere un supporto durante la sua adolescenza, periodo in cui ha cominciato a confrontarsi con la propria sessualità. “Avrei vissuto una vita più serena se qualcuno mi avesse guidato”, afferma, evidenziando l’importanza di avere riferimenti e sostegno in questi momenti delicati.
La danza come mezzo di libertà
La danza ha svolto un ruolo cruciale nella vita di Danilo, rappresentando non solo una passione, ma anche un mezzo di liberazione. Ha iniziato a danzare all’età di 15 anni, incoraggiato da sua cugina. “Fino ad allora, cercavo di reprimere il mio desiderio di ballare”, racconta. L’incontro con la danza ha segnato l’inizio di un percorso di crescita personale e professionale.
Danilo ha dedicato la sua vita alla danza, affrontando sfide e sacrifici. È passato attraverso un lungo periodo di formazione e prove, riuscendo a entrare nel corpo di ballo del Teatro San Carlo nel 2022. “Ho dovuto correre per recuperare il tempo perso”, ammette. Oggi, il suo obiettivo è quello di trasferire quella stessa gioia e libertà che ha trovato nella danza a chi, per motivi di discriminazione, si sente escluso.
Il Vesuvio Pride e la lotta per i diritti Lgbtq
L’associazione di Danilo, il Vesuvio Pride, gioca un ruolo fondamentale nella sensibilizzazione sui diritti delle persone Lgbtq nei piccoli centri. “Organizziamo eventi in diverse città della provincia per portare visibilità ai diritti e alle necessità della comunità”, afferma Danilo. Quest’anno, Torre del Greco è stata scelta per la manifestazione, che seguirà quelle già avvenute a Pompei, Sorrento, Torre Annunziata e Scafati.
La scelta della data non è casuale. La manifestazione si terrà pochi giorni dopo la tragica morte di uno studente di 16 anni, un evento che ha scosso la comunità. “Dedichiamo l’intero Pride a lui”, dice Danilo con emozione. È chiaro che l’approccio dell’associazione non è solo una celebrazione, ma una necessità di mettere in luce il dolore e l’isolamento che molti giovani possono affrontare.
Riflessioni sul Pride e la necessità di visibilità
Danilo si trova spesso a dover giustificare l’importanza del Pride. Alcuni gli chiedono perché non si organizzino eventi per le persone eterosessuali, ma lui spiega che la situazione attuale è molto diversa. In molte comunità, le persone omosessuali devono ancora affrontare discriminazioni e pregiudizi. “È essenziale parlarne e farlo ad alta voce”, sottolinea, evidenziando la necessità di rompere il silenzio che circonda le difficoltà vissute dalle minoranze.
Grazie al suo impegno e alla sua esperienza, Danilo non solo porta avanti una causa sociale significativa, ma contribuisce anche a creare un cambiamento di mentalità in comunità spesso restie ad accettare la diversità. La sua storia è un chiaro segno di come l’attivismo possa nascere da esperienze personali e trasformarsi in una lotta collettiva per la libertà e l’uguaglianza.