Nella società odierna, il possesso di un animale domestico, in particolare di cani come il Pitbull, assume un significato profondo e responsabilità. La crescente presenza di cani in famiglia, accanto ai momenti di gioia, porta con sé anche la necessità di una corretta educazione e gestione. L’appuntamento in un negozio di mangimi per animali offre un’opportunità per riflettere su come le decisioni riguardanti la riproduzione e l’educazione di questi animali siano cruciali per il loro benessere e per la sicurezza della comunità.
La scena quotidiana con i cani
Immaginate la scena: un padre orgoglioso che entra in un negozio di mangimi per animali con la sua bambina e il loro adorabile Pitbull, un’animale dal pelo bianco con macchie caffellatte. Il collare decorativo di cuoio ricorda i tradizionali accessori africani, dimostrando l’affetto e la cura ricevuti dalla famiglia. Sorrisi e coccole al Pitbull risaltano in un ambiente caloroso, dove tutti gli animali sono accolti come parte della famiglia. Tuttavia, mentre l’affetto è palpabile, sorgono interrogativi cruciali sull’educazione e la responsabilità che derivano dall’avere un cane.
La conversazione tra il papà e i commessi si sposta naturalmente alle cucciolate recentemente avute dalla madre del cane. La risposta fiera dell’uomo, che sottolinea di aver trovato buone famiglie per tutti i cuccioli, svela una realtà preoccupante. Nonostante le buone intenzioni, l’assenza di una coscienza riguardo l’importanza della sterilizzazione può portare a conseguenze spiacevoli, mettendo in discussione la cura e la prossimità tra l’uomo e il suo cane.
La sensibilità degli animali e l’errore comune
I Pitbull, come altri cani di razze forti quali il Dogo Argentino, il Rottweiler o i Malinois, sono animali estremamente sensibili. A partire dall’età di sette-otto mesi, possono presentare comportamenti che, se non gestiti nel modo corretto, possono sfociare in problemi di aggressività o di disagio. La mancanza di consapevolezza sull’importanza dell’addestramento può far sì che molti proprietari si trovino impreparati ad affrontare le sfide che emergono durante la crescita dell’animale.
In Italia, la questione della gestione delle razze cosiddette problematiche ha spesso ricevuto poca attenzione. Di solito, le problematiche emergono solo in seguito a gravi incidenti, trasformando l’animale da amico a soggetto da condannare. In molti casi, il destino di questi cani è segnato dalla detenzione in canili, dove vivono in condizioni di stress e privazione. È fondamentale comunicare che la responsabilità non deve ricadere unicamente sul cane, ma deve riguardare anche il proprietario e le sue conoscenze.
La corretta educazione e l’importanza di esperti riconosciuti
Nei circoli di educazione cinofila ci si imbatte spesso in figure poco rispondenti alle necessità degli animali. Alcuni si improvvisano esperti, impiegando metodi coercitivi che non fanno altro che inasprire la situazione. L’idea di “dominio” sull’animale, piuttosto che una relazione reciproca, mina le basi di un’interazione sana. La coercizione, infatti, porta a comprimere la vera natura dell’animale, rendendo impossibile un rapporto equilibrato.
La comunicazione efficace tra proprietario e cane può svilupparsi solo se c’è un vero intento di comprensione delle emozioni canine. Gli esperti dovrebbero sostenere i proprietari, fornendo strumenti per comprendere e prevenire comportamenti indesiderati, puntando su approcci che promuovano fiducia e serenità. Ma per arrivare a ciò è essenziale che, come in ogni campo, ci sia un riconoscimento delle professioni e una formazione adeguata.
Il suggerimento di sterilizzare il cane, purtroppo, resta ancora un argomento poco discusso nella cultura italiana. La pratica del “patentino” per le razze considerate difficili non è sufficiente, visto che non si tratta di veicoli da gestire con sterzo, freno e acceleratore. Quindi, l’invito a limitare le nascite diventa un passo importante verso la protezione non solo degli animali, ma anche delle persone e degli altri animali domestici.
Affidarsi agli esperti giusti rimane un passo fondamentale nella gestione dei cani e, più in generale, nella promozione di una cultura del possesso responsabile.