La villa di Axel Munthe ad Anacapri rappresenta un crocevia di storie, artisti e leggende che attraversano il tempo. Questo luogo, che combina bellezza paesaggistica e fascino culturale, ha visto il passaggio di figure illustri come la marchesa Luisa Casati Stampa e Victoria di Svezia. Questo articolo esplora la storia della villa e dei suoi ospiti d’onore, immergendosi in un’atmosfera dove arte, musica e follia si intrecciano in maniera unica.
La villa di Axel Munthe è molto più di un semplice edificio: è un sogno trasformato in realtà da un medico di fama internazionale e appassionato esteta. Immersa nel meraviglioso paesaggio di Anacapri e affacciata sul Mediterraneo, la villa presenta un incantevole belvedere che consente ai visitatori di ammirare la magnificenza dell’isola e il blu profondo del mare. Costruita agli inizi del ‘900, la villa è diventata rapidamente emblematicamente legata all’immagine di un’arte di vivere che affonda le radici nella cultura e nella bellezza.
Una delle peculiarità di Munthe è il suo modo di comunicare con gli amici, in particolare con il barone Fersen, attraverso segnali luminosi che illuminavano le notti capresi. Questa tradizione di scambi affettuosi racconta di un’epoca in cui l’arte e la società si intersecavano in maniera organica, dando vita alla creazione di uno spazio di incontro culturale. La villa si è trasformata in un luogo di raccolta per intellettuali e artisti, ispirato dai valori estetici e dalla visione di Munthe.
Il suo libro “La storia di San Michele“, tradotto in cinquanta lingue e considerato uno dei testi più letti dopo la Bibbia, ha introdotto lettori di tutto il mondo nelle meraviglie dell’isola e nella vita di Munthe. Oggi, la villa è una vera e propria testimonianza dell’estetica e della cultura del tempo, con il Museo Villa San Michele aperto ai visitatori praticamente tutto l’anno, permettendo di immergersi in un’epoca di creatività e bellezza.
Negli anni ’20, la villa di Munthe divenne la residenza di Luisa Casati Stampa, una figura affascinante e controversa del jet set internazionale. La marchesa, conosciuta per la sua eccentricità e il suo stile di vita extravagante, ha segnato un’epoca con la sua personalità unica. Si racconta che Casati celebrasse messe nere nella cappella di San Michele e che dormisse in una bara, rendendola una vera e propria “opera d’arte vivente” che sconvolgeva e affascinava allo stesso tempo.
Con il suo leopardo al guinzaglio e un serpente arrotolato attorno al braccio, la marchesa ha saputo incantare e ispirare artisti del calibro di Giacomo Balla, Man Ray e Giovanni Boldini. La sua breve ma intensa relazione con Gabriele D’Annunzio ha contribuito a cementare la sua figura nell’immaginario collettivo dell’epoca. La sua permanenza nella villa ha infuso un’atmosfera di creatività e di provocazione, che ha messo in risalto il connubio tra arte e vita.
La marchesa non si limitava a vivere in modo stravagante; era anche una mecenate dell’arte, sostenendo numerosi progetti e collaborazioni artistiche. La sua intraprendenza ha lasciato un’impronta profonda nella cultura e nell’arte, rendendola un personaggio indimenticabile del panorama culturale del suo tempo.
Nella villa di Munthe, le serate musicali diventavano eventi memorabili, permettendo a Victoria di Svezia, pianista di talento e amica di Munthe, di creare un salotto musicale che oggi si ricollega alla tradizione del Festival “Un’estate per sognare”. Questo festival, che si svolge da trent’anni, ha saputo attrarre l’élite culturale della Mitteleuropa, continuando la tradizione di convivialità e scambio intellettuale che caratterizzava i venerdì di Munthe.
Artisti di fama internazionale si esibiscono oggi nel giardino di Villa San Michele, recentemente classificato come il più bello d’Italia. Durante eventi esclusivi, il pubblico ha avuto l’opportunità di ascoltare le talentuose soprano e mezzosoprano Johanna e Rebecka Wallroth, mentre pianisti come Leonora Armellini hanno fatto volare gli animi con le note di Chopin. Queste performance rappresentano un ponte tra passato e presente, unendo la tradizione musicale di Munthe con l’attualità artistica.
Il legame tra la musica e la bellezza del posto crea un’esperienza unica per i visitatori, trasformando Villa San Michele in un microcosmo di cultura e arte, dove ogni evento porta con sé la storia e il dono della bellezza.
La villa non è solo un punto di riferimento culturale, ma anche un luogo di grande interesse archeologico. Axel Munthe, appassionato collezionista di reperti, ha arricchito il suo patrimonio attraverso una selezione di pezzi trovati sull’isola, contribuendo alla conoscenza storica e archeologica della zona. Oggi, il Museo Villa San Michele offre un’esperienza immersiva, permettendo di esplorare le meraviglie del passato attraverso una collezione di oggetti e opere d’arte.
Recentemente, l’inaugurazione del museo archeologico “L’isola dei Cesari da Augusto a Tiberio” ha messo in luce il patrimonio culturale dell’isola, presentando busti, bassorilievi e oggetti di vita quotidiana risalenti all’epoca romana. Queste scoperte, recuperate dai depositi del Museo di Capodimonte, raccontano storie di un passato glorioso che abbraccia duemila anni di storia imperiale.
La bellezza del patrimonio artistico e archeologico che circonda la villa fa di questo luogo un vero tesoro del Mediterraneo, dove il fascino della storia si unisce alla straordinaria bellezza naturale. In questo contesto, la villa di Axel Munthe rimane saldamente ancorata al cuore della cultura, portando avanti una tradizione che affonda le radici nella celebrazione della vita, della musica e dell’arte.