Linee guida per la riforma del nuovo codice dello spettacolo: il tavolo avviato da Mic e sindaci

Il Ministero della Cultura ha avviato un dialogo con sindaci e presidenti delle Fondazioni lirico-sinfoniche per discutere delle riforme necessarie al settore dello spettacolo. Questo incontro, avvenuto il 7 ottobre, segna un passo importante verso l’elaborazione di un nuovo Codice dello Spettacolo, in linea con la delega istituita dalla legge 106/2022. Contestualmente, si evidenziano le sfide e le opportunità per il futuro degli enti musicali in Italia.

L’incontro iniziale: il primo passo verso una riforma condivisa

Durante l’incontro tenutosi presso il Mic, il sottosegretario Gianmarco Mazzi ha dichiarato che è stata convenuta l’istituzione di un tavolo tecnico, il cui obiettivo è quello di definire in modo congiunto gli interventi necessari a garantire maggiore efficienza al settore. Tale incontro ha visto la partecipazione di una decina di sindaci-presidenti delle Fondazioni lirico-sinfoniche, come il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi.

Il tavolo tecnico rappresenta l’inizio di un percorso di confronto tra diverse istituzioni, con l’intento di elaborare una strategia unitaria che risponda alle esigenze di un settore culturale cruciale per il Paese. Pur rimanendo nell’ambito di una burocrazia complessa, il dialogo avviato è un segnale forte riguardo all’importanza attribuita al mondo della lirica e dello spettacolo.

La legge 106/2022 offre l’opportunità di ristrutturare non solo le istituzioni ma anche il loro rapporto con il governo, garantendo risorse e supporto logico per affrontare le sfide contemporanee del mercato culturale. L’emergenza legata alla pandemia ha reso questo processo ancora più urgente, sottolineando la necessità di una riforma che possa sostenere e promuovere la cultura attraverso una gestione più efficace e innovativa.

I punti cardine della riforma: una visione strategica

Già prima della pausa estiva, la strategia del Ministero della Cultura era stata delineata in seno all’ANFOLS , presieduta da Fulvio Macciardi. Cinque i punti principali che guideranno la riforma voluta dal dicastero.

  1. Natura giuridica delle Fondazioni: Si conferma che gli enti musicali, come il Teatro San Carlo di Napoli e l’Opera di Roma, sono Fondazioni di diritto privato. L’obiettivo è rafforzare il significato di queste istituzioni all’interno della cultura nazionale, garantendo che i loro statuti siano uniformati per rispondere meglio ai requisiti di interesse nazionale.

  2. Contratti e stipendi: È prevista la riforma del contratto del personale nel settore, con l’intento di allinearlo a quanto previsto per il pubblico impiego. Durante l’incontro, Mazzi ha annunciato il via libera della Corte dei conti per il rinnovo atteso da vent’anni, un passo cruciale per un settore che ha visto stagnare le proprie risorse economiche per troppo tempo.

  3. Governance: Una delle proposte più discusse è la modifica della governance delle Fondazioni. La sostituzione del consiglio di indirizzo con un consiglio di amministrazione rappresenta un cambiamento radicale, volto a garantire un maggior coinvolgimento delle figure dirigenziali nel processo decisionale.

Queste modifiche, unite a una valutazione delle performance basata su criteri oggettivi, potrebbero segnare un punto di svolta nell’efficacia operativa delle Fondazioni, contribuendo a consolidare le basi economiche e artistiche necessarie per un adeguato sviluppo.

Collaborazione tra enti e governo: il ruolo dei sindaci

Il Ministero ha ribadito il proprio ruolo di principale finanziatore delle Fondazioni, sottolineando l’importanza di una supervisione adeguata. Tuttavia, il Mic intende anche rassicurare i sindaci e presidenti delle Fondazioni riguardo la loro posizione. Non dovrebbero esserci ridimensionamenti significativi delle loro funzioni, anche se la nuova governance potrà portare a potenziali conflitti di interesse.

Nel contesto del tavolo tecnico, la figura del sovrintendente potrebbe essere ridimensionata in favore di un maggior potere decisionale del consiglio di amministrazione. Tuttavia, è importante sottolineare che, sebbene l’Anfols abbia segnalato un rischio di diarchia, l’intenzione è quella di creare un sistema più solido, che non snaturi il valore pubblico delle Fondazioni.

Va notato che il governo sta considerando anche l’istituzione di una società di revisione nazionale centralizzata, per garantire una gestione più trasparente e responsabile delle risorse. Monitorare l’efficacia e l’efficienza delle Fondazioni diventerà un compito fondamentale, onde garantire la sostenibilità futura sia da un punto di vista economico che culturale.

Verso un futuro sostenibile per la lirica italiana

In conclusione, la strada da percorrere sembra essere ben delineata, sebbene il negoziato sia all’inizio. Il sindaco Manfredi ha recentemente dichiarato che, sebbene il Teatro San Carlo sia in una situazione economica stabile, è necessario un ulteriore impegno in termini di investimenti per il settore lirico. Questa riforma potrebbe rappresentare l’occasione propizia per attrarre maggiori risorse e collaborare con il settore privato.

Il governo, promettendo di non effettuare tagli sul settore, si pone quindi l’obiettivo di garantire le condizioni per una crescita sostenibile, in cui efficientamento e investimenti rappresentino le chiavi per preservare il grande valore pubblico delle istituzioni musicali italiane.

Published by
Valerio Bottini