Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, ha manifestato nel corso degli anni una solida stima nei confronti del modello Empoli, guidato da Fabrizio Corsi. Questo apprezzamento non è casuale: molti giocatori provenienti dalla squadra toscana si sono rivelati fondamentali per l’evoluzione e l’affermazione del club partenopeo. L’approccio strategico di De Laurentiis ha portato a una sinergia tra i due club, segnando una svolta importante nella storia recente del Napoli.
Il rapporto tra Napoli e Empoli ha preso forma in un momento specifico: la famosa vittoria per 4-2 del Napoli sull’Empoli. Questo incontro ha rappresentato un primo passo significativo nella creazione di una connessione tra le due squadre. Da quel momento, De Laurentiis ha iniziato a considerare l’Empoli come un modello da seguire. L’abilità della squadra toscana nel valorizzare i giovani talenti ha attratto l’attenzione del presidente partenopeo, tanto da farlo parlare spesso del modello Empoli sia in conferenze stampa sia durante incontri riservati con allenatori. Questa ammirazione si è tradotta in un attento monitoraggio dei talenti emergenti che l’Empoli riusciva a produrre.
Nel corso degli anni, diversi calciatori dell’Empoli sono approdati a Napoli, contribuendo a costruire una rosa competitiva e in grado di lottare ai vertici del campionato. La strategia di De Laurentiis, basata su un modello di scouting e valorizzazione di giovani promesse, ha trovato nel club toscano un alleato naturale. La capacità di creare un legame tra il settore giovanile empolese e il Napoli ha rappresentato un aspetto cruciale della moderna gestione sportiva del club.
Il modello Empoli, sotto la direzione di Fabrizio Corsi, si distingue per la sua particolare attenzione nella crescita di calciatori provenienti dalle giovanili. La filosofia del club è quella di investire nella formazione e nello sviluppo dei giovani, creando opportunità per atleti che, altrimenti, potrebbero rimanere sottovalutati. Questa prassi si è dimostrata efficace, producendo numerosi giocatori diventati protagonisti anche in palcoscenici di livello superiore.
De Laurentiis ha identificato nell’Empoli non solo una squadra da cui attingere calciatori, ma anche un esempio da imitare per quanto riguarda la pianificazione e lo sviluppo del progetto sportivo. La capacità dell’Empoli di operare in un mercato limitato, valorizzando i talenti con risorse contenute, è stata fonte d’ispirazione per il Napoli. L’adesione a questo modello ha portato a un’attenzione specifica per il settore giovanile e alla ricerca di talenti, creando una pipeline costante di nuovi acquisti.
Questa filosofia ha reso il Napoli un club capace di rimanere competitivo nel corso degli anni, senza dover sempre fare affidamento su acquisti costosi, ma piuttosto promuovendo il potenziale interno e investendo in talenti emergenti. La strategia ha portato a un incremento dell’identità e della coesione della squadra, permettendo al Napoli di stabilizzarsi ai vertici della Serie A.
Un momento emblematico della passione di De Laurentiis per il modello Empoli si è verificato durante le sue discussioni con gli allenatori nel periodo che ha seguito la partenza di Rafa Benitez. In particolare, i dialoghi con Sinisa Mihajlovic hanno messo in luce la volontà del presidente di rinforzare la squadra attingendo a giocatori dell’Empoli. La leggenda narra che, durante una di queste conversazioni, il presidente abbia elencato numerosi calciatori empolesi che avrebbe voluto includere nella rosa del Napoli.
La reazione di Mihajlovic, che esprimeva il suo scetticismo riguardo la portata di tali scelte, evidenzia il contrasto esistente tra la visione pragmatica di un allenatore e l’ambizione di un presidente. La battuta dell’allenatore: «Presidente, ma lei vuole vincere lo scudetto o vuole salvarsi?» ha riassunto perfettamente la tensione tra i sogni di grandezza del club e la necessità di un approccio realistico e strategico per la gestione della squadra.
Questi scambi hanno rappresentato una parte integrante della filosofia di De Laurentiis, un presidente che non ha mai smesso di cercare di usare il modello Empoli come punto di riferimento per il futuro del Napoli, sognando sempre un club in grado di competere ai massimi livelli, sia in Italia che in Europa.