Procedimenti di infrazione in aumento
L’Italia è al centro dell’attenzione della Commissione europea per diverse questioni, tra cui il recepimento delle direttive comunitarie sulla plastica monouso e sulla governance europea dei dati. Negli ultimi tempi, Bruxelles ha avviato quattro nuove procedure di infrazione nei confronti del nostro Paese, portando il totale a 65 procedimenti aperti. Dai dati di aprile, con sette archiviazioni, si era scesi da 70 a 63 procedimenti. Attualmente, 48 contestazioni riguardano la violazione del diritto dell’Unione, mentre 17 sono legate al mancato recepimento di direttive. Le nuove procedure sono state avviate poiché l’Italia non ha recepito le direttive riguardanti la tassazione dei veicoli per l’utilizzo di alcune infrastrutture e la protezione dei lavoratori da agenti cancerogeni o mutageni durante il lavoro.
Le conseguenze delle procedure di infrazione europee
Bruxelles ha inviato all’Italia la nota di messa in mora ex articolo 258 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, dando al nostro Paese due mesi per chiarire la sua posizione e evitare ulteriori azioni legali. Il processo può essere lungo e complesso, con fasi che includono pareri motivati, decisioni di ricorso, ricorso alla Corte di giustizia europea e, infine, la sentenza. Le sanzioni pecuniarie possono essere applicate, come accaduto in passato per l’emergenza rifiuti in Campania e altre violazioni delle direttive europee. Ad esempio, al 31 dicembre 2021, le sanzioni pecuniarie a carico dell’Italia ammontavano a 877,9 milioni di euro, saliti a oltre un miliardo di euro entro marzo 2023.
Questioni ambientali e normative in discussione
Le procedure in corso contro l’Italia riguardano diversi aspetti, dalla qualità dell’aria all’applicazione delle direttive europee sulle concessioni balneari. La Commissione europea ha inviato un parere motivato riguardante l’applicazione della direttiva sulla qualità dell’aria e il superamento dei valori limite per determinate sostanze in atmosfera. Inoltre, la normativa sull’assegno unico universale è stata contestata per i requisiti di accesso che la Commissione ritiene discriminatori nei confronti dei residenti comunitari. Le trattative con l’Italia per evitare una decisione della Corte di giustizia europea sono attualmente in sospeso, con l’attesa di uno sviluppo a livello europeo.
La posizione del Governo e le possibili conseguenze
Il Governo italiano, guidato da Giorgia Meloni, ha prorogato alcune concessioni fino alla fine del 2024, nonostante le critiche della Commissione europea. Le discussioni su come uniformarsi alle direttive europee sono in corso, con possibili implicazioni sia sul piano normativo che economico per l’Italia. Nel frattempo, la possibilità che nuove procedure di infrazione siano aperte nei confronti dell’Italia per eccesso di deficit rimane sul tavolo, testimoniando una situazione di sfida tra gli interessi nazionali e quelli comunitari.