La vittoria di Lorenzo Bernard alle Paralimpiadi di Parigi 2024 segna un momento significativo non solo per la carriera dell’atleta ma anche per la storia sportiva italiana, rappresentando il 600° podio delle competizioni. Bernard, in tandem con la guida Davide Plebani, ha conquistato il bronzo nei 4.000 metri inseguimento individuale al velodromo di Saint-Quentin-en-Yvelines, portando a casa una medaglia che ha un forte valore simbolico, considerando il suo passato come vittima di un conflitto bellico.
Lorenzo Bernard, nato nel 1997 a Novalesa, ha vissuto una vita segnata da un tragico evento avvenuto nel 2013, quando era solo un adolescente. A 15 anni, è rimasto vittima dell’esplosione di un ordigno bellico della Seconda Guerra Mondiale, scambiato erroneamente per un semplice lumino da cimitero. Questo incidente gli ha causato la perdita della vista, trasformandolo in una vittima civile di guerra, un’esperienza che lo ha accompagnato nel suo percorso di vita e sportivo.
Lorenzo non è solo un atleta, ma anche un attivo sostenitore dei diritti delle vittime di conflitti. Attualmente, ricopre il ruolo di consigliere presso l’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra, che rappresenta le esigenze di coloro che sono stati colpiti da eventi bellici. Il suo impegno si arricchisce della vicinanza a Nicolas Marzolino, un altro giovane che ha subito danni simili durante lo stesso incidente. Bernard dedica la sua medaglia alle vittime della guerra, in particolare ai giovani e ai bambini, che oggi affrontano le stesse atrocità in diverse zone di conflitto.
Il bronzo conquistato da Bernard e Plebani ha un’importanza che va oltre il mero aspetto sportivo. Durante le dichiarazioni post-gara, Lorenzo ha sottolineato la rudimentale lezione che i conflitti non devono essere ripetuti. La sua testimonianza rappresenta una voce di speranza e un richiamo a tutti affinché si faccia pressione per un immediato cessate il fuoco nelle tante guerre che affliggono il nostro mondo attuale. La sua affermazione toccante, “la guerra è un orrore, è la negazione della vita e di ogni possibilità”, risuona come un monito per tutti noi.
Lorenzo sottolinea come oggi sia fondamentale evidenziare le sofferenze delle popolazioni coinvolte nei conflitti. Queste parole testimoniano l’impegno di Bernard a utilizzare il suo status di atleta per dare visibilità e sostenere le cause più giuste. Attraverso la sua sportività, egli mostra che il mondo dello sport può essere un veicolo di cambiamento e di rinnovamento sociale.
La coppia Bernard-Plebani ha ottenuto un risultato di rilievo, giungendo davanti ai forti avversari olandesi Vincent ter Schure e Timo Fransen con un margine di oltre 3 secondi. Il tempo di 4:04.613 ottenuto in finale dimostra un’evoluzione significativa rispetto ai Mondiali di marzo a Rio De Janeiro, dove avevano conquistato il bronzo. Questo miglioramento di 4 secondi è un’indicazione che la loro sinergia e il loro allenamento, durato solo un anno, stanno portando frutti sorprendenti.
Oltre ai risultati attuali, l’agenda del tandem è densa di appuntamenti, con gare programmate: il 1 settembre nello sprint su 1000 metri, il 4 settembre nel cronometro su strada e il 6 settembre nella gara in linea. Ogni competizione offre a Lorenzo e Davide l’opportunità di continuare a elevare il loro status nel ciclismo paralimpico, contribuendo ulteriormente alla narrazione di riscatto e successi.
La carriera di Lorenzo Bernard non si limita solo ai recenti successi nel ciclismo. Infatti, prima di dedicarsi a questa disciplina, ha dimostrato il suo valore nel canottaggio, in cui era arrivato quinto alle Paralimpiadi di Tokyo. Nel 2020, ha stabilito un record mondiale nel pararowing indoor, evidenziando le sue doti atletiche e la sua determinazione nel superare le sfide.
Passando al ciclismo, Lorenzo ha saputo adattarsi e ottenere grandi risultati in tempi brevi, sempre mantenendo l’obiettivo di sensibilizzare il pubblico sui temi legati alle vittime di conflitti. La medaglia di bronzo non rappresenta solo un premio per il suo impegno e dedizione, ma anche un’ulteriore opportunità per far sentire la sua voce e quella di chi ha vissuto esperienze simili. La sua storia continua a ispirare molti, mettendo in luce quanto lo sport possa contribuire a una società migliore e più consapevole.