La presenza della camorra nel Casertano sembra diminuire, ma la necessità di un impegno collettivo rimane cruciale. Il Comandante Provinciale Manuel Scarso ha fatto il punto sulla lotta contro la criminalità organizzata, esortando gli amministratori locali a unirsi nella battaglia per il ripristino della legalità. Questo appello arriva in un contesto in cui l’azione della Direzione Distrettuale Antimafia ha portato a significativi arresti, rimarcando la necessità di un cambiamento culturale e civico.
Gli sviluppi dell’indagine sulla camorra
Il Comandante Scarso ha fornito dettagli su come le forze dell’ordine hanno monitorato e arrestato figure pericolose legate alla criminalità organizzata. Le operazioni più recenti hanno smantellato il clan Picca, una costola dei Casalesi operante tra Teverola e Carinaro, sotto la direzione del vecchio camorrista Aldo Picca, recentemente uscito di prigione. Questo intervento è solo l’ultimo di una serie di atti significativi che evidenziano un approccio proattivo delle autorità nella gestione della criminalità organizzata.
A giugno, si è registrato un arresto di particolare rilevanza: Emanuele Libero Schiavone, figlio del noto padrino Francesco Sandokan Schiavone. Sebbene fosse libero solo da aprile, il 34enne ha immediatamente tentato di riprendere il controllo del clan, avviando attività illecite legate allo spaccio di stupefacenti e collaborando con Francesco Reccia, anch’egli figlio di un esponente di spicco della camorra. La strategia operativa della Dda ha dimostrato che l’emergenza camorra nella zona sta lentamente diventando un capitolo di storia recente, ma la vigilanza deve rimanere alta.
La lotta continua: Scarso insiste sulla vigilanza
Scarso ha avvertito che, sebbene la situazione sia cambiata, non si può abbassare la guardia. La liberazione imminente di altri camorristi potrebbe riaccendere le tensioni e le attività illecite. “Continueremo a non dar tregua a queste persone,” ha affermato, evidenziando la determinazione delle forze dell’ordine nel mantenere la pressione su chi intende ritornare a condotte criminali.
Il messaggio del Comandante è chiaro: non c’è spazio per un ritorno alla vita di prima. La comunità deve restare vigile e non lasciarsi intimidire dalla malavita. Ecco perché è importante non solo continuare le operazioni di polizia, ma anche investire in un cambiamento culturale profondo che possa ridurre la vulnerabilità delle persone a queste influenze.
Un appello alla società civile e agli imprenditori
Scarso ha rivolto un forte appello ai cittadini e agli imprenditori: è fondamentale che entrambi i gruppi creino una barriera attorno alla legalità. Non si tratta solo di combattere la camorra, ma di costruire un nuovo modo di pensare e agire. Gli imprenditori devono evitare scorciatoie e pratiche illecite, mentre i cittadini sono chiamati a denunciare atti di infiltrazione e illegalità, rafforzando così la rete di protezione intorno alle istituzioni.
Questo cambiamento di mentalità è essenziale per affrancarsi dalla camorra e per costruire un futuro in cui la legalità e la sicurezza siano valori condivisi dalla comunità. La responsabilità è collettiva, ed è necessario lavorare insieme per garantire un ambiente in cui la criminalità organizzata perda terreno definitivamente.