Nel 2010, quando il concetto di selfie stava appena iniziando a guadagnare attenzione globale, Luca Abete, inviato di Striscia la notizia, ha dato vita al progetto One Photo One Day. Questo innovativo format di comunicazione visiva ha visto la condivisione quotidiana di autoscatto, diventando un diario fotografico della sua vita personale e professionale. L’8 dicembre 2023, Abete festeggerà un traguardo straordinario: cinquemila selfie che raccontano quattordici anni di esperienze, sfide e momenti indimenticabili.
One Photo One Day è nato in un contesto in cui i social network stavano per diventare protagonisti nelle vite di milioni di persone, ma l’idea di immortalare un momento quotidiano attraverso un autoscatto era ancora pionieristica. Luca ha deciso di lanciare una sfida personale: ogni giorno avrebbe immortalato un’immagine della propria quotidianità, con l’obiettivo di mantenere un’interruzione di appena un anno all’iniziativa. Come ha spiegato Abete, il progetto è partito quasi come un gioco, ma nel corso del tempo si è trasformato in qualcosa di molto più significativo.
“Volevo documentare i momenti della mia vita, belli e brutti, e lo selfie è per me il modo migliore per congelare un attimo,” racconta. Questa forma di espressione permette di catturare istanti significativi, permettendo in questo modo di raccontare storie attraverso il linguaggio visivo. L’idea di mixare esperienze personali e professionali ha reso il progetto ancora più interessante, dando visibilità anche alle sfide affrontate, incluse le aggressioni subite durante il suo lavoro.
Ogni selfie non è semplicemente un’immagine, ma un pezzo di storia personale. La tecnica di scatto è cambiata nel tempo: dai tentativi iniziali, in cui posizionava la fotocamera su un supporto per immortalarsi con il timer, fino all’arrivo degli smartphone con fotocamera frontale. Questi progressi tecnologici hanno rivoluzionato la modalità di scatto, rendendo il selfie accessibile a chiunque, ma Luca è rimasto legato alla sua idea originale di immortalare la quotidianità, un atto di creatività e sperimentazione.
Luca Abete è indubbiamente considerato un anticipatore della cultura del selfie. Negli anni, il suo approccio ha guadagnato l’attenzione di esperti e professionisti del settore, che hanno evidenziato come il suo modo di utilizzare la fotografia fosse innovativo e fuori dagli schemi. Questo lo ha portato a collaborare e interagire con giovani universitari e studenti delle Accademie di Belle Arti, risultando stimolante il confronto su come l’immagine venga utilizzata nel mondo del web.
Durante questi incontri, i giovani condividono le loro esperienze sull’uso dei social e su come il selfie sia sempre più considerato un’arma di comunicazione, sebbene talvolta venga frainteso come un modo per mostrare un certo status sociale. “Da un lato, il selfie rappresenta un modo per esprimere se stessi, dall’altro rischia di trasformarsi in una vetrina superficiale,” afferma Abete. La volontà di Luca di mantenere un linguaggio autentico e significativo è evidente nel suo approccio.
Nel corso degli anni, il suo progetto ha ispirato molti a utilizzare la fotografia come strumento di narrazione delle esperienze di vita, dimostrando che l’impegno e la costanza possono portare a risultati inaspettati. “L’originalità è ciò che ha catturato l’attenzione,” sottolinea Abete, riflettendo sull’inaspettata curiosità che ha suscitato nel pubblico.
Negli oltre cinquemila selfie scattati per One Photo One Day, possono essere trovati momenti significativi della sua carriera e della vita quotidiana. Le immagini raccontano di incontri con colleghi famosi, riprendono scene di Napoli e documentano il dietro le quinte di vari servizi televisioni. Uno degli scatti più emblematici è indubbiamente il selfie realizzato con Papa Francesco, un momento che ha segnato una tappa fondamentale nel suo viaggio personale e professionale.
Durante un evento motivazionale in Vaticano, Abete ha avuto la straordinaria opportunità di incontrare settemila giovani provenienti da tutta Italia e immortalare un momento che resterà indelebile nella sua memoria. Questo selfie ha rappresentato non solo un traguardo, ma anche un forte riconoscimento del valore del suo lavoro e del messaggio che riesce a trasmettere attraverso la sua arte.
Quando gli viene chiesto quali tra i tanti selfie scattati rappresentino al meglio la sua vita, Abete risponde: “Ogni immagine ha un significato unico. I selfie realizzati durante i miei viaggi all’estero sono quelli a cui tengo di più, poiché raccontano esperienze e incontri in luoghi inusuali che non potrò vedere di nuovo.” Questo attaccamento ha reso ogni immagine una preziosa testimonianza di un percorso ricco di storie e significati.
La leggerezza di un selfie quotidiano può nascondere la profondità di un racconto straordinario, e Luca Abete ha saputo trasformare un gesto semplice in un’opera di arte comunicativa. I suoi scatti continueranno a raccontare storie e a ispirare chiunque desideri immortalare la propria vita, passo dopo passo.