L’attuale dibattito sul tema dell’arbitraggio nel massimo campionato italiano si arricchisce di nuove voci. Luca Marelli, ex arbitro e ora protagonista dello spazio dedicato agli arbitri su DAZN, ha recentemente condiviso le sue opinioni con il quotidiano Il Mattino. Al centro della discussione c’è il protocollo VAR e l’efficacia della sua applicazione nel calcio moderno, argomenti che catturano l’attenzione tanto degli addetti ai lavori quanto degli appassionati di sport.
Marelli pone l’accento su un aspetto fondamentale del VAR: la sua funzione non deve essere confusa con quella di una moviola in campo. Secondo l’ex arbitro, il VAR è stato concepito come un supporto per correggere solo errori “chiari ed evidenti”, rendendo cruciale la distinzione tra decisioni soggettive e quelle oggettive. La critica è rivolta al fatto che, nonostante l’introduzione di questo strumento, molte situazioni discutibili continuano a suscitare polemiche tra tifosi e esperti.
Infatti, nel corso degli ultimi sette anni, il protocollo VAR ha subito un aggiornamento soltanto: ciò ha portato alla modifica della definizione di “chiaro ed evidente errore”. Marelli denuncia come questo stallo possa portare a interpretazioni diverse, sia da parte degli arbitri che dei direttori di gara che sono sempre più esposti alle pressioni di club e media. L’ex arbitro suggerisce che un’azione nel campo di gioco, da una parte, possa apparire in un modo agli occhi di chi sta guardando da casa e, dall’altra, essere letta in maniera differente da chi è direttamente coinvolto.
L’allenatore del SSC Napoli, Luciano Spalletti, si è accodato alle critiche mosse a questo sistema di valutazione, evidenziando come il protocollo attuale possa risultare insufficiente a garantire giustizia nelle decisioni arbitrali. Spalletti ha sottolineato che il suo scetticismo nei confronti dell’operato del VAR non è infondato e merita di essere preso in seria considerazione. Il confronto tra il VAR e la tradizionale figura dell’arbitro può generare confusione, creando una tensione che potrebbe incidere negativamente sull’andamento delle partite.
La voce di Marelli diventa quindi un importante punto di riferimento, in quanto proviene da un professionista con esperienza diretta. Egli evidenzia che il VAR, pur rimanendo uno strumento migliorabile, continua a richiedere un’evoluzione nel modo in cui viene applicato e percepito, sia dai giocatori che dagli allenatori. Marelli invita a riflettere sulla necessità di una comunicazione più chiara da parte delle istituzioni calcistiche riguardo all’effettivo funzionamento e alle limitazioni del VAR.
La diatriba sull’arbitraggio, accesa e ancora in corso, richiede un’analisi approfondita per evitare che diventi un terreno di scontro fra le parti coinvolte. La trasparenza nelle decisioni arbitrali è fondamentale per mantenere la fiducia dei tifosi, oltre a garantire un’esperienza di gioco equa e sportivamente corretta. Marelli suggerisce che col miglioramento delle comunicazioni e una maggiore responsabilizzazione degli arbitrali, si possa efficacemente aprire un canale di dialogo produttivo e costruttivo.
In questo contesto, è cruciale considerare che la tecnologia deve essere accompagnata da una formazione adeguata degli arbitri, affinché possano utilizzare questi strumenti in maniera ottimale. La sfida per il futuro, dunque, non risiede solo nelle tecnologie adottate, ma anche nel modo in cui il calcio intende gestire e perfezionare l’intero processo di arbitraggio, affinché possa continuare a godere della fiducia di coloro che seguono le partite con passione.