Luca Marinelli è tornato nei panni del controverso Benito Mussolini, protagonista della serie M – Il figlio del secolo. Basata sull’acclamato romanzo di Antonio Scurati, la produzione è frutto di un lungo e impegnativo percorso che ha visto il talentuoso attore immerso in un progetto audace. La serie, che debutterà nel 2025, affronta l’ascesa del fascismo tra il 1919 e il 1925, mettendo in discussione il nostro rapporto con la storia e la nostra ignoranza collettiva.
La sfida di interpretare Mussolini
L’incontro con il personaggio
Il processo di trasformazione di Marinelli per interpretare Mussolini è stato complesso. In un’intervista, ha rivelato il suo iniziale conflitto interiore nell’accettare il ruolo, considerato il suo forte antifascismo. Tuttavia, è stato il libro di Scurati, insieme all’approccio creativo del regista Joe Wright e del team di sceneggiatori, a convincerlo. Marinelli ha studiato a fondo il periodo storico e ha cercato di cogliere gli aspetti più sfumati di Mussolini, non limitandosi alla visione superficiale e monolitica che il pubblico spesso ha del dittatore.
Coinvolgimento nella narrazione
L’attore ha enfatizzato l’importanza di non vedere Mussolini come un’entità malefica, ma come una figura complessa, con molteplici aspetti. Secondo Marinelli, la vera sfida era riuscire a trasmettere al pubblico le varie sfaccettature del personaggio, che vanno oltre il semplice “male assoluto”. Questo approccio porta a una riflessione più profonda sulla storia e su come essa continui a ripetersi davanti ai nostri occhi. Marinelli ha sottolineato che il progetto non è solo una ricostruzione storica, ma un invito a esaminare il nostro passato e le sue implicazioni nella società odierna.
La produzione della serie
Dettagli della serie
La serie, prodotta da Sky Studios e The Apartment in collaborazione con Pathé e Small Forward Productions, consta di otto episodi. La regia di Joe Wright, noto per lavori come Espiazione e L’ora più buia, promette un’interpretazione visivamente potente e narrativamente incisiva della storia di Mussolini. La sceneggiatura è stata adattata con coraggio da Stefano Bises e Davide Serino, che hanno cercato di mantenere l’essenza e la profondità del romanzo di Scurati.
Tempistiche e aspettative
Le riprese si sono svolte in un arco di sette mesi, richiedendo un intenso impegno da parte di tutto il cast e della produzione. La serie è attesa con grande curiosità per il modo in cui affronterà temi delicati e controversi legati al fascismo e alla storia italiana. Marinelli, con la sua dedizione e preparazione, sembra pronto a offrire una performance che sfiderà le aspettative e stimolerà una riflessione critica nel pubblico.
Il messaggio di Marinelli
Una riflessione sul passato
Marinelli ha espresso il desiderio di utilizzare questa produzione per evidenziare la nostra “grande ignoranza” riguardo alla storia. La serie vuole concludere il capitolo sull’ascesa di Mussolini non solo come un racconto del passato, ma come un richiamo all’azione per il presente. La celebre frase del prologo, ‘Guardatevi intorno, siamo ancora tra voi’, funge da monito inquietante, sottolineando la necessità di vigilanza e consapevolezza nella società contemporanea.
Censura e libertà di espressione
Durante l’intervista, Marinelli ha sollevato anche la questione della censura, citando il caso di Antonio Scurati e il trattamento avuto dal premio Strega nei media italiani. L’attore ha denunciato questa situazione, definendola vergognosa e rivelatrice di una cultura che, a volte, tende a nascondere le verità scomode. La libertà di espressione e il diritto alla critica sono temi che la serie intende confrontare, rendendo il progetto non solo un’opera di intrattenimento, ma anche un importante strumento di discussione sociale.
Con l’avvicinarsi della release della serie M – Il figlio del secolo, le aspettative sono alte e il dibattito su temi storici e morali è destinato a intensificarsi. Marinelli e il suo team si preparano a portare sullo schermo un’opera che, si spera, stimolerà un dialogo importante sul fascismo e sulla nostra identità collettiva.