Nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla Procura Regionale della Corte dei Conti, emerge il coinvolgimento dell’ex sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, insieme ad altre 22 persone. Il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli ha notificato un atto di costituzione in mora, accusando i coinvolti di aver causato un danno erariale di oltre 11 milioni di euro attraverso operazioni di ricapitalizzazione non appropriate. Le indagini si concentrano sulle decisioni prese nel 2019 riguardo alla Ctp Spa, una società che gestiva il trasporto pubblico nella città e ne è stata dichiarata in dissesto.
Il contesto del danno erariale
L’indagine si focalizza sulle azioni intraprese nel 2019 che riguardano la Ctp Spa, un ente già gravemente indebitato. Secondo i magistrati, la società ha beneficiato di iniezioni di liquidità e ricapitalizzazioni anche quando la sua situazione finanziaria era già compromessa. Questo, secondo le ricostruzioni, ha aggravato ulteriormente un contesto di dissesto, esponendo le finanze pubbliche a rischi significativi. La Corte dei Conti attribuisce quindi a queste operazioni un valore dannoso che si concretizza in una cifra superiore agli 11 milioni di euro.
L’intenzione del provvedimento è chiara: interrompere i termini di prescrizione per il 2019, un passaggio fondamentale nell’ambito delle procedure legali, che consentirà di radicare ulteriormente le responsabilità accertate. L’importo totale del danno, accertato attraverso le indagini, supera i 85 milioni di euro e coinvolge diverse annualità, rendendo la questione particolarmente rilevante sul piano della fiscalità pubblica.
I nomi tra i destinatari dell’atto
L’atto di costituzione in mora non coinvolge solo Luigi De Magistris, ma include un elenco di personalità di spicco della politica locale. Tra di essi figurano Antonio Meola, attuale segretario generale della Città Metropolitana, e i sindaci Giuseppe Jossa, Giuseppe Cirillo e Giuseppe Tito, in carica rispettivamente a Marigliano, Cardito e Meta di Sorrento. Questi amministratori sono stati parte del consiglio di amministrazione della Città Metropolitana Spa, ente che controlla la Ctp Spa.
Il provvedimento catalizza l’attenzione su un’operazione che ha attratto già molte critiche da parte dei cittadini e degli amministratori locali. A rischio, oltre alla reputazione dei singoli coinvolti, sono anche le istituzioni che gestiscono i servizi pubblici. La trasparenza e la responsabilità nella gestione delle finanze pubbliche sono elementi cardine in un contesto dove il trasporto pubblico riveste un ruolo chiave per la mobilità dei cittadini.
Le implicazioni future
Con questo atto, la Procura Regionale della Corte dei Conti mette in guardia su eventuali nuove indagini e responsabilità. L’importo eccedente gli 11 milioni di euro, per il quale sono state avanzate le accuse, è solo una frazione del danno complessivo accertato che può aumentare nel tempo, in base all’evoluzione delle indagini. Con un impatto diretto su un’intera comunità, la questione coinvolge anche gli utenti del servizio di trasporto pubblico, che già affrontano una serie di disservizi e inefficienze.
L’esito di questa vicenda potrebbe avere ripercussioni significative sia sulla gestione delle aziende municipalizzate, sia sulla fiducia del pubblico nelle istituzioni locali. Con la pressione crescente delle indagini, diventa fondamentale monitorare l’evoluzione della situazione per comprendere come le autorità locali reagiranno a queste accuse e quali misure verranno adottate in futuro per evitare simili problematiche.