L’implementazione del VAR nel calcio ha sollevato dibattiti accesi tra esperti, tifosi e addetti ai lavori. Lorenzo Fontani, noto giornalista, ha recentemente condiviso le sue opinioni sull’argomento, sottolineando sia i benefici che le complessità portate da questo sistema. Le sue dichiarazioni, rilasciate durante un’intervista con Sky, offrono un’importante chiave di lettura sul futuro del VAR nel campionato di Serie A.
Fontani apre il suo intervento enfatizzando che qualsiasi modifica all’interno del sistema VAR dovrebbe avere una portata globale, piuttosto che essere implementata in modo autonomo dai singoli campionati. Questo approccio è fondamentale per garantire una coerenza nelle decisioni arbitrali in tutto il mondo, evitando divergenze significative tra le varie leghe. Secondo il giornalista, il VAR deve agire come un sistema che non solo migliora la giustizia sportiva, ma offre anche standard uniformi a livello internazionale. La mancanza di una visione unitaria potrebbe infatti generare confusione sia tra gli arbitri, sia tra i giocatori e i tifosi, minando l’integrità del gioco.
La chiamata per un confronto globale sull’uso della tecnologia nel calcio arriva in un momento in cui il VAR è al centro delle discussioni, avvolto da tensioni e interpretazioni varie. Fontani sottolinea come la sua introduzione porti con sé la responsabilità di chiarire le motivazioni che stanno dietro a ogni decisione. Ogni campionato dovrebbe quindi seguire linee guida condivise per fare in modo che l’applicazione del VAR non diventi una fonte di ulteriore polemica.
Un tema centrale nell’intervento di Fontani è il principio di “chiaro ed evidente errore”, che dovrebbe guidare l’uso del VAR. Secondo il giornalista, la filosofia su cui si basa questo sistema è quella di massimizzare il beneficio riducendo al minimo le interferenze nel gioco. Questo significa che il VAR dovrebbe intervenire solo in situazioni dove ci sono errori così evidenti da dover essere corretti, senza alterare la fluidità e la dinamicità della partita.
Fontani avverte che una maggiore apertura agli interventi VAR potrebbe compromettere il ritmo naturale del calcio. A ogni principio di ingerenza dovrebbe corrispondere una riflessione approfondita sulla reazione del gioco. Sebbene il VAR abbia il potenziale di migliorare la correttezza delle decisioni arbitrarie, una sua applicazione incontrollata potrebbe portare a interruzioni crescenti e a una frustrazione tra gli spettatori e i giocatori. L’obiettivo finale deve essere dunque quello di mantenere il bel gioco e il suo fluido andamento, senza tralasciare la necessità di giustizia e equità.
Nel contesto della Serie A, Fontani esprime preoccupazione riguardo all’applicazione attuale del VAR e alle scelte che gli arbitri si trovano a prendere. Sottolinea l’importanza di formare arbitri esperti non solo nell’uso degli strumenti tecnologici, ma anche nel comprendere i principi sottesi alle decisioni da prendere in campo. A tal proposito, la formazione continua è un elemento cruciale per garantire che le nuove tecnologie siano gestite in modo efficace e coerente.
Questa necessità di formazione si estende anche ai club e ai giocatori, i quali devono essere pronti ad adattarsi alle regole di un gioco che stanno evolvendo con l’introduzione di tecnologie come il VAR. Comprendere i motivi dei suoi interventi può aiutare a costruire un dialogo più costruttivo tra tutte le parti coinvolte nel gioco.
Fontani conclude la sua analisi sottolineando che la sfida del VAR non riguarda solo la tecnica, ma anche la sua accettazione da parte dei protagonisti del calcio. Il dibattito sull’equilibrio tra correttezza e fluidità del gioco continuerà a essere centrale nel futuro del calcio italiano e internazionale.