La comunità accademica dell’Università degli Studi di Napoli Federico II sta vivendo un momento di profondo dolore per la morte del professor Mario Del Treppo, figura di spicco nel campo della storia medievale e accademico dei Lincei. Il suo contributo alla ricerca e alla formazione di generazioni di medievisti è stato inestimabile. Questo articolo ripercorre la vita e l’eredità di un luminare della cultura italiana.
La vita e la carriera di un grande storico
Un’origine polese e un percorso professionale d’eccezione
Nato nel 1929 a Pola, Mario Del Treppo ha vissuto una parte cruciale della sua vita in Fiume, prima di trasferirsi a Napoli poco dopo la Seconda Guerra Mondiale. Qui ha intrapreso il suo percorso accademico, dedicando se stesso all’Università degli Studi di Napoli Federico II, dove è stato un punto di riferimento per lo studio della storia medievale. Laureatosi con successo, nel giro di poco tempo è diventato assistente ordinario di Ernesto Pontieri, un’altra figura di riferimento nel panorama accademico italiano.
Il suo percorso di vita e professionale si è svolto quasi interamente nell’ateneo federiciano, ad eccezione di un breve periodo di tre anni trascorso all’Università di Roma Tor Vergata. Lì, Del Treppo ha continuato a insegnare e a contribuire al dibattito accademico, portando sempre con sé il bagaglio delle sue esperienze e competenze accumulate negli anni.
Un maestro e un innovatore nel campo della storiografia
L’impegno di Mario Del Treppo non si è limitato all’insegnamento. È stato un ricercatore instancabile, un innovatore. La sua opera ha provocato cambiamenti significativi nella comprensione della storia economica e sociale del Mediterraneo e del Mezzogiorno. Tra le sue pubblicazioni più importanti, spicca “I mercanti catalani e l’espansione della corona d’Aragona nel secolo XV” , che ha avuto un variante di grande risonanza a livello internazionale, tanto da essere tradotto in catalano nel 1976.
Del Treppo ha esplorato vari aspetti della storia medievale, da Amalfi alla banca, fino ad arrivare all’incastellamento, dimostrando una versatilità che ha arricchito il panorama storiografico. La sua ricerca è stata caratterizzata da un costante impegno verso l’innovazione metodologica e una profonda attenzione alla “libertà della memoria”, un concetto che ha dedicato a un celebre saggio.
Un’eredità luminosissima e un impatto duraturo
L’impatto sugli allievi e sulla comunità accademica
Mario Del Treppo non è solo un nome che si affianca a illustri pubblicazioni. È un maestro che ha plasmato la carriera di molti medievisti, alcuni dei quali oggi ricoprono ruoli di prestigio come docenti universitari. Le sue lezioni non erano solo un momento di trasmissione di conoscenza; erano eventi che stimolavano la curiosità intellettuale e il libero pensiero.
L’ateneo federiciano si raccoglie in ricordo della figura di Del Treppo, sottolineando il suo ruolo formativo e il suo impegno etico e civile. Ha partecipato attivamente alla fondazione della rivista “Nord e Sud”, frutto di una collaborazione con figure come Francesco Compagna e Giuseppe Galasso. La rivista ha rappresentato uno spazio di confronto e scambio di idee, contribuendo a definire il dibattito storiografico e culturale dell’epoca.
Un messaggio di lutto e riconoscimento
Il messaggio ufficiale dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, in cui si esprime il cordoglio della comunità accademica, evidenzia non solo la perdita di un grande studioso, ma anche di un uomo che ha dedicato la sua vita alla ricerca della verità storica. Il impotente legame tra il professor Del Treppo e i suoi allievi, colleghi e la sua famiglia fin nella sua scomparsa è un segno di un’eredità che perdurerà nel tempo. La sua memoria sarà mantenuta viva non solo attraverso i suoi scritti ma anche grazie a tutti coloro che hanno avuto la fortuna di apprendere dalla sua saggezza e dalla sua passione per la storia.