Gennaro Cimmino, rinomato coreografo e fondatore del Centro di Produzione Nazionale della Danza, è scomparso ieri mattina dopo aver combattuto una brutta malattia. La sua vita e carriera si intrecciano con l’eredità di Raffaele Viviani e una comunità artistica che ha amato e valorizzato. Questo articolo esplora la sua vita, la sua passione per l’arte e il suo impatto sulla danza contemporanea.
Gennaro Cimmino ha rappresentato un simbolo di innovazione e passione nel panorama della danza italiana. Sin da giovane, ha dimostrato un’immensa dedizione all’arte, produttore di opere che hanno saputo toccare le corde più profonde della sensibilità umana. Frase iconica della sua infanzia, ripetuta dalla madre per gestire la tumultuosa vita familiare, “E mò vedimmo si se ‘mbarca ‘sta varca!”, riflette perfettamente il suo approccio nella professione, sempre pronto a salpare verso nuove avventure artistiche.
Fondatore di Körper, Cimmino ha mosso i primi passi nel mondo dello spettacolo alla ricerca di un linguaggio corporeo autentico, svincolandosi dalle tradizionali convenzioni teatrali per abbracciare una forma d’arte più contemporanea e innovativa. Le sue opere come “Vivianesque”, che richiamano il mondo di Raffaele Viviani, hanno segnato una svolta significativa, portando l’arte della danza verso nuove frontiere espressive e percorsi non convenzionali.
L’originalità del suo lavoro ha attratto una varietà di artisti, spingendo la comunità a esplorare l’arte attraverso un’ottica diversa, abbracciando il dialogo tra corpo e movimento in maniera fresca e innovativa. L’impatto di Cimmino sulla danza non è da considerarsi solo una questione di performance, ma un’evoluzione del modo in cui si concepisce l’arte in relazione alla vita quotidiana.
Il contributo di Gennaro Cimmino alla formazione di giovani coreografi è stato cruciale nel far crescere una nuova generazione di artisti. Sostenitore della creatività e dell’autonomia, ha fornito gli strumenti necessari a molti professionisti emergenti, tra cui Luna Cenere, Gennaro Maione e Sara Lupoli, solo per citarne alcuni. La sua visione di un ambiente artistico inclusivo e accessibile ha rappresentato per molti un’opportunità di eccellenza e di espressione.
Cimmino credeva fermamente che la cultura potesse essere la chiave per superare le difficoltà sociali e generare cambiamenti significativi nella comunità. Questo ethos si rifletteva nelle attività di Körper, un centro che non solo produceva danza ma anche formava e promuoveva nuovi talenti, garantendo loro un palcoscenico per esprimere le proprie idee e visioni.
La sua profonda connessione con gli artisti era evidente nel suo modo di lavorare. Collaborava in modo sinergico con musicisti e danzatori, creando opere che parlavano un linguaggio universale di bellezza e creatività. Questo approccio ha alimentato un clima di fiducia e collaborazione, diventando un modello per altri centri di produzione artistica.
Il lascito artistico di Gennaro Cimmino si estende oltre i confini della sua vita. Le sue opere manifestavano una visione della danza come un mezzo di esplorazione e comprensione della vita stessa, di una purezza e di una bellezza che trascendono il tempo. Cimmino ha sempre messo in risalto l’importanza di restituire alla comunità, ispirando i giovani a portare avanti il suo insegnamento e la sua passione per l’arte.
Dopo aver affrontato una malattia che ha consumato le sue forze, Cimmino ha lasciato un vuoto incolmabile nella comunità artistica. Il suo impatto è palpabile, e i suoi insegnamenti vivranno attraverso coloro che ha ispirato e contribuito a formare. Oltre alla sua grande ammirazione per la danza, era anche un amante della lettura e della cucina, elementi che hanno arricchito ulteriormente la sua personalità e le sue interazioni con gli amici.
La camera ardente di Gennaro si tiene oggi presso il suo amato Körper, una testimonianza di quanto fosse radicato nella comunità che ha contribuito a costruire. L’odierno funerale presso la Chiesa di San Pasquale rappresenterà un momento solenne di celebrazione della vita di un uomo che ha dedicato tutto se stesso all’arte e alla danza. La sua eredità rimarrà viva, nutrendo non solo la danza, ma anche aspirazioni e ideali di chi vorrà continuare a percorrere la strada che ha tracciato.