Mancini pronto a lasciare l’Arabia Saudita dopo un’esperienza turbolenta: il punto sulla situazione

Dopo un periodo caratterizzato da altalenanti risultati sportivi e da polemiche che hanno travolto l’ambiente calcistico, Roberto Mancini e il suo staff sono in procinto di abbandonare la Nazionale saudita per tornare in Italia. Recentemente, l’ex commissario tecnico della Nazionale italiana aveva accettato l’offerta della federazione calcistica di Riad: un contratto da 25 milioni di euro che, tuttavia, non si è rivelato all’altezza delle aspettative. Le ultime prestazioni della squadra, accompagnate da incidenti mediatici, hanno contribuito a generare un clima di tensione che ha portato a una rottura imminente. Le trattative per la risoluzione del contratto stanno avanzando, ma sarà necessaria l’approvazione della famiglia reale, attualmente impegnata in eventi sportivi di rilievo.

Le delusioni consecutive e la tensione intorno a Mancini

Il 2024 non si è aperto nel migliore dei modi per la Nazionale saudita, con un’eliminazione prematura agli ottavi di finale della Coppa d’Asia, avvenuta in seguito a una sconfitta dai rigori contro la Corea del Sud. Questa situazione ha alimentato le già presenti polemiche attorno a Roberto Mancini, culminate nel pareggio contro il modesto Bahrein. Durante questo incontro, il tecnico ha avuto un duro confronto con un tifoso, in un episodio che ha macchiato ulteriormente la sua reputazione.

Lo scontro è stato amplificato dalla reazione di Mancini a una domanda provocatoria di un giornalista giapponese sul suo ingaggio. L’allenatore ha risposto in modo sarcastico, chiedendo se il giornalista volesse vedere il suo conto in banca. Questa serie di eventi ha contribuito alla crescente frustrazione all’interno della federazione calcistica, tanto che si è arrivati a valutare seriamente una risoluzione. Nonostante la federazione sembrasse inizialmente sostenere Mancini, il pareggio contro il Bahrein ha rappresentato un punto di rottura.

Il desiderio di progredire e ottenere risultati in vista della Coppa del Mondo del 2026 si è trasformato in una vera e propria crisi, con un presidente della federazione, Yasser Al Misehal, che ha manifestato pubblicamente il suo disappunto per i risultati ottenuti finora, dichiarando che i risultati erano inaccettabili. L’Arabia Saudita, che ambisce a ospitare il Mondiale 2030, si trova ora in una posizione critica, costretta a riorganizzarsi rapidamente.

La crisi delle qualificazioni e il futuro della nazionale

La terza fase delle qualificazioni ai mondiali ha rivelato il reale stato della nazionale saudita, che ha faticato a ottenere risultati positivi. Delle cinque partite giocate, la squadra ha riportato una sola vittoria contro la Cina, accompagnata da due pareggi e una sconfitta contro il Giappone. Con soli due punti guadagnati nelle prime tre uscite casalinghe, la situazione è diventata insostenibile, portando le autorità calcistiche a prendere atto della gravità della situazione.

Quella che era iniziata come una promettente avventura con l’obiettivo di raggiungere il massimo delle prestazioni calcistiche è rapidamente degenerata in una crisi di risultati. Nonostante l’ottimismo iniziale, il rapporto tra Mancini e la squadra si è deteriorato nel corso dell’anno, portando a una netta involuzione delle aspettative. Ora, con il match decisivo contro l’Australia in programma il 14 novembre, la Nazionale saudita deve affrontare la realtà di una possibile esclusione dal torneo.

Le aspettative di un rientro vittorioso per la squadra sono state sostituite dalla preoccupazione di dover affrontare un lungo cammino per cercare di qualificarsi. Con le prime due posizioni del girone che garantiscono l’accesso diretto al torneo, le possibilità per la nazionale si stanno rapidamente riducendo.

La ricerca di un nuovo allenatore e la sfida futura

Con la partenza imminente di Roberto Mancini, l’Arabia Saudita si trova ora di fronte alla necessità di trovare un successore che possa rilanciare le sorti della nazionale. Tra i nomi che circolano vi è quello di Zinedine Zidane, un sogno ambizioso per la federazione, che tuttavia ha anche sondato altre opzioni più realistiche. Tra questi, figura Ramón Díaz, conosciuto per il suo passato come attaccante dell’Inter e attualmente alla guida del Corinthians, insieme a Hervé Renard, che conosce bene la nazionale saudita avendola già guidata nel Mondiale del 2022.

La sfida per il prossimo allenatore sarà quella di ricostruire la squadra in un tempo ristretto e di ripristinare la fiducia nel sistema calcistico del Paese, soprattutto in vista di un futuro che include importanti manifestazioni internazionali. L’Arabia Saudita, pertanto, si mostra determinata a invertire il trend negativo e a ripartire con una nuova vision per il calcio che possa riportare entusiasmo tra i tifosi e una maggiore competitività sui palcoscenici globali. La ricerca di un tecnico di valore potrà essere decisiva per il riscatto della squadra, in un contesto calcistico in continua evoluzione.

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Filippo Grimaldi