Diego Armando Maradona, il mitico calciatore argentino e leggenda del Napoli, non è conosciuto solo per le sue prodezze sportive verdiane. Un episodio curioso e amichevole sotto la luce dei riflettori raccontato dall’ex compagno di squadra Eraldo Pecci, getta una luce nuova sulla personalità umana e generosa di Maradona. Questo incontro ha avuto luogo nella stagione 1985-1986 ed è stato rievocato da Pecci in un evento a Riccione, dove ha condiviso ricordi autentici che outline un Maradona diverso dal personaggio iconico che tutti conosciamo.
Era un momento di grande attesa per Eraldo Pecci, che era riuscito finalmente a entrare nel suo nuovo appartamento dopo tre mesi di attese e ritardi, un’epoca che rifletteva i tempi languidi che caratterizzavano Napoli in quegli anni. Un giorno, mentre Pecci si godeva la sua nuova casa, bussa alla porta un visitatore inaspettato: Diego Armando Maradona. L’argentino, che risiedeva nell’appartamento sopra il suo, si presenta con indosso una tuta e una televisione in braccio. Questo gesto non è solo un simpatico aneddoto, ma un modo per Maradona di mostrare la sua generosità e la sua volontà di aiutare i compagni.
Pecci ricorda il momento con affetto. Maradona gli offre la televisione come strumento per seguire le partite e restare sempre aggiornato sui match. Questa offerta, che potrebbe sembrare semplice, racchiude in sé il calore di un’equipe unita, dove la solidarietà tra i giocatori trascende il campo di gioco. Pecci, tuttavia, si mostra incerto sulla possibilità di installare il nuovo apparecchio, sottolineando la sua incapacità in lavori manuali e tecnici.
Nonostante le perplessità di Pecci, la determinazione di Maradona emerge chiaramente. Diego, infatti, non si limita a regalare la televisione, ma decide di mettersi fisicamente all’opera per installarla. Con una semplicità che contrasta con la sua fama, l’icona del calcio dimostra sostanzialmente di essere disposto a scendere a livelli più umani, rendendo quel gesto un simbolo di disponibilità e amicizia, un aspetto spesso trascurato nella vita di un campione.
Questa scena idilliaca non rappresenta solo il gesto di un grande calciatore verso un compagno, ma evidenzia anche la coesione all’interno della squadra del Napoli durante quegli anni. Pecci narra di come, in quel periodo, la vita sociale dei giocatori fosse caratterizzata da intense relazioni tra di loro. L’abitudine di cenare insieme, in particolare a casa di Bruno Giordano e Sandro Renica, ha contribuito a cementare legami forti. Le mogli dei compagni, affettuosamente incluse in questo cerchio intimo, accoglievano Pecci come parte della famiglia.
Diego Maradona ha sempre brillato per le sue qualità eccellenti di calciatore, ma il racconto di Eraldo Pecci illumina anche un suo lato più umano e compassionevole. Fornire assistenza in una situazione quotidiana, come l’installazione di una televisione, dimostra che il “Dio del Calcio” si distingue anche per la sua disponibilità verso i compagni di squadra. Questo episodio rappresenta solo una delle tante sfaccettature di un uomo che ha lasciato un segno indelebile non solo nella storia del calcio, ma anche nella vita quotidiana delle persone che hanno avuto il piacere di conoscerlo.
Le storie di Maradona continuano a vivere attraverso quelli che lo hanno incontrato e dal suo legame con Napoli, una città che lo ha accolto a braccia aperte e che, a sua volta, ha influenzato la sua vita e carriera. Ogni aneddoto, come quello raccontato da Pecci, rivela un Maradona più vicino alla gente, un campione che, al di là del suo immenso talento, ha saputo costruire relazioni significative con le persone intorno a lui.