Il dibattito attorno alla figura di Maria Rosaria Boccia si infiamma dopo le rivelazioni su dubbi riguardanti il suo curriculum accademico. Diverse istituzioni, tra cui università e associazioni di moda, hanno ufficialmente smentito le sue affermazioni, accendendo i riflettori su una questione di trasparenza in un momento di crescente interesse mediatico.
Le smentite delle istituzioni sul curriculum di Boccia
Le affermazioni di Maria Rosaria Boccia riguardo alla sua carriera accademica hanno suscitato interrogativi che andrebbero oltre le normali imprecisioni. La Camera della Moda ha già reso noto che Boccia non ha alcun ruolo ufficiale nell’organizzazione della Fashion Week di Milano, nonostante il suo profilo su LinkedIn la presenti come presidente dell’associazione. Questa notizia ha fatto scalpore tra gli addetti ai lavori e ha spinto altre istituzioni a prendere posizioni simili.
Anche l’Università Vanvitelli ha comunicato pubblicamente che Maria Rosaria Boccia non è mai stata docente di pianificazione e marketing e che le sue affermazioni riguardo a questo tipo di insegnamento risultano infondate. Questo ha sollevato preoccupazioni sul fatto che il curriculum di Boccia potrebbe essere caratterizzato da una serie di dichiarazioni ingannevoli.
Infine, l’Università Federico II di Napoli ha aggiunto un ulteriore tassello smentendo definitivamente la presenza di Boccia nel proprio corpo docente o come ricercatrice. Questa sequenza di smentite pone interrogativi seri non solo sulla credibilità di Boccia, ma anche sull’affidabilità delle informazioni che fornisce nei contesti pubblici e ufficiali.
La controversa doppia laurea e le sue implicazioni
Nella questione del curriculum di Maria Rosaria Boccia si inserisce anche la controversa affermazione di detenere una doppia laurea. Secondo quanto riportato, Boccia sostiene di aver conseguito, nel 2005, una laurea in Economia aziendale presso l’Università Parthenope di Napoli e una successiva laurea in Economia e management presso l’università telematica Pegaso. Tuttavia, nella cronaca degli eventi, emergono dettagli che suggeriscono uno scenario ben diverso.
Fonti giornalistiche, tra cui La Verità, riportano che Boccia potrebbe non aver mai discusso la tesi presso l’Università di Napoli e che la conclusione dei suoi studi sarebbe avvenuta solo nel 2023, presso l’Università Pegaso. Questa discrepanza temporale solleva dubbi non solo sulla sua formazione accademica, ma anche sulla legittimità di riportare tali titoli in contesti ufficiali. Nel frattempo, l’Università Pegaso ha avviato delle verifiche per accertare la veridicità delle informazioni fornite da Boccia.
Se queste affermazioni si rivelassero errate, potrebbero configurarsi ipotesi di reato, come la dichiarazione mendace, qualora il curriculum fosse stato presentato al Ministero della Cultura in vista di una nomina a consigliera per i Grandi eventi.
Polemiche su presunti incarichi in comune e il Festival della Bellezza
A incrementare la controversia intorno a Maria Rosaria Boccia è la sua presunta affiliazione a progetti pubblici. Recentemente, le sue affermazioni sono state messe in discussione dal sindaco di Pompei, Carmine Lo Sapio, il quale ha dichiarato che Boccia non ha mai ricoperto il ruolo di consulente per il Comune né è stata una sua collaboratrice. Tale chiarimento è emerso in risposta alla pubblicità di un evento, il “Festival della Bellezza”, che la vedeva indicata come ideatrice.
Ulteriori indagini hanno rivelato che non esisterebbe nessuna determina di incarico per Boccia, mentre sono state rivelate solo spese legate all’organizzazione dell’evento, come un aperitivo e costi per la tipografia. I numeri indicati hanno sollevato ulteriori interrogativi sull’autenticità del suo coinvolgimento in progetti ufficiali.
Questi sviluppi continuano a catalizzare l’attenzione dei media e a tormentare la figura di Maria Rosaria Boccia, rendendo sempre più difficile per lei mantenere una posizione credibile nel panorama pubblico e accademico.