Mario Eutizia, un nome che ha fatto notizia per la sua inquietante connessione con crimini che spaziano dalle truffe online fino a gravi accuse di omicidio. La storia di questo 48enne napoletano, con un passato segnato da un matrimonio fallito e da numerose denunce, ha attirato l’attenzione dei media a causa delle sue presunte attività fraudolente e delle azioni che hanno portato alla perdita di vite umane. Con un diploma da ragioniere e senza un lavoro stabile, Eutizia si è trovato al centro di una vicenda che solleva interrogativi non solo sulla sua persona, ma anche sulla vulnerabilità degli anziani, spesso bersagli di raggiri subdoli.
Mario Eutizia è un uomo con una vita segnata da fallimenti e scelte discutibili. A soli 48 anni, si ritrova senza un luogo da chiamare casa e con un passato carico di denunce per vari reati, fra cui truffa, furto e danneggiamento. Le problematiche personali sembrano avere un ruolo cruciale nel suo comportamento deviante. Oltre alla bassa autostima derivante dalla situazione finanziaria precaria, una serie di interazioni problematiche con il sistema sociale lo hanno spinto a cercare vie d’uscita discutibili. Il suo titolo di studio, un diploma da ragioniere, non sembra avergli aperto molte porte nel mondo del lavoro, portandolo a improvvisarsi, con esiti tragicamente fatali, in un ruolo che richiede empatia e responsabilità come quello del badante.
Secondo le autorità, Eutizia ha operato come badante, assistendo un numero imprecisato di anziani nel corso degli ultimi anni. Tuttavia, da un’attività che avrebbe dovuto focalizzarsi sulla cura e sostegno della popolazione vulnerabile, sembra emergere un profilo diverso e inquietante. Le indagini rivelano che avrebbe abusato della sua posizione per somministrare sedativi in dosi letali. Questa apparente contraddizione tra l’immagine del caregiver e quella dell’omicida configura un dramma umano complesso, che coinvolge non solo le vittime, ma anche l’intera comunità, chiamata a riflettere sui gravissimi rischi legati alla vulnerabilità degli anziani e alla fiducia riposta negli assistenti.
L’uomo è stato accusato di aver perpetrato numerose truffe su Facebook, in particolare tramite il marketplace della piattaforma. Gli utenti hanno denunciato un comportamento tipico delle frodi online, in cui Eutizia pubblicava annunci per prodotti o servizi, riceveva pagamenti e poi spariva senza fornire quanto promesso. Le testimonianze raccolte su Tellows, un sito che permette di segnalare truffe, indicano una continuità nel suo operato, con segnalazioni che risalgono a dicembre 2021 e che si protraggono fino ad aprile 2024. In misura crescente, molti utenti lo hanno riconosciuto non solo per le sue attività illecite, ma anche per la sua facilità nell’ingannare le persone, sfruttando il suo aspetto e la sua apparente serietà.
Le azioni di Eutizia hanno avuto conseguenze dirette sulla comunità, contribuendo a un clima di paura tra gli utenti del social network, in particolare tra le fasce più vulnerabili come anziani e persone sole. Le segnalazioni sul social media non sono solo l’espressione della frustrazione di chi è stato frodato, ma evidenziano anche un problema più ampio relativo alla sicurezza online e alla protezione delle persone più vulnerabili. La mancanza di controlli approfonditi sulle persone che operano nei servizi di assistenza agli anziani è un punto critico che le autorità dovranno affrontare, per evitare che in futuro simili episodi possano ripetersi.
Dopo un apparente tentativo di giustificarsi, Eutizia è finito al centro di un’inchiesta per omicidio, avendo confessato di aver somministrato massicce dosi di sedativi a diversi anziani che seguiva. Recatosi ai carabinieri di Caserta, ha espresso l’intenzione di rivelare dettagli sugli omicidi avvenuti, sostenendo di aver agito come atto di compassione verso i suoi assistiti. Tuttavia, le modalità con cui ha operato sollevano interrogativi su una motivazione che va oltre la mera pietà. Gli inquirenti stanno esaminando in che modo Eutizia, pur consapevole delle tantissime sofferenze dei suoi pazienti, possa aver considerato la somministrazione letale come una forma di sollievo.
In seguito alle confessioni, il giudice per le indagini preliminari ha deciso per la custodia cautelare in carcere di Eutizia, considerando il pericolo di reiterazione del reato. L’udienza di convalida ha messo in luce le contraddizioni tra l’auto-rappresentazione di Eutizia come un “angelo della morte” benevolo e l’accusa di aver agito con freddezza. La decisione di non dare seguito al fermo per pericolo di fuga, suggerisce un futuro processo che potrebbe rivelarsi complesso e lungo. La comunità attende con ansia di conoscere ulteriori sviluppi della vicenda, mentre le famiglie delle vittime affrontano la dura realtà della perdita.