Nel corso di una recente apparizione durante il programma “Calcio Napoli 24 Live“, Mario Fogliamanzillo, noto agente sportivo, ha analizzato le attuali dinamiche del contratto di lavoro degli atleti nel calcio, focalizzandosi in particolare sull’articolo 17. Questo articolo, sebbene esista da quasi vent’anni, è stato utilizzato solo in rari casi, ma le sue potenzialità rimangono significative per i calciatori più giovani. Fogliamanzillo ha offerto una visione chiara e precisa delle modalità di utilizzo di tale normativa, delle conseguenze per i calciatori e della necessità di un nuovo consenso tra le parti coinvolte nel mondo del calcio.
L’articolo 17 e le sue applicazioni nel mondo del calcio
L’articolo 17 delle norme FIFA consente a un calciatore di risolvere il proprio contratto senza giusta causa dopo tre anni dalla firma, a patto che abbia meno di 28 anni al momento della sottoscrizione. Questo articolo è stato raramente utilizzato: il primo e più significativo caso fu quello di Morgan De Sanctis, che sfruttò questa normativa per lasciare il suo club. Da quel momento, tuttavia, è emerso un tacito accordo tra diverse società calcistiche per non avvalersi di questa possibilità, creando una situazione di stallo che limita la libertà dei calciatori.
Nel caso di un atleta come Khvicha Kvaratskhelia, il quale potrebbe inoltrare la richiesta di risoluzione del contratto entro 15 giorni dalla scadenza dei tre anni dalla firma, si profilerebbero una serie di regole e procedure da rispettare. La sola presentazione di una raccomandata non è sufficiente: esiste un complesso insieme di criteri di compensazione economica che il club detentore del contratto avrebbe diritto di richiedere. Questi criteri includono la retribuzione che il calciatore percepisce, la commissione per l’agente e tutte le spese sostenute per l’acquisto del giocatore. È importante sottolineare che la somma così ottenibile sarebbe generalmente inferiore alla valutazione attuale di mercato del calciatore.
Tuttavia, i calciatori che decidono di avvalersi di questo articolo dovranno essere pronti a fronteggiare una squalifica che può variare da quattro a sei mesi, rendendo complicato il loro trasferimento a un club di un Paese diverso.
La questione Diarra e il suo impatto
Un esempio emblematico che illustra le complessità legate all’articolo 17 e alle norme FIFA è rappresentato dalla vicenda di Lassana Diarra. Il calciatore ha tentato di risolvere il proprio contratto con un club russo senza giusta causa, dichiarando di aver trovato un nuovo accordo economico con un’altra squadra. Tuttavia, la FIFA ha intervenuto vietando la stipula di un nuovo contratto con un club belga, imponendo il pagamento di una penale come conseguenza del suo comportamento.
Questa controversia giuridica, recentemente conclusasi, ha evidenziato come le norme FIFA possano ostacolare la carriera dei calciatori e la loro libertà di movimento. Alcuni esperti del settore hanno già definito la sentenza come una sorta di “Bosman 2.0“, alludendo al celebre caso di Jean-Marc Bosman che ha rivoluzionato le regole sui trasferimenti nel calcio europeo. La sentenza Diarra solleva interrogativi cruciali riguardo alla necessità di una riforma nell’ambito delle norme relative ai contratti e ai trasferimenti, richiedendo un dialogo aperto tra i sindacati dei calciatori e gli organismi di regolamentazione.
La necessità di un accordo tra club e calciatori
Fogliamanzillo ha espresso la sua speranza che si possa giungere a un accordo collettivo tra i vari sindacati internazionali dei club e dei calciatori, in modo da garantire una maggiore chiarezza e un miglior equilibrio nei rapporti contrattuali. Le tensioni in atto tra le esigenze delle società calcistiche e i diritti individuali dei calciatori richiedono un intervento strategico e collaborativo per poter migliorare le normative che attualmente governano il mondo del calcio.
In un contesto sportivo in costante evoluzione, le figure di mediatori e agenti come Fogliamanzillo sono sempre più importanti per garantire che i diritti dei calciatori vengano rispettati, ma anche per facilitare una migliore comunicazione tra le parti interessate. La strada verso una riforma del sistema non è semplice, ma diventa fondamentale per garantire un futuro più equo e sostenibile nel panorama calcistico mondiale.