Marisa Laurito ricorda Eduardo De Filippo: un viaggio nel teatro napoletano a quarant’anni dalla sua morte

Nel quarantennale della scomparsa di Eduardo De Filippo, Marisa Laurito, icona del teatro italiano, condivide i suoi ricordi di un maestro che ha lasciato un segno indelebile nella cultura napoletana. Attrice, cantante e direttrice artistica al Trianon Viviani, Laurito rivive l’emozione di entrare nella sua celebre compagnia al San Ferdinando. Un racconto che svela la disciplina e la passione di un uomo che ha dedicato la propria vita all’arte.

La figura di Eduardo De Filippo

Marisa Laurito esprime ammirazione e rispetto per Eduardo De Filippo, descrivendolo come un uomo di straordinaria bravura e rigore. “Il suo approccio al lavoro – racconta – era caratterizzato dall’esigenza nei confronti di se stesso e dei membri della sua compagnia.” Nel descrivere il maestro, Laurito sottolinea l’impatto profondo che De Filippo ha avuto sulla sua formazione. “L’insegnamento di Eduardo non si limita alle battute recitate, ma si riflette in un’immensa dedizione all’arte del teatro,” prosegue l’attrice, evidenziando come il drammaturgo fosse una sorta di faro per le nuove generazioni di artisti.

Il legame tra Laurito e De Filippo è instaurato fin dal suo ingresso nel mondo del teatro, e i ricordi di quegli anni rappresentano per lei un patrimonio inestimabile. La disciplina del maestro risuonava in ogni angolo del San Ferdinando, dove regnava un rigore che oggi appare lontano. “Nei nostri giorni, molti aspetti del teatro sembrano essersi affievoliti,” commenta Laurito, rimarcando il contrasto con le pratiche contemporanee. L’atmosfera al San Ferdinando era carica di reverenza e rispetto, e lavorare sotto la direzione di De Filippo era, per Laurito, come ricevere una preziosa eredità culturale.

L’ingresso nella compagnia di De Filippo

Marisa Laurito ricorda con affetto il giorno in cui si è unita alla compagnia di Eduardo De Filippo. “Il provino che mi ha cambiato la vita è avvenuto il giorno del mio ventunesimo compleanno,” racconta, ripercorrendo quel momento cruciale. I genitori di Laurito erano scettici nel vederla intraprendere una carriera nel mondo dello spettacolo. La decisione di Eduardo di accoglierla conquistando la sua ammirazione la motivò a superare le incertezze e le resistenze familiari.

Il primo incontro con De Filippo, e il contratto che le aggiudicò il posto, sono momenti che rimangono vivi nella memoria dell’attrice. “Eduardo si limitò a dirmi di andare a firmare il contratto,” racconta Laurito, segno di una professionalità che a De Filippo non è mai mancata. La sua prima recita, un monologo di “Non ti pago,” è stata un’occasione di esibire il suo talento, e Laurito ricorda come quell’audace performance colpì il maestro.

La disciplina e l’amore per il teatro

Chi ha avuto il privilegio di lavorare con Eduardo De Filippo sa quanto fosse fondamentale la disciplina nel teatro. Marisa Laurito spiega che l’insegnamento più grande del maestro possa essere riassunto in due principi: la disciplina e l’amore per il mestiere. “Eduardo era un perfezionista – rivela Laurito – e la sua passione per il teatro brillava in tutto ciò che faceva.” Questo impegno meticoloso iniziava fin dalle prove, alle quali tutti gli attori dovevano arrivare puntuali e registrare l’orario di ingresso. Le giornate di lavoro, che iniziavano nel pomeriggio e si protraevano fino alla sera, erano scandite da un’atmosfera di intensa dedizione.

Eduardo De Filippo non era solo un regista, ma un mentore per i più giovani. La testimonianza di Laurito riflette un rapporto quasi familiare, con il drammaturgo che riusciva a mantenere un equilibrio tra professionalità e umanità. “Anche se c’era un certo timore reverenziale,” ammette, “si sentiva anche la libertà di chiedere consigli e di parlare con lui.” Questo approccio aperto favoriva un’atmosfera di crescita e apprendimento, elementi fondamentali per cimentarsi in un’arte così complessa e delicata.

L’eredità di Eduardo De Filippo e i rapporti interpersonali

Marisa Laurito sottolinea l’importanza di mantenere viva l’eredità di Eduardo De Filippo attraverso la sua opera. “Le sue commedie devono continuare ad essere rappresentate così come le metteva in scena lui,” afferma, rimarcando la necessità di rispettare la sua visione artistica. “Eduardo desiderava essere ricordato per la sua autenticità e non per interpretazioni che potessero snaturare il suo lavoro.” Questo richiamo alla fedeltà artistica dimostra quanto il legame tra l’artista e il suo pubblico sia fondamentale per preservare la cultura teatrale.

Laurito, che ha mantenuto buoni rapporti con De Filippo fino alla sua scomparsa, si ricollega anche al concetto di comunità artistica, assente a suo avviso nelle compagnie teatrali moderne. Ricorda come anche le pause pranzo e le cene occasionali fossero momenti preziosi per rafforzare il legame tra i membri della compagnia. Nonostante Eduardo fosse noto per la sua riservatezza, non mancava mai di coltivare rapporti profondi, essenziali per creare un clima di lavoro affiatato e collaborativo.

La figura di Eduardo De Filippo oggi

Marisa Laurito chiude il suo racconto ritenendo fondamentale un corretto approccio per rendere omaggio a Eduardo De Filippo. “Riproporre le sue opere e rifarle con passione, senza cercare di migliorare ciò che era già perfetto, è il modo migliore per onorare un grande del teatro,” sottolinea. Le parole di Laurito alimentano la discussione sul ruolo di una delle figure più emblematiche del teatro italiano, ribadendo il rispetto e l’ammirazione dovuti a un artista che ha dato molto alla sua città e alla scena globale.

Ripercorrere la vita e il lavoro di De Filippo, soprattutto attraverso le testimonianze di chi ha avuto la fortuna di collaborare con lui, è un modo per comprendere il valore della cultura teatrale, portando avanti la sua eredità con dignità e passione.

Published by
Valerio Bottini