Il futuro dell’Elizabeth Street Garden, una piccola oasi verde nel cuore di Little Italy a New York, è oggi appeso a un filo. Il 10 settembre è prevista la demolizione di questo giardino storico, che ha attirato l’attenzione di stelle del calibro di Martin Scorsese, Robert De Niro e Patti Smith. L’operazione è giustificata dalla necessità di costruire un complesso di case popolari per anziani, sorto dalla promessa del sindaco Eric Adams di risolvere la crisi abitativa della città. Tuttavia, la resistenza dei cittadini e delle personalità di spicco ha portato alla luce una battaglia più ampia sul valore della storicità e dell’identità culturale di New York.
L’Elizabeth Street Garden è stato realizzato negli anni Novanta su un terreno che fino a due decenni prima ospitava una scuola. Si presenta come un angolo di tranquillità in una delle aree più densamente popolate di Manhattan, con sculture e elementi architettonici che richiamano l’epoca della Gilded Age. Questa piccola area verde non è solo un rifugio per residenti e visitatori, ma rappresenta un patrimonio culturale che racconta la storia delle comunità italo-americane che hanno plasmato il quartiere.
Il giardino è stato un punto di riferimento per gli abitanti di Little Italy e per i turisti, fungendo da spazio per eventi culturali, concerti e manifestazioni artistiche. La sua esistenza arricchisce l’offerta di verde urbano nella metropoli, contribuendo alla salute fisica e mentale dei residenti. La demolizione di questo spazio non metterebbe a repentaglio solo il giardino stesso, ma anche il tessuto sociale e culturale che esso rappresenta.
Scorsese ha condiviso i suoi ricordi d’infanzia e ha sottolineato l’importanza di avere spazi verdi accessibili, evidenziando il disagio di essere cresciuto in un ambiente privo di aree verdi. Le sue parole, assieme a quelle di De Niro, evocano un passato in cui il quartiere era un “campo di cemento”, sottolineando l’importanza di preservare tali spazi di vita e memoria.
De Niro ha espresso un forte attaccamento all’Elizabeth Street Garden, considerandolo un “gioiello” che, se rimosso, comporterebbe un danno irreparabile alla storia culturale della città. La sua preoccupazione non è solamente per il giardino in sé, ma anche per il suo significato più ampio come simbolo della comunità. Ha suggerito che esistono alternative più adatte per lo sviluppo abitativo, spaziose e in grado di soddisfare le esigenze della popolazione anziana.
Patti Smith, icona della musica e della poesia, ha fatto sentire la sua voce in questa battaglia, minacciando di restituire le chiavi della città. La sua partecipazione agli eventi e spettacoli nel giardino ha reso evidente quanto questo luogo abbia un significato profondo non solo per la comunità locale ma anche per il panorama artistico di New York.
La demolizione dell’Elizabeth Street Garden è giustificata dall’amministrazione statale come parte di un piano più ampio per alleviare la crisi abitativa di New York, con l’obiettivo di costruire mezzo milione di nuovi appartamenti entro il 2032. L’idea di erigere un palazzo con 123 unità abitative destinate specificamente agli anziani, di cui 50 riservate a persone senza tetto, è vista come una risposta necessaria, sebbene controversa.
Nonostante l’intenzione nobile del progetto, ci sono voci critiche nel quartiere che sostengono esistano altre location idonee per lo sviluppo di case popolari. L’approccio dell’amministrazione Adams è stato considerato affrettato da molti cittadini e leader della comunità, che chiedono un più ampio processo di consultazione e considerazione delle proposte alternative.
L’amministrazione non ha mostrato segni di apertura riguardo alla richiesta di fermezza da parte di Scorsese, De Niro e Smith. L’assessore all’Edilizia Adolfo Carrión ha affermato che le star coinvolte non possiedono il contesto completo della situazione e ha ribadito che la crisi degli alloggi è una questione di grande urgenza. Tuttavia, la mobilitazione dei cittadini e delle celebrità continua a rappresentare una sfida per un’amministrazione che si sta confrontando con le complessità di un edificio urbano in costante evoluzione. La battaglia legale e sociale per salvare l’Elizabeth Street Garden rimane viva, dando voce a una città che si batte per la propria identità.