La vicenda che coinvolge Mauro Eutizia, un badante di 48 anni di Napoli, ha suscitato sgomento e preoccupazione per l’ipotesi di una serie di omicidi ai danni di anziani sotto la sua cura. Accusato di avere causato la morte di quattro persone con somministrazioni massicce di farmaci, Eutizia si difende dichiarando che il suo obiettivo era alleviare la sofferenza dei suoi assistiti. Attualmente detenuto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, il suo caso continua a sollevare interrogativi sulle sue reali intenzioni e sulla possibilità di ulteriori vittime.
Il 22 agosto 2023, Eutizia chiama i carabinieri mentre si trova a Caserta, per confessare di aver ucciso quattro anziani a cui era stato badante nel corso degli ultimi dieci anni. La confessione avviene in modo dettagliato: l’uomo informa gli agenti di avere somministrato loro dosi esagerate di medicamenti, spiegando che credeva di agire per alleviare le sofferenze dei suoi assistiti. Pur ammettendo di non essere certo che i sovradosaggi abbiano effettivamente causato la loro morte, Eutizia si sente tormentato dalla coscienza e valuta la sua condotta come scorretta.
Durante il suo interrogatorio, Eutizia ribadisce il concetto di “pietà”, sostenendo che non avesse intenzioni omicidiarie e che avesse somministrato sedativi come Trittico e Talofen su prescrizione. Ammette di avere dato a ciascuno dei pazienti dosi quadruplicate come forma di sollievo per le loro condizioni di salute. Nonostante la difesa tenti di sottolineare la mancanza di volontà di uccidere, la Procura di Santa Maria Capua Vetere esprime preoccupazione per la possibile reiterazione del reato.
Dopo il fermo di Eutizia, è stata convocata un’udienza davanti al gip Alessandra Grammatica. Durante la stessa, il giudice decide di mantenere Eutizia in carcere, giustificando la scelta con il pericolo di reiterazione del reato. Gli avvocati difensori, Antonio Daniele e Gennaro Romano, hanno tentato di dimostrare che non ci siano motivi per ritenere Eutizia un pericolo di fuga o inquinamento probatorio, ma il giudice ha ritenuto la custodia cautelare necessaria.
Gli atti dell’indagine sono stati trasmessi al tribunale di Latina, dove si è verificato il primo episodio considerato parte di un piano criminale, e le indagini si sono ampliate. Oltre ai quattro anziani già citati, Eutizia ha lavorato per altri trenta assistiti, suscitando l’interrogativo se possa avere agito nello stesso modo anche con loro. La Procura sta attualmente valutando questo aspetto e i famigliari delle vittime sono stati interrogati per raccogliere ulteriori dettagli.
Mauro Eutizia, originario di Napoli, ha condotto una vita segnata da diverse patologie e difficoltà. La sua storia non è solo quella di un badante, ma di una persona affetta da diabete e altre malattie, che si è trovata ad assistere persone vulnerabili. La sua professione di badante, iniziata in giovane età, ha portato tra l’altro alla tragicità dell’attuale situazione, evidenziando come condizioni personali e professionali possano intrecciarsi in modi complessi e imprevisti.
Due delle presunte vittime di Eutizia sono Luigi Di Marzo, un anziano di 88 anni che è deceduto a Casoria nel dicembre 2023, e Gerardo Chintemi, 96 anni, scomparso a Vibonati nel marzo 2024. Entrambi i familiari hanno confermato che Eutizia assisteva i loro parenti e hanno espresso preoccupazione in merito alla condotta del badante. La Procura, in questo contesto, sta indagando per accertare la verità dietro alle affermazioni di Eutizia e per capire se le somministrazioni di farmaci abbiano avuto un ruolo cruciale nei decessi.
Mentre il caso continua a svilupparsi, le autorità stanno lavorando per determinare le responsabilità di Eutizia e la portata realistica delle accuse a suo carico. La comunità attende risposte, mentre l’inchiesta si muove su un terreno minato tra necessità di giustizia e la complessità di una vicenda profondamente umana.