Max Mara annuncia la sua nuova politica “fur free”, ma la LAV avverte: non è tutto oro ciò che luccica

Max Mara Fashion Group ha recentemente comunicato il passaggio a una politica “fur free”, suscitando l’attenzione e il dibattito nel settore della moda e della sostenibilità. Questo annuncio è stato accolto con entusiasmo da alcune associazioni animaliste, che però hanno sollevato dubbi sull’effettiva attuazione di questa nuova direttrice, rilevando che l’azienda ha ancora venduto prodotti con pelliccia animale fino a pochi mesi fa. Andiamo a scoprire cosa sta realmente accadendo dietro le quinte di questa importante decisione.

Le affermazioni di Max Mara: una svolta nella politica aziendale

Dichiarazione di Max Mara

In una nota diffusa venerdì, Max Mara ha dichiarato di essere “fur free da molte stagioni”, enfatizzando il suo impegno verso una moda più etica e sostenibile. Questo annuncio è particolarmente significativo, dato che l’azienda ha una presenza globale e una lunga storia nel settore della moda. Con sede a Reggio Emilia, il brand ha negozi in tutto il mondo e ha finalmente deciso di rendere pubblica questa nuova politica che segna una svolta importante.

I dettagli della nuova politica

Max Mara ha dichiarato che la sua nuova politica comprende l’eliminazione totale dell’uso di pelliccia animale in tutte le collezioni future. L’azienda si propone pertanto di realizzare abbigliamento che non utilizza materiali originati da animali, in linea con le crescenti richieste dei consumatori per un’impronta più sostenibile nel settore. Tuttavia, la LAV ha sottolineato come la vera prova di questa volontà risieda nella pratica e non solo nelle parole. La nota aziendale non fa menzione della dismissione della vendita di prodotti rimasti in stock, il che ha suscitato preoccupazioni sulla sincerità del cambiamento.

Le critiche della LAV e l’effettiva situazione di vendita

Il dossier della LAV

La LAV ha risposto alle dichiarazioni di Max Mara con un comunicato incisivo, evidenziando che l’azienda ha ancora venduto capi con inserti di pelliccia animale fino a febbraio di quest’anno. Gli attivisti della LAV hanno allegato screenshot che dimostrerebbero la disponibilità di modelli che utilizzano pelliccia di animali come visoni e volpi attraverso gli e-shop di Max Mara, Sportmax e Marina Rinaldi. È evidente che, nonostante l’annuncio di una politica “fur free”, l’azienda non ha ancora eliminato completamente tutti i prodotti di questo tipo dai suoi canali di vendita.

Le implicazioni della campagna #FurFreeMaxMara

La campagna #FurFreeMaxMara, lanciata a febbraio dalla LAV in collaborazione con la Fur Free Alliance, è stata un’importante iniziativa volta a sensibilizzare il pubblico e l’azienda stessa sui diritti degli animali e sull’impatto ambientale dell’uso di pellicce. Gli attivisti sostengono che, anche in presenza di una politica positiva come quella annunciata, la pratica dovrebbe includere la dismissione anche dei prodotti già esistenti in magazzino. Questo aspetto è cruciale, poiché rappresenta una vera e propria sfida per le aziende che cercano di allinearsi a principi etici nel proprio business.

Il futuro della moda e il ruolo delle politiche fur-free

L’evoluzione delle politiche aziendali

Il trend verso una moda sostenibile sta prendendo piede e sempre più aziende, incluso Max Mara, stanno rivalutando le loro politiche riguardo l’uso di materiali di origine animale. Le decisioni di adottare pratiche “fur free” non sono solo una risposta a pressioni esterne, ma riflettono una crescente consapevolezza da parte di marchi e consumatori sulle implicazioni etiche e ambientali della moda. Questa evoluzione è fondamentale in un contesto globale dove la sostenibilità è diventata un imperativo per il successo commerciale.

Le sfide da affrontare

Tuttavia, il passaggio a una politica priva di pelliccia non è privo di sfide. Le aziende devono navigare tra le aspettative dei clienti, le pressioni delle associazioni animaliste e le reali condizioni di mercato. La dismissione di stock esistenti e la creazione di nuove linee di prodotti rispettosi dell’ambiente richiedono investimenti significativi e una strategia ben definita. Se Max Mara e altri marchi seguiranno questa strada, sarà cruciale monitorare l’implementazione delle loro politiche e come esse influenzeranno il settore della moda nel suo complesso.

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Redazione