Michele Criscitiello ricorda Sergio Ercolano a 21 anni dalla sua tragica scomparsa

Michele Criscitiello ricorda Sergio Ercolano a 21 anni dalla sua tragica scomparsa - Ilvaporetto.com

La commemorazione di Sergio Ercolano, il tifoso scomparso 21 anni fa, continua a risuonare nel cuore dei tifosi di Avellino e Napoli. Questo anniversario tragico si colloca in un contesto di riflessione profonda sui disordini che segnarono la vigilia di un derby mai disputato tra le due squadre nel campionato di Serie B 2023/2024. Il giornalista Michele Criscitiello, nel ricordare quell’orrenda serata, ci riporta a un momento di grande dolore e di necessaria memoria collettiva.

Il contesto storico della tragedia

La situazione del calcio italiano negli anni 2000

Negli anni 2000, il calcio italiano era attraversato da una crescente violenza negli stadi, un fenomeno che preoccupava sia le autorità che i tifosi. In questo contesto, eventi come il derby tra AVELLINO e NAPOLI rischiavano di trasformarsi in scenari di scontro. La partita programmata il 24 ottobre 2001, nota per la sua rivalità storica e accesa, divenne tragicamente famosa non per il suo esito sportivo ma per i disordini che la precedettero. Gli scontri tra tifosi e la polizia in quella serata portarono a una crisi di sicurezza senza precedenti, evidenziando le lacune nel sistema di gestione delle folle.

La tragica serata del 24 ottobre 2001

La sera del 24 ottobre 2001 si trasformò rapidamente in un incubo. Nonostante le misure di sicurezza adottate, i disordini escalarono rapidamente, sia dentro che fuori dallo stadio PARTENIO. Questo clima di tensione culminò nella morte di Sergio Ercolano, un evento che segnò in modo indelebile non solo le famiglie coinvolte, ma anche l’intera comunità calcistica. Quella notte, il calcio, che avrebbe dovuto unire, si rivelò portatore di divisione e lutto. Con il passare del tempo, la memoria di Ercolano è divenuta un simbolo di quella tragedia collettiva, un richiamo costante alla necessità di una maggiore sicurezza e sensibilità nel contesto sportivo.

Il ricordo di Michele Criscitiello

Il messaggio del noto giornalista campano

A più di due decenni dalla tragedia, Michele Criscitiello ha voluto rendere omaggio a Sergio Ercolano e a tutte le vittime della violenza nel calcio. Sul social media X, il direttore di Sportitalia ha condiviso i suoi pensieri su quel drammatico evento: “Quel giorno da giovane cronista locale dovevo raccontare un derby e mi trovai a raccontare una tragedia.” Le sue parole rispecchiano non solo la sua personale esperienza di cronista, ma anche il sentimento comune di un’intera comunità che continua a chiedere giustizia per quanto accaduto.

La rilevanza dell’evento ai giorni nostri

Criscitiello sottolinea l’importanza di non dimenticare, e a questo proposito afferma: “Dopo 21 anni, Avellino e Napoli restano unite nel dolore di quella maledetta notte.” La sua riflessione mette in luce la necessità di mantenere viva la memoria di fatti che hanno segnato profondamente la storia recente del calcio in Italia. La violenza negli stadi non è solo una questione di ordine pubblico, ma un tema sociale che richiede un’analisi approfondita e una risposta collettiva.

L’eredità di Sergio Ercolano

Imparare dal passato

L’eredità di Sergio Ercolano, nel corso degli anni, ha spinto molteplici iniziative e campagne a favore della sicurezza negli stadi. Associazioni di tifosi e organizzazioni sportive hanno valorosamente lavorato per prevenire simili tragedie, sostenendo politiche più severe e percorsi di sensibilizzazione. Ogni anniversario della sua scomparsa diventa un’opportunità per riflettere su come la cultura calcistica possa evolvere in direzione di una maggiore inclusività e rispetto reciproco.

Un simbolo di speranza e cambiamento

Nonostante il dolore, la memoria di Ercolano rappresenta anche un simbolo di speranza per un futuro in cui il calcio possa tornare a essere un momento di festa, unione e sportività. La comunità di Avellino e Napoli continua a commemorarlo, promuovendo valori di lealtà e amicizia, tentando di trasformare una tragedia personale in un monito collettivo. La memoria di Sergio resta viva, invitando ciascuno a riflettere sull’importanza di garantire che il calcio rimanga pur sempre un gioco, e non un campo di battaglia.

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