Il fenomeno della violenza di genere continua a rappresentare un problema rilevante, coinvolgendo anche le giovani donne. A fronte di situazioni allarmanti che hanno interessato alcune studentesse negli ultimi anni, l’Università degli Studi di Milano-Bicocca ha deciso di intraprendere un’importante iniziativa: l’apertura di uno sportello antiviolenza. Questo progetto, che si avvale della collaborazione con organizzazioni esperte e ben consolidate, punta a fornire supporto e informazioni a tutte le persone della comunità accademica, contribuendo così al benessere e alla sicurezza in un ambiente educativo.
Un inizio ispirato dalle necessità reali
L’idea di creare lo sportello antiviolenza nasce dalla consapevolezza che la violenza non è solo un problema sociale più ampio, ma un tema che tocca direttamente la vita delle studentesse. Le parole della presidente del CUG, Patrizia Steca, esprimono chiaramente l’urgenza di tale iniziativa: “Molti casi di violenza hanno colpito giovani donne nel recente passato.” Questa iniziativa si inserisce in un contesto più ampio di attenzione e sensibilità verso le problematiche di genere, spingendo l’Ateneo a fornire un servizio significativo proprio dove gli studenti e le studentesse trascorrono gran parte della loro giornata.
Lo sportello nasce quindi come risposta a una richiesta sociale di maggiore protezione e supporto, puntando a diventare un punto di riferimento nella lotta contro ogni forma di violenza. In un’epoca in cui l’emergenza delle violenze di genere è sempre più evidente, l’obiettivo dell’Ateneo è quello di promuovere una cultura del rispetto e della consapevolezza, dando alle giovani la possibilità di chiedere aiuto e ricevere informazioni utili.
Eventi significativi e riconoscimenti
L’apertura dello sportello è stata ufficialmente annunciata durante l’evento “Gli strappi della violenza: riflessioni e azioni”, in concomitanza con la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Durante l’incontro, la rettrice ha conferito dei premi in memoria di Sofia Castelli, la studentessa tragicamente assassinata dall’ex fidanzato nel corso dell’anno scorso. Questo gesto simbolico sottolinea non solo la necessità di affrontare il fenomeno della violenza, ma anche di onorare le vite spezzate da essa, promuovendo una riflessione profonda su come ciascuno di noi possa contribuire a questo cambiamento.
Il ricordo di Sofia Castelli e la creazione di uno sportello antiviolenza sono segnali chiari che l’università sta assumendo una posizione attiva e propositiva su questi temi. La volontà di fornire un servizio strutturato e ben organizzato per chiunque ne avesse bisogno è un passo avanti nel promuovere un ambiente di studio più sicuro, dove le studentesse possano sentirsi protette e supportate nelle loro sfide quotidiane.
Un servizio accessibile e ben strutturato
Lo sportello antiviolenza sarà aperto a tutte le componenti della comunità accademica, inclusi studenti, studentesse, ricercatori e personale tecnico-amministrativo. Non solo quindi un aiuto per le studentesse, ma un’iniziativa rivolta a tutte le donne che lavorano e studiano all’interno dell’Università di Milano-Bicocca. Anche le donne del quartiere potranno accedere a questo servizio, creando un legame con la comunità circostante e garantendo un sostegno accessibile a tutte le donne che fanno parte o si avvicinano al campus.
La decisione di avvalersi della collaborazione con due realtà esperte, Cadmi e Svs, rappresenta un approccio oculato e professionale nell’organizzazione di questo importante servizio. Con personale formato e preparato, l’Ateneo si assicura di offrire un supporto qualificato, evitando soluzioni improvvisate e focalizzando l’attenzione sulla creazione di una rete di aiuto efficace e solidale. Il servizio dello sportello sarà attivo due volte a settimana, con la possibilità di una reperibilità telefonica per garantire un’assistenza continua e tempestiva alle donne che decidono di rivolgersi ad esso.
L’Ateneo di Milano-Bicocca, quindi, si fa carico delle responsabilità di oggi, mirando a costruire un futuro in cui la sensibilità e il rispetto reciproco diventino una prassi quotidiana nelle aule e nei corridoi universitari.