L’Università degli Studi di Milano-Bicocca ha attivato una serie di iniziative significative per contrastare la violenza, creando un ambiente accademico più sicuro e consapevole. In occasione dell’evento “Gli strappi della violenza: riflessioni e azioni dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca”, sono stati presentati un nuovo sportello antiviolenza e premi in memoria della studentessa Sofia Castelli, vittima di un tragico omicidio lo scorso anno. Questi sforzi mirano a fornire supporto e risorse per tutti i membri della comunità accademica che potrebbero trovarsi in situazioni di difficoltà.
L’attivazione dello sportello antiviolenza
Il nuovo sportello antiviolenza dell’Università di Milano-Bicocca rappresenta un importante passo avanti nella lotta contro la violenza, offrendo un luogo sicuro dove le vittime possono ricevere assistenza. La creazione di questo servizio è stata annunciata dalla rettrice Giovanna Iannantuoni, che ha sottolineato l’importanza di avere un supporto accessibile per tutte le donne appartenenti alla comunità accademica, incluse studentesse, docenti, ricercatori e personale.
Il pubblico può rivolgersi allo sportello per ricevere informazioni e supporto pratico in merito a come affrontare situazioni di violenza e molestie. Patrizia Steca, presidente del Comitato Unico di Garanzia di Milano-Bicocca, ha spiegato che il servizio è progettato per prevenire e contrastare ogni forma di violenza. Gli operatori sono formati e preparati per fornire protezione e attivare percorsi di uscita dalla violenza.
Grazie a una convenzione con centri antiviolenza come il CADMI e l’associazione SVS-Donna Aiuta Donna Onlus, l’università garantirà un supporto esperto sempre disponibile per le vittime. Questa collaborazione strategica permetterà di poter contare su professionisti qualificati e capaci di rispondere prontamente alle esigenze delle persone in difficoltà. Inoltre, è stata integrata una guida di autovalutazione a disposizione degli studenti per aiutarli a riconoscere segnali di relazioni tossiche e forme subdole di violenza.
Premi di laurea in memoria di Sofia Castelli
Durante l’evento, sono stati consegnati i premi di laurea intitolati a Sofia Castelli, in onore della studentessa la cui vita è stata tragicamente interrotta dalla violenza. I premi sono stati assegnati a Valentina Rinaldi e Antonio Sibilia per le loro tesi che affrontano rispettivamente il tema della violenza domestica e l’analisi di come i racconti antichi possano essere pertinenti nel contesto contemporaneo delle violazioni dei diritti. Questi riconoscimenti segnano un passo importante per promuovere la consapevolezza e la ricerca su tematiche di grande attualità.
La rettrice Iannantuoni ha evidenziato come iniziative simili siano fondamentali per alimentare la cultura del rispetto e per mantenere vivo il ricordo di Sofia. Il suo assassinio ha colpito profondamente la comunità e ha accentuato l’urgenza di cogliere ogni opportunità per diffondere consapevolezza sui diritti e offrire sostegno a chiunque possa trovarsi in difficoltà a causa di violenze o molestie. Attraverso premi come questi, l’università non solo onora la memoria della studentessa, ma intende anche stimolare una riflessione più profonda sulle problematiche legate alla violenza di genere.
Campagna di sensibilizzazione “Rifletti per cambiare”
Parallelamente alle iniziative pratiche, è stata lanciata una campagna di sensibilizzazione dal titolo “Rifletti per cambiare”. L’obiettivo di questa campagna è quello di incoraggiare le vittime a chiedere aiuto e a riconoscere i segnali di violenza nelle loro relazioni quotidiane. Adesivi con frasi motivazionali saranno affissi sugli specchi delle toilette universitarie, con messaggi positivi come “Nessuno ha il diritto di farti sentire meno di ciò che sei”.
Questa iniziativa mira a creare un ambiente di supporto e consapevolezza, incoraggiando la discussione su temi spesso taciuti e aumentando la visibilità delle risorse disponibili. Attraverso un approccio visivo e diretto, l’università cerca di raggiungere il cuore della comunità accademica, invitando tutti a riflettere su come le dinamiche di violenza possano manifestarsi nelle loro vite. È un passo cruciale per facilitare un cambiamento culturale e per offrire alle vittime la forza di cercare aiuto quando è necessario.
Ricerca sulle violenze e molestie nella comunità accademica
Un ulteriore elemento della giornata è stato dedicato alla presentazione di iniziative progettate per indagare le esperienze di violenza e molestie all’interno della comunità accademica di Milano-Bicocca. La professoressa Patrizia Farina del dipartimento di Sociologia ha sottolineato l’importanza di questo tipo di ricerca, ritenendola fondamentale per comprendere appieno la realtà universitaria e le problematiche che vi si annidano.
Conoscere i dati sulle violenze e le molestie consente di attuare misure concrete per migliorare la sicurezza e l’inclusività dell’ambiente accademico. Queste indagini non solo offriranno una panoramica delle esperienze vissute all’interno dell’ateneo, ma contribuiranno anche a sviluppare politiche più efficaci e interventi mirati per prevenire tali comportamenti. La trasparenza e l’impegno nella raccolta di dati sono pilastri essenziali per costruire un campus in cui ognuno possa sentirsi al sicuro e rispettato.
Un’opera d’arte collettiva per riflettere sulla violenza
Infine, l’artista Patrizia Benedetta Fratus ha presentato REMAKE, un’opera collettiva di arte sociale realizzata da membri della comunità accademica e della cittadinanza. Il progetto ha invitato i partecipanti a tessere una grande rete in diversi toni di rosso, simbolo delle cicatrici lasciate dalla violenza, incoraggiando così la riparazione e la ricostruzione. Ogni partecipante ha avuto l’opportunità di contribuire all’opera, rendendo visibile il tema della violenza attraverso un gesto di creatività collettiva e di trasformazione.
Questa attività ha permesso di riflettere sulle ferite generate dalla violenza, mentre ciascuno contribuiva a “ricucire” i danni in modo unico, rappresentando un messaggio forte e chiaro sulla necessità di solidarietà e sostegno reciproco nella comunità. In tal modo, l’università non solo si fa portavoce di una causa sociale, ma offre anche uno spazio per la riflessione, la creazione e la sana espressione delle emozioni legate a un tema tanto delicato e complesso.