La crisi del settore agricolo e della zootecnia in Italia si fa sentire anche nel Casertano. In queste ultime ore, un grande movimento di agricoltori, allevatori, pescatori e trasformatori artigianali ha preso vita, riprendendo le manifestazioni sotto il segno di un accorato appello per segnali di cambiamento. Diverse iniziative hanno già fatto il loro esordio nei pressi dei caselli autostradali dell’A1 a Capua e Santa Maria Capua Vetere, con l’aggiunta di un corteo partito da San Tammaro. L’obiettivo? Far sentire la loro voce e chiedere un’azione immediata da parte delle istituzioni.
Questa mobilitazione è stata ideata dal Coordinamento unitario agricoltori e pescatori italiani. A supporto di questa causa c’è il Comitato Altragricoltura, una realtà che da tre anni è in prima linea contro la cosiddetta “mattanza delle bufale”. Al centro della protesta vi è la richiesta di riformulare la politica sanitaria contro la brucellosi e la tubercolosi bufalina. Le malattie, da tempo sul tavolo del Ministero della Salute, hanno portato alla creazione di un commissario nazionale per l’eradicazione di questi patogeni. Tuttavia, gli agricoltori locali avvertono che non basta.
Gli organizzatori sottolineano l’impellenza di interventi adeguati, evidenziando come le piccole e medie imprese agricole stiano attraversando un momento critico. Nonostante la qualità e l’unicità dei prodotti offerti, i prezzi imposti dalla grande distribuzione possono essere ingiustamente bassi, mettendo ulteriormente in crisi una filiera già in difficoltà. Le aziende si trovano a dover affrontare non solo questa problematica, ma anche innumerevoli debiti e sfide legate a cambiamenti climatici e emergenze ambientali.
Fino ad ora, la mobilitazione non ha generato disagi significativi per gli automobilisti e i cittadini locali. I manifestanti, con i loro trattori, si sono impegnati a distribuire volantini per illustrare i motivi delle proteste. Quest’azione di sensibilizzazione si appella non solo alla solidarietà degli altri cittadini, ma richiama anche all’attenzione l’opinione pubblica, un metodo di resistenza già utilizzato in passato quando furono distribuiti frutta e verdura in segno di protesta.
L’inizio di questa mobilitazione rappresenta solo uno dei tanti eventi programmati. L’organizzazione promette che nei prossimi giorni vi saranno ulteriori azioni di protesta, sottolineando un crescente bisogno di supporto e intervento da parte delle autorità locali e nazionali.
L’urgenza di interventi immediati è il messaggio chiave lanciato dai manifestanti. Chiedono non solo di garantire un prezzo equo per il latte, ma anche di assicurare la tracciabilità della mozzarella di bufala, prodotto di punta del territorio. Senza un giusto riconoscimento e sostegno, il rischio è quello di vedere estinguere non solo le aziende, ma anche un’intera tradizione agroalimentare che caratterizza un superficie culturale e gastronomica di grande valore.
Il lavoro negli allevamenti e nei campi non rappresenta solo una fonte di reddito, ma una vera e propria vocazione che si tramanda di generazione in generazione. La battaglia contro le ingiustizie del mercato continuerà a mobilitare un gran numero di attori coinvolti nella filiera, pronti a far sentire la propria voce in difesa dei diritti e della dignità del lavoro agricolo.