Negli ultimi dieci anni, il tragico bilancio di morti sul lavoro in Italia si attesta mediamente su 1.200 vittime all’anno, secondo i dati forniti dall’INAIL. Questo dato, già di per sé allarmante, non tiene conto dei decessi dovuti a malattie professionali e infortuni che si manifestano nel lungo termine. La questione si fa particolarmente drammatica in contesti come l’Ilva di Taranto e l’Italsider di Bagnoli, esempi emblematici di quanto il lavoro possa trasformarsi in una trappola mortale. Mercoledì 2 ottobre, al Teatro Bellini di Napoli, si terrà una presentazione dell’inchiesta “Chi resta dei morti sul lavoro?“, proposta dalla redazione della rivista “Informazione SenzaFiltro“, un evento volto a sensibilizzare l’opinione pubblica su questo tema cruciale.
L’inchiesta “chi resta dei morti sul lavoro?”
Il reportage, a cura della giornalista Cristina Maccarrone, si presenta come un’opera giornalistica innovativa e necessaria. L’inchiesta si concentra sulla vita delle persone rimaste: i familiari di chi ha perso la vita in incidenti sul lavoro e le loro storie di dolore e resilienza assumono una centralità in questo lavoro. La narrativa si dipana attraverso casi emblematici, dalla tragedia della Jolly Nero alle conseguenze del terremoto dell’Aquila, inclusi eventi che parlano di sofferenza individuale mai realmente espressa. Questa narrazione ha il potere di evitare il cliché del sensazionalismo tipico della cronaca nera, proponendo una riflessione profonda su un tema di grande importanza sociale.
Oltre alla Maccarrone, la redazione si avvale delle firme di altri giornalisti come Lara Mariani ed Enrico Parolisi e collabora con ANMIL, l’Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro. Questo coinvolgimento di esperti nel settore rende il reportage ancora più autorevole e incisivo. La presentazione del libro si avvale dell’importanza del contesto in cui si svolge, essendo un colpo d’occhio su una realtà spesso ignorata o sottovalutata dalla società .
I numeri allarmanti e il commento degli esperti
La situazione attuale è preoccupante. Marinella De Maffutiis, Dirigente di ANMIL, ha sottolineato come gli ultimi dati INAIL mostrino un incremento significativo di incidenti mortali sul lavoro, che possono superare gli otto decessi al giorno, contrariamente all’errata percezione che molte persone hanno riguardo il tema. Nei primi sette mesi dell’anno, i numeri di incidenti sono oltremodo gravi. Questi eventi si concentrano in settori tradizionalmente pericolosi come l’agricoltura e la costruzione, dove il rischio è sempre presente ma le misure di sicurezza spesso insufficienti.
Il contesto in cui si inserisce questo report è delicato e urgentemente necessario. Molti incidenti non vengono nemmeno registrati, e il numero reale di morti e feriti è probabilmente più alto. Le storie di vita dopo la morte di un familiare nel contesto lavorativo deludono e rafforzano la necessità di migliorare le condizioni lavorative. Il silenzio che spesso circonda queste tragedie riflette una società che tende a ignorare il costo umano del lavoro. Riconoscere il dolore e la lotta di chi resta è un passo fondamentale per costruire una cultura della sicurezza che metta al centro la dignità dei lavoratori.
Il ruolo delle istituzioni e la situazione in Italia
Durante la presentazione, verrà invitato a prendere la parola il magistrato Bruno Giordano, il quale ha espresso preoccupazione sulla situazione dell’Ilva. Secondo Giordano, questo stabilimento più che un’industria rappresenta una ferita aperta per l’Italia. Indica un modello di sviluppo che sembra sacrificare il benessere dei lavoratori sull’altare del profitto. Le speranze di un’industrializzazione del Meridione sono state sostituite dalla triste realtà di un lavoro che mette a rischio la salute e la vita.
Giordano ha evidenziato come la storia economica italiana abbia da sempre girato attorno a un concetto distorto di benessere, dove la stabilità lavorativa viene confusa con sicurezza e salute. È tempo che le istituzioni si rendano conto della gravità di questa narrativa e adottino misure concrete per proteggere i lavoratori da incidenti e malattie professionali. La questione va affrontata non solo a livello normativo, ma anche sociale, per riuscire finalmente a dare dignità e rispetto a chi opera in settori ad alto rischio.
In questo contesto, la serata di mercoledì 2 ottobre assume una rilevanza non solo culturale, ma anche sociale. Sono attesi interventi di esperti come Marco Bentivogli, specialista in politiche del lavoro, e Antimo Casertano, artista e regista che ha portato in scena il tema delle ferite aperte dalla precarietà lavorativa. La direzione dell’evento sarà curata da Stefania Zolotti, direttrice di “SenzaFiltro“, e Alfredo Angelici del Teatro Bellini, che offriranno una visione raccolta e fondamentale per un dibattito che, si spera, possa segnare un cambio di rotta nella storia delle politiche lavorative italiane. L’ingresso sarà gratuito per chi possiede il biglietto dello spettacolo, il che rende l’evento accessibile a un pubblico vasto e interessato.