La comunità ciclistica italiana piange la scomparsa di Pietro Moratto, ciclista gregario di Fausto Coppi, venuto a mancare a Castellania durante le celebrazioni per il 65/o anniversario della morte dell’illustre Campione. Nato a Tortona, Moratto ha dedicato la sua vita allo sport e alla memoria di un’epoca che ha segnato la storia del ciclismo, condividendo il percorso con uno dei più grandi ciclisti di tutti i tempi.
Il malore e i soccorsi
Pietro Moratto è deceduto nella piazza del Municipio di Castellania, colpito da un malore improvviso che ha sorpreso tutti quelli che si trovavano lì con lui. Gli eventi si sono svolti rapidamente: immediatamente sono stati allertati i soccorsi del 118. Mentre attendevano l’arrivo dell’ambulanza e dell’elisoccorso, alcuni commensali hanno fatto il possibile per assisterlo. Attraverso una videochiamata, un infermiere della centrale operativa ha fornito istruzioni chiare per le manovre di emergenza, tra cui il massaggio cardiaco e l’uso del defibrillatore semiautomatico. Nonostante gli sforzi, il cicloamatore novantenne non è riuscito a sopravvivere.
I dettagli di questo drammatico evento hanno colpito profondamente la comunità, sottolineando l’importanza dell’intervento tempestivo in situazioni di emergenza. Questo episodio ha portato alla luce la vulnerabilità della vita e l’imprevedibilità del destino, soprattutto in un contesto di celebrazione come quello di Castellania, dove Moratto si era recato per onorare il suo compagno d’avventura dello sport.
La carriera di Pietro Moratto
Pietro Moratto è stato un ciclista attivo negli anni Cinquanta, un periodo d’oro per il ciclismo italiano. Iniziò la sua carriera con la squadra ‘Pedale Tortonese‘, diventata poi ‘Pedale Tortonese Fausto Coppi‘, nel 1953 e 1954. Nel 1955, Moratto unì le forze con l’Augustea, continuando così il suo percorso nel mondo del ciclismo professionistico. Le sue collaborazioni con Fausto Coppi, il famoso Campionissimo, lo hanno reso una figura significativa per gli appassionati di ciclismo e per gli storici degli sport.
Nel 1953 e 1955, Moratto ha avuto il privilegio di correre accanto a Coppi, un’esperienza che pochi ciclisti possono vantare. Questi anni hanno rappresentato un periodo cruciale nella sua vita, segnato non solo da sfide sportive, ma anche da momenti di grande emozione e condivisione che hanno contribuito a costruire la leggenda del ciclismo italiano.
Anche dopo il ritiro dalle competizioni, Moratto ha continuato a mantenere viva la memoria di Coppi e del ciclismo di quegli anni, partecipando a eventi commemorativi e di celebrazione. Questo lo ha reso un ‘testimone’ importante della storia del ciclismo, in grado di raccontare aneddoti e storie di una straordinaria epoca passata, caratterizzata da grandi campioni e imprese eroiche.
L’eredità di Pietro Moratto
La scomparsa di Pietro Moratto non segna solo la perdita di un ciclista, ma anche di una parte della memoria storica di un’era che ha influenzato profondamente il mondo dello sport. La sua vita, dedicata interamente al ciclismo e al ricordo di Fausto Coppi, ci ricorda l’importanza delle tradizioni e dell’interazione intergenerazionale tra atleti e appassionati.
Il mondo sportivo e i suoi sostenitori sono stati colpiti dalla triste notizia. Moratto, con la sua passione e dedizione, ha ispirato molti giovani ciclisti e amanti dello sport. Il suo esempio rappresenta un importante modello da seguire, un messaggio di impegno e determinazione nel perseguire le proprie passioni. La sua eredità continuerà a vivere non solo nelle memorie di chi lo ha conosciuto, ma attraverso le storie e le esperienze condivise nel mondo del ciclismo.
Pietro Moratto sarà ricordato con affetto e rispetto, un simbolo del ciclismo italiano e della sua gloriosa storia.