Un’importante figura romana se n’è andata: Luigi Molon, 76 anni, conosciuto come “Mino”, è deceduto a Roma, lasciando un vuoto incolmabile nel cuore di chi ha sempre considerato gli animali come membri della propria famiglia. Fondatore e proprietario di Casa Rosa, il noto cimitero per animali situato nel quartiere Portuense, Molon ha dedicato la sua vita a offrire un luogo di rito e di memoria per i compagni a quattro zampe, stabilendo un legame profondo tra esseri umani e animali. Casa Rosa, qui, è diventato non solo un luogo di sepoltura, ma anche un simbolo di affetto e rispetto nei confronti degli animali, un pensiero forte specialmente in un’epoca in cui la relazione tra uomo e animale viene rivalutata continuamente.
La storia di Casa Rosa e il legame con Mussolini
Casa Rosa ha una storia che affonda le radici nel lontano 1923, anno in cui il padre di Molon, Antonio, veterinario di Mussolini, avviò questa iniziativa. La struttura divenne il primo cimitero in Italia autorizzato a seppellire animali, accogliendo anche la gallina dei figli di Mussolini, simbolo di un’epoca ormai passata. Questo cimitero, situato a pochi passi dal centro di Roma, è diventato un rifugio per i ricordi e le storie di vita di animali amati e rispettati. Dopo la scomparsa di Antonio, Luigi ha portato avanti con passione e dedizione l’attività, gestendo un luogo che ha visto trascorrere centinaia di storie uniche.
Luigi Molon non era solo un custode dei ricordi, ma anche un veterinario, esattamente come suo padre. La sua preparazione e la sua sensibilità hanno permesso a Casa Rosa di diventare un santuario per animali e per le loro famiglie, dove ognuno poteva trovare conforto in un momento di dolore e perdita. Gli spazi verdi del cimitero, ordinati e curati, raccontano una storia di amore e rispetto verso il mondo animale, un posto dove la memoria di ognuno si perpetua attraverso lapidi personalizzate, alcune con foto e frasi affettuose, che testimoniano l’impatto duraturo che questi animali hanno avuto nelle vite dei loro proprietari.
Personaggi famosi e sepolture illustri
La fama di Casa Rosa ha attratto molte celebrità nel corso degli anni. Attori, politici e personalità pubbliche hanno scelto questo luogo per dare l’ultimo saluto ai loro fedeli compagni. Tra i nomi più noti ci sono quelli di Anna Magnani, che ha affidato i suoi gatti alle cure del cimitero, e Brigitte Bardot, che ha sepolto uno dei suoi tanti animali qui. Molon raccontava con amore e nostalgia delle tante storie che attraversano la vita del cimitero, con personaggi illustri che hanno scelto Casa Rosa come il loro ultimo tributo.
Anche i membri della famiglia reale, come i cani di Casa Savoia, hanno trovato riposo in questo luogo, così come i gatti di presidenti della Repubblica come Leone e Pertini. La domanda in molti è sempre stata la stessa: cosa avverrà ora che Molon è venuto a mancare? Il cimitero, con un migliaio di spoglie di amati animali, rappresenta un patrimonio culturale e affettivo che è difficile da sostituire.
Le prospettive future di Casa Rosa
Con la scomparsa di Luigi Molon, molti si chiedono quale futuro attenderà Casa Rosa. La gestione di questo importante cimitero per animali, che continua a rappresentare un punto di riferimento a Roma e oltre, è ora incerta. Molon, che ha dedicato la propria vita alla manutenzione e alla crescita del cimitero, ha sempre affermato l’importanza di offrire un servizio qualificato e rispettoso. Le sue parole sulle sepolture degli animali non sono mai state banali: “Un parlamentare ha fatto seppellire 22 tra cani e gatti”, aveva raccontato rievocando l’affetto che molti esponenti politici nutrono verso gli animali.
Quando si pensa ai tanti animali, dai più comuni ai più insoliti, che hanno trovato un riposo definitivo a Casa Rosa, risuona chiara l’eredità che Molon ha lasciato. E ora, mentre le domande sul futuro di questo luogo di ricordo si fanno più impellenti, la comunità è invitata a riflettere sull’importanza di mantenere viva la sua memoria. La struttura, fino a ora un rifugio per l’ultima dimora di amati compagni, continua a simbolizzare un legame profondo tra vita e morte, un luogo dove gli affetti non vengono dimenticati.