Nabilah: Luca Iannuzzi risponde alle accuse e annuncia azioni legali dopo la chiusura del locale

La discussione intorno al Nabilah, noto locale di Bacoli, si intensifica dopo l’ordinanza di chiusura emessa dal Comune, a causa di presunti abusi edilizi. Luca Iannuzzi, amministratore delegato dell’Arcadia Srl che gestisce il locale, ha rilasciato un comunicato stampa per esprimere la sua posizione e i prossimi passi da intraprendere. La vicenda sta suscitando un acceso dibattito sul tema della legalità nel settore della ristorazione e della tutela dei posti di lavoro.

Il comunicato di Iannuzzi

Nella sua dichiarazione, Iannuzzi sottolinea la sua volontà di tutelare l’azienda contro ciò che definisce come provvedimenti errati da parte del Comune di Bacoli. Secondo l’amministratore delegato, le accuse formulate nei confronti del Nabilah si baserebbero su errate interpretazioni della situazione, un aspetto su cui intende fare chiarezza attraverso le appropriate vie legali. “I provvedimenti emessi dal Comune di Bacoli sono fondati su presupposti erronei che la società si riserva di chiarire nelle sedi competenti”, ha affermato Iannuzzi, segnando l’inizio di una battaglia legale che mira non solo a rimediare a una situazione giudicata ingiusta, ma a proteggere anche la reputazione del locale.

Il comunicato non si limita a richiedere un riesame delle decisioni comunali, ma anche ad abbozzare il desiderio di stabilire un dialogo costruttivo con l’amministrazione locale. Iannuzzi si mostra aperto alla comunicazione e alla collaborazione, nonostante l’affermazione forte riguardo al diritto di agire legalmente. Quest’approccio mette in luce un aspetto strategico nella gestione delle crisi aziendali, suggerendo che la trattativa e il confronto possano risolvere conflitti in un contesto dove le posizioni legali possono risultare dispendiose e complicate.

La salvaguardia dei posti di lavoro

Uno degli elementi cardine nel discorso di Iannuzzi è la salvaguardia dei posti di lavoro legati al Nabilah. L’amministratore delegato è consapevole che la chiusura del locale non impatta solo sulla sua attività, ma anche sulle vite di molti dipendenti che potrebbero trovarsi in difficoltà a causa di questa decisione. “Intendiamo instaurare in primo luogo un dialogo costruttivo con l’ente”, ha dichiarato, enfatizzando come la priorità debba essere quella di trovare un punto di incontro.

Questa posizione si riflette in una strategia aziendale incentrata sul valore umano e sulla responsabilità sociale, che si propone di evitare conseguenze economiche e sociali negative per il personale. La sollecitazione a mantenere attivo il dialogo e l’interesse per le esigenze dei lavoratori indicano una volontà di affrontare i problemi in modo proattivo, evitando quindi escalation di conflitti che possano portare a una crisi occupazionale.

La strategia legale dell’Arcadia Srl

Nel comunicato, Iannuzzi rivela che l’Arcadia Srl ha già mobilitato un team di esperti, tra cui tecnici e avvocati specializzati, per affrontare la situazione legale. L’obiettivo del pool di professionisti sarà quello di analizzare dettagliatamente i provvedimenti presi dal Comune, con particolare attenzione all’istruttoria che ha portato a tali decisioni. Secondo Iannuzzi, le misure adottate sarebbero state emesse sulla base di una “istruttoria lacunosa”, e ciò renderebbe necessaria un’attenta revisione delle criticità sollevate.

Questa difesa legale non rappresenta soltanto una reazione alle circostanze attuali, ma evidenzia un approccio sistematico verso le problematiche di regolamentazione edilizia. La preparazione di un ricorso presso gli organi di giustizia amministrativa fa presagire che la società sia determinata a lottare per i propri diritti, sottolineando l’importanza di una corretta interpretazione delle normative vigenti nel settore. A questo punto, il futuro del Nabilah dipenderà non solo dalle decisioni legali che prenderà la società, ma anche dalla capacità di gestire efficacemente le relazioni con le autorità locali.

La situazione al Nabilah è un’ulteriore conferma di come la ristorazione e il settore dell’intrattenimento debbano frequentemente confrontarsi con normative complesse e con la necessità di navigare in ambiti legali spesso ambigui. La vicenda resta aperta e continuerà a evolversi nel contesto del dibattito pubblico e legale.

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Filippo Grimaldi