La top model Naomi Campbell è al centro di una polemica che ha portato alla sua esclusione formale dal mondo delle organizzazioni no profit nel Regno Unito. Questo provvedimento giunge a seguito di un’inchiesta amministrativa che ha rivelato un utilizzo improprio dei fondi raccolti da Fashion for Relief, un’iniziativa caritatevole che la Campbell stessa ha contribuito a promuovere. La Charity Commission, ente indipendente preposto al monitoraggio delle attività delle ONG nel Regno Unito, ha esaminato con attenzione la gestione finanziaria della fondazione, giungendo alla conclusione che vi sono state gravi irregolarità.
L’inchiesta, avviata circa due anni fa, ha messo in luce la malversazione di risorse economiche destinate a scopi benefici. La Charity Commission ha documentato che parte delle donazioni raccolte dalla fondazione non è stata utilizzata per le finalità sociali dichiarate, bensì per spese personali ed extralusso di Naomi Campbell e di altre persone associate. Tra gli accertamenti, è emerso che il denaro sottratto è stato utilizzato per pagare soggiorni in hotel a cinque stelle, trattamenti benessere in spa di lusso e la sicurezza privata della Campbell. Inoltre, ci sono state spese per piccole voci come sigarette e il finanziamento di attività legate ad interessi personali delle famiglie delle fiduciarie.
Le azioni illegittime hanno coinvolto anche altre fiduciari di Fashion for Relief. Tra queste, Bianka Hellmich ha ricevuto un richiamo per l’appropriazione indebita di 290.000 sterline, accertata per consulenze mai fornite. Le evidenze raccolte dall’ente hanno confermato un uso improprio persistente delle donazioni nel corso di un periodo di sei anni, dal 2016 al 2022, evidenziando una gestione non trasparente e contraria agli scopi di beneficenza prevista.
Con la chiusura dell’inchiesta, la Charity Commission ha deciso di adottare misure disciplinari drastiche nei confronti di Naomi Campbell, che non potrà assumere incarichi in organizzazioni caritative per cinque anni. Le altre fiduciarie coinvolte, Bianka Hellmich e Veronica Chou, hanno ricevuto sanzioni di diversa durata, rispettivamente nove e quattro anni. I provvedimenti risultano particolarmente severi considerando la natura e l’entità delle irregolarità riscontrate.
La decisione finale di sospendere le ex aderenti di Fashion for Relief arriva dopo il recupero di 345.000 sterline, che erano state spese impropriamente. Inoltre, la Charity Commission è riuscita a mettere in sicurezza ulteriori 98.000 sterline prima che potessero essere dissipate. Questi risultati dimostrano l’importanza di una vigilanza costante e della trasparenza nei conti delle organizzazioni no profit, specialmente in un contesto in cui le donazioni vengono mosse con l’intento di sostenere cause sociali importanti.
L’episodio ha riacceso il dibattito sulla necessità di una maggiore regolamentazione e trasparenza nel settore delle organizzazioni no profit nel Regno Unito. Con le crescenti preoccupazioni riguardo all’uso improprio dei fondi, è fondamentale garantire che le risorse raccolte vengano destinate esclusivamente alle finalità per cui sono state donate. La responsabilità dei fiduciari e la necessità di una supervisione efficace sono diventate temi centrali alla luce di quanto emerso dall’inchiesta.
La fiducia del pubblico nei confronti delle associazioni caritative può essere messa a repentaglio da episodi di questa natura. Le ONG si trovano ora davanti a un’importante sfida: restaurare la fiducia del pubblico e garantire che le donazioni siano gestite in modo etico e responsabile. Quest’episodio è un campanello d’allarme per altre organizzazioni, che devono riflettere sulla loro governance e sulle misure da adottare per evitare simili situazioni.
Le decisioni della Charity Commission si pongono quindi come un avvertimento per il settore, sottolineando l’importanza di procedure rigorose e controlli sistematici per garantire la sana gestione delle risorse e la trasparenza nei processi finanziari all’interno delle organizzazioni charity.