Napoli: chiusura dell’ultimo negozio di fiori in via Scarlatti segna una triste perdita per il quartiere

Il quartiere Vomero di Napoli dice addio a un simbolo di bellezza e cultura locale, con la chiusura del negozio di fiori “I fiori di Monica”. Questa attività, che per anni ha accesso la strada con i suoi colori vivaci, rappresenta un pezzo di storia per i residenti, che ora devono confrontarsi con il crescente disfacimento del commercio tradizionale. Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori Collinari, esprime il suo rammarico e mette in luce la difficile situazione economica che ha portato alla chiusura.

La chiusura di un’icona locale

La recente chiusura del negozio “I fiori di Monica” ha suscitato grande tristezza tra i residenti di via Scarlatti al Vomero. L’attività era conosciuta per la sua varietà di fiori e piante che arricchivano visivamente l’area pedonale, generando un’atmosfera accogliente e vibrante. Gennaro Capodanno ha commentato con intensità questa perdita, sottolineando come il quartiere stia assistendo alla scomparsa di una tradizione radicata. Negli anni passati, l’area era caratterizzata da negozi storici gestiti da famiglie, dove la passione e la cura per il prodotto erano palpabili, ma che ora si vedono sostituiti da negozi di grande distribuzione e catene di ristorazione.

Capodanno attribuisce questa tendenza a un aumento significativo dei costi di gestione, rendendo insostenibile la loro attività. I costi degli affitti hanno raggiunto livelli insopportabili, complicando la vita ai piccoli rivenditori. Questo cambiamento, che ha visto trasformare il volto del Vomero, porta con sé una perdita non solo economica ma anche culturale, poiché diminuisce la varietà commerciale, un elemento essenziale per la vitalità di un quartiere.

Trasformazioni del commercio nel Vomero

Il commercio nella zona del Vomero ha subito nel tempo un’evidente metamorfosi. Gennaro Capodanno, attento osservatore dei cambiamenti socio-economici, evidenzia come negozi di fiori e artigianato stiano scomparendo a favore di esercizi che offrono principalmente cibo e bevande. Questa evoluzione ha portato a uno stravolgimento del paesaggio urbano, dove i piccoli negozi a conduzione familiare si stanno progressivamente estinguendo.

Secondo la testimonianza di Capodanno, l’affermarsi di megastore e catene di ristorazione ha ulteriormente sopraffatto il commercio tradizionale, privando i residenti di opzioni più personalizzate e uniche. Le isole pedonali, un tempo animate da negozi caratteristici, sono diventate più un palcoscenico per le attività di ristorazione, riducendo l’appeal estetico e culturale del quartiere. Questo processo di commercializzazione ha dei costi sociali, che si riflettono sulla qualità della vita dei residenti e sulla perdita di spazi di incontri e interazioni genuine.

I ricordi dei negozi storici di fiori

I negozi di fiori che una volta abbellivano il Vomero non sono solo esercizi commerciali, ma custodi di storie e tradizioni. L’attività di Vincenzo Cimmino, presente in via Scarlatti per oltre ottanta anni, è un esempio significativo di come il commercio di fiori abbia rappresentato un faro di comunità per decenni. Nonostante le difficoltà economiche, Cimmino ha continuato a vendere fiori anche dopo aver chiuso ufficialmente il negozio, dimostrando resilienza e amore per la propria attività.

Altri memorabili esempi citati da Capodanno includono il negozio di fiori di Pasquale D’Avino, avviato negli anni ’50 e ora chiuso, che era un punto di riferimento per gli abitanti e i visitatori. La sua fama si basava sulla capacità di D’Avino di offrire consigli di giardinaggio, rendendolo non solo un venditore, ma anche un vero e proprio referente per la comunità. La creatività del negozio si manifestava anche attraverso le insolite “teste verdi”, esemplificative delle idee ingegnose e ludiche che attiravano l’attenzione dei bambini.

L’attuale panorama di vendita fiori

Oggi, il panorama di vendita di fiori e piante in via Scarlatti e nelle aree circostanti è cambiato drasticamente. Con la scomparsa dei negozi storici, rimangono solo alcuni venditori ambulanti che cercano di mantenere viva la tradizione, allestendo i loro spazi provvisori durante le ore di mercato. Questi venditori portano con sé una parte della cultura floristico-commerciale che ancora resiste in una forma rinnovata e pratica, ma la loro presenza non riesce a colmare il vuoto lasciato dai negozi storici.

Il futuro del commercio al Vomero presenta sfide significative e la nostalgia per il passato si fa sentire forte tra i residenti. L’augurio di Capodanno e della comunità è che possano emergere nuove idee imprenditoriali capaci di ridare vita e colore agli spazi urbani, preservando la cultura e la storia di un quartiere unico come il Vomero.

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Filippo Grimaldi