Napoli e Atalanta: l’analisi di una partita sbagliata per gli azzurri

La recente sfida tra Napoli e Atalanta ha suscitato un ampio dibattito tra esperti e appassionati di calcio. L’allenatore dell’Inter, Antonio Conte, ha espresso la sua opinione sul confronto, riconoscendo la superiorità attuale della squadra di Gian Piero Gasperini. Le parole di Conte mettono in luce le difficoltà del Napoli, che non è riuscito a esprimere il proprio potenziale, mentre l’Atalanta ha mostrato una prestazione convincente. Questo articolo esamina le decisioni tattiche degli allenatori, le chiavi della vittoria della Dea e le considerazioni sui singoli giocatori.

Le scelte tattiche di Gasperini

Gian Piero Gasperini ha sorpreso molti mettendo da parte il capocannoniere Retegui per schierare De Ketelaere, una decisione che ha sollevato interrogativi tra i tifosi e gli esperti. L’intenzione del mister è sembrata chiara: evitare di dare punti di riferimento al Napoli, una squadra che ha faticato a trovare spazi e opportunità. Questa scelta ha dato i suoi frutti, poiché l’Atalanta ha controllato il gioco fin dai primi minuti, sfruttando una manovra rapida e incisiva.

Il secondo gol, che ha fissato il punteggio sul 2-0, ha rappresentato un momento emblematico, frutto del gioco armonico e della strategia di Gasperini. Attraverso un pressing intelligente e una fase difensiva solida, l’Atalanta ha costretto il Napoli a giocare in modo reattivo, limitando le sue possibilità offensive. La condizione atletica e la determinazione della Dea si sono rivelate determinanti nel permettere ai bergamaschi di dominare l’incontro.

Le difficoltà del Napoli

Il Napoli ha vissuto una giornata negativa, incapace di entrare in partita come desiderato. Le parole di Bagni, ex giocatore e commentatore, riflettono il sentimento di molti: “non c’è stata partita”. I calciatori azzurri, pur avendo a disposizione individualità di rilievo, hanno mostrato una mancanza di coesione e incisività nel gioco. L’occasione di McTominay, che potrebbe aver cambiato il corso della gara, rappresenta solo uno dei pochi lampi in un match dominato dagli avversari.

La mancanza di creatività a centrocampo è stata evidente, con Gilmour che, pur avendo buone geometrie, non è riuscito a replicare le qualità costruzione di gioco che caratterizzano l’apporto di Lobotka. Questa differenza si è fatta sentire, poiché il Napoli non ha mai imposto il proprio ritmo, risultando prevedibile e facilmente arginabile da parte della difesa dell’Atalanta.

Il confronto tra i singoli

Tra i confronti singoli, spicca quello tra Lukaku e il difensore Hien. Il centravanti belga, abituato a sfidare difensori fisici, ha trovato in Hien un avversario che lo ha messo in difficoltà, limitando le sue abituali incursioni. Bagni ha evidenziato come, quando Lukaku è costretto a giocare spalle alla porta, diventi prevedibile, rendendo più facile il compito per i difensori avversari.

In un contesto in cui il Napoli ha faticato a costruire gioco, è emerso chiaramente che le dinamiche di squadra, insieme alle prestazioni individuali, hanno contribuito al risultato finale. L’analisi di questi aspetti mostra come le scelte tecniche e le qualità dei giocatori abbiano un impatto significativo sull’esito della partita. Questo incontro servirà sicuramente come insegnamento per il Napoli, che dovrà trovare soluzioni alternative per affrontare avversari ben organizzati come l’Atalanta.

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Filippo Grimaldi