Napoli e il mare: il diritto di accesso ostacolato da prezzi alti e gestione privata

A Napoli, città costiera, accedere al mare si sta rivelando un’impresa ardua per molti cittadini. L’assegnazione delle concessioni balneari a privati, unita a prezzi di accesso alle spiagge libere che stanno lievitando, sta creando difficoltà ingenti per chi desidera trascorrere una giornata di relax al mare. Mentre l’Unione Europea avanza in procedura di infrazione contro l’Italia per la gestione delle concessioni demaniali, i concessionari continuano a prosperare, aumentando così i prezzi senza alcun controllo pubblico.

La problematica delle concessioni balneari

Concessioni demaniali e gestione privata

A Napoli, la problematica delle concessioni balneari emerge in modo chiaro. Le spiagge, che dovrebbero essere un bene pubblico accessibile a tutti, sono in gran parte sotto il controllo di gestori privati che, in molti casi, versano canoni irrisori per la gestione. Secondo una dichiarazione di Gennaro Esposito, consigliere comunale di Napoli, “Le concessioni sono date dall’autorità portuale perché il Comune di Napoli ha rinunciato alla sdemanializzazione e quindi alla gestione diretta degli arenili”. La questione è aggravata da una pratica diffusa in Italia di proroga delle concessioni ultradecennali, che perpetua un sistema che sembra favorire i privati piuttosto che il pubblico.

A Napoli, il numero delle concessioni balneari ammonta a 28, e la maggior parte di esse ha canoni annuali sorprendentemente bassi. Solo due delle concessioni superano i 50.000 euro annuali, mentre 17 di esse non raggiungono neppure i 10.000 euro. Ad esempio, Bagno Elena versa 25.000 euro per un’ampia spiaggia, mentre Lido Ideal e Bagno Sirena pagano rispettivamente 8.000 e 5.000 euro. Questa disparità tra introiti pubblici e guadagni privati sottolinea un sistema che risulta insoddisfacente per i cittadini e le casse comunali.

Aumento incontrollato dei prezzi per l’accesso

L’inevitabile conseguenza di questa situazione sono i prezzi in continua ascesa per l’accesso ai lidi privati. I dati mostrano che, nonostante i canoni ridotti, gli utenti si trovano a fronteggiare costi elevati per accedere anche solo a un lettino e un ombrellone. Ad esempio, al Bagno Elena il costo complessivo per una famiglia di quattro persone può oscillare tra i 60 e gli 80 euro solo per i lettini, escludendo parcheggio e ristorazione. Leggi che impediscono l’introduzione di cibo e bevande costringono i visitatori a optare per acquisti interni, che vanno ad aumentare ulteriormente la spesa.

Il numero chiuso e le sue conseguenze

La controversa gestione degli accessi spiaggia

Negli ultimi due anni, il Comune di Napoli e l’Autorità Portuale hanno introdotto il numero chiuso per le spiagge libere, un passo controverso che ha sollevato il malcontento di numerosi cittadini e comitati come Mare Libero. I gestori dei lidi privati sono stati incaricati della gestione degli accessi, il che solleva interrogativi sull’imparzialità di questa decisione. Laura Nasti, del Comitato Mare Libero, ha sottolineato come “le regole imposte dal Comune e dall’autorità portuale siano state ritenute un abuso”.

Le prenotazioni online sono state introdotte, ma con restrizioni che spesso si rivelano inefficaci e vessatorie, come il divieto di prenotare per più di un numero limitato di persone. Inoltre, un sistema di penalità per chi non si presenta alla prenotazione crea ulteriori complicazioni. Queste dinamiche lasciano molti cittadini frustrati e privati dell’opportunità di accedere al mare.

Le azioni del comitato Mare Libero

Mare Libero ha fatto ricorso al TAR contro questa situazione, riuscendo a ottenere delle sentenze a favore di una gestione più equa degli accessi. Tuttavia, il Comune ha continuato a stipulare accordi di collaborazione con i gestori privati, riproponendo regole simili a quelle già contestate. La battaglia legale continua mentre la stagione balneare si avvia verso la conclusione, mettendo in luce la necessità di garantire il diritto di accesso al mare senza discriminazioni.

Ostacoli fisici all’accesso al mare

Cancelli e restrizioni per la fruizione della spiaggia

L’accesso al mare a Napoli è ulteriormente ostacolato da cancelli e limitazioni fisiche istituite dai concessionari. Questa situazione contraddice il diritto degli utenti di accedere alla battigia. Silvana Giannotta, attivista di Mare Libero, evidenzia che “l’accesso alla battigia fino a 5 metri dovrebbe essere garantito a tutti”. Tuttavia, la realizzazione di questi diritti è frustrata da cancelli frequentemente chiusi e controlli da parte di personale privato.

Questi ostacoli creano disparità, dove l’accesso pubblico è limitato, mentre la gestione degli spazi da parte privata prevarica sulle norme comunitarie. Il caso di Riva Fiorita a Marechiaro è esemplificativo: l’accesso alla spiaggia libera è limitato ai residenti di un condominio a causa di una sbarra e di un vigilantes, penalizzando di fatto chi abita altrove.

Il caso di Riva Fiorita

Nonostante gli interventi previsti dal Comune, come la costruzione di passarelle per garantire percorsi agevoli, sono rimasti incompiuti. La mareggiata ha distrutto un’installazione che doveva facilitare l’accesso, senza che si sia provveduto al ristabilimento della stessa. La mancanza di attenzione a questi aspetti solleva interrogativi sulle priorità amministrative, lasciando intatti i privilegi di accesso alle spiagge libere per un numero ristretto di persone.

L’assenza di azioni concrete per riparare e mantenere le strutture di accesso dimostra un disinteresse verso le esigenze del pubblico e un’inevitabile preferenza per il settore privato. La battaglia per il mare a Napoli continua, e spetta ai cittadini non arrendersi di fronte a queste ingiustizie manifestate nell’accesso al patrimonio naturale della città.

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Redazione