La città di Napoli, un tempo sinonimo di arte, cultura e gastronomia, si trova ora ad affrontare una crescente ondata di violenza giovanile che minaccia non solo la sicurezza dei suoi abitanti, ma anche il flusso turistico sempre più vitale per l’economia locale. Negli ultimi quindici giorni, sono stati registrati tre omicidi di giovanissimi, sotto i colpi di altri ragazzi, facendo scattare allarmi tra commercianti e operatori del settore turistico. Le autorità locali sono state chiamate a riflettere sulla necessità di interventi immediati per frenare questo preoccupante fenomeno.
L’allarme degli operatori turistici
La recente sparatoria avvenuta in via Tribunali ha destato grande allerta tra gli operatori turistici. Agostino Ingenito, presidente di Abbac, ha riportato le preoccupazioni espresse da numerosi turisti che, a seguito dell’episodio violento, hanno comunicato l’intenzione di lasciare anticipatamente le strutture ricettive nella storica area della città . Le testimonianze indicano una chiara tendenza di vacanzieri che, di fronte alla possibilità di incorrere in eventi simili, considerano alternative più sicure. La sicurezza del centro storico, elemento cruciale per attrarre visitatori, è ora messa a repentaglio da questa sequenza di eventi.
Secondo Massimo Di Porzio, presidente di Confcommercio Napoli, l’immagine di Napoli come meta turistica rischia di subire un colpo durissimo. L’inevitabile diffusione di racconti su episodi di violenza, oltre ad intimorire i futuri visitatori, crea un danno d’immagine che può permanere a lungo. Anche Vincenzo Schiavo, presidente di Confesercenti Campania, conferma che le disdette stanno aumentando e i turisti sono sempre più ansiosi. Questi fatti di cronaca influiscono sulle scelte di viaggio, complicando ulteriormente la situazione economica della città .
Le dichiarazioni di commercianti e ristoratori
Raffaele Del Gaudio, titolare del ristorante “Cala la pasta” e testimone di atti violenti nei pressi della sua attività , esprime la preoccupazione per una situazione che sembra fuggire di mano. La mancanza di telecamere di sorveglianza nella zona, nonostante le promesse di finanziamenti pubblici, dimostra un deficit di volontà nel garantire la sicurezza. Del Gaudio sottolinea l’importanza di un intervento sociale più che repressivo, partendo dalla convinzione che i turisti sono una risorsa preziosa da proteggere e non da considerare come obiettivi di atti criminali.
La situazione in via Tribunali non è isolata; è il riflesso di una più ampia problematica culturale che rispecchia un clima di impunità tra i giovani. I commercianti lamentano una percezione di insicurezza crescente che influisce, al di là del disagio personale, sulla loro attività economica. Se il numero di turisti diminuisce, l’intera economia locale ne risente.
Un problema culturale e di sicurezza
Il dibattito sulla violenza giovanile a Napoli si intreccia con questioni più ampie di giustizia sociale e sicurezza. Diverse associazioni di categoria hanno sollecitato un intervento delle forze dell’ordine, chiedendo un incremento della presenza nel territorio come misura preventiva. La violenza di strada è vista non solo come un problema di ordine pubblico, ma anche come una questione culturale da affrontare con interventi sul lungo termine.
Secondo Pasquale Russo, presidente di Confcommercio Campania, è essenziale comprendere che per alcuni giovani sparare diventa una forma di affermazione. La situazione è ulteriormente aggravata dalla dinamica di gruppo, dove i ragazzi tendono a rinforzarsi a vicenda per compiere atti criminogeni, creando un ambiente tossico e pericoloso.
Le istituzioni sono quindi chiamate a rispondere non solo con misure di repressione, ma anche con strategie pensate per affrontare le radici culturali del problema. Un maggiore coinvolgimento delle forze di polizia, la promozione di iniziative di integrazione sociale e il potenziamento dell’educazione potrebbero rappresentare chiavi fondamentali per riportare Napoli alla ribalta come città sicura e accogliente.