Oltre duemila persone hanno partecipato al Duomo di Napoli per l’inaugurazione del Giubileo, un momento di grande significato per la comunità. Al centro di questa celebrazione si è distinta la croce di Lampedusa, realizzata con legno di barche utilizzate dai migranti. Questo evento ha messo in luce il tema dell’inclusione sociale e della speranza, elementi essenziali per la missione della Chiesa.
La cerimonia al Duomo di Napoli
La cattedrale di Napoli ha accolto oltre duemila fedeli che, con grande partecipazione, hanno assistito all’apertura della porta santa. La cerimonia, condotta dall’arcivescovo Domenico Battaglia, ha visto la presenza di circa trecento parroci, il sindaco Gaetano Manfredi, l’assessore Teresa Armato e il prefetto Claudio Di Bari, insieme a un vasto pubblico di cittadini. La grande affluenza ha testimoniato l’importanza del Giubileo nella vita spirituale e sociale della città.
La croce di Lampedusa, simbolo centrale della celebrazione, è stata portata in processione da un gruppo di giovani, creando un momento di forte impatto emotivo e simbolico. Questa croce rappresenta non solo le sofferenze di chi cerca una vita migliore, ma diventa anche un simbolo universale delle speranze di tutti coloro che vivono in situazioni di vulnerabilità e difficoltà.
Un messaggio di inclusione e solidarietà
Durante l’omelia, l’arcivescovo Battaglia ha sottolineato l’importanza del Giubileo come “cammino di speranza e promessa”. La sua proclamazione ha messo in evidenza l’intento della Chiesa di promuovere l’amore e l’accoglienza: “Nessuno sia escluso dall’amore”, ha detto, richiamando l’attenzione su come ogni persona, indipendentemente dalla propria storia e provenienza, meriti dignità e rispetto.
Battaglia ha invitato i presenti a riflettere su un concetto fondamentale: l’inclusione non è solo un dovere morale, ma un percorso condiviso da intraprendere insieme. La croce di Lampedusa, simbolo di chi attraversa il Mediterraneo in cerca di speranza, rappresenta anche l’impegno della comunità napoletana a non dimenticare i più fragili. In questo modo, il Giubileo diventa un’opportunità per rinnovare il senso di comunità e di accoglienza.
Il Giubileo della speranza
Il Giubileo di Napoli, definito “Giubileo della speranza”, si propone come un momento di riflessione sulla missione della Chiesa e sull’urgenza di costruire una comunità che gestisca l’ascolto e l’accoglienza. L’arcivescovo Battaglia ha evidenziato che l’azione della Chiesa non deve limitarsi alla predicazione, ma deve concretizzarsi in gesti reali di aiuto nei confronti di chi vive in difficoltà.
Il messaggio è chiaro: il cammino di speranza deve partire dagli ultimi, da chi vive ai margini della società. L’impegno della Chiesa di Napoli, in un contesto sociale complesso, è quello di essere un faro di luce per tutti coloro che si trovano in situazioni precarie, in particolare per i migranti e i più bisognosi.
Battaglia ha affermato che questa missione è essenziale per affrontare le sfide quotidiane di inclusione sociale e lotta alla povertà. La celebrazione del Giubileo si configura dunque come una chiamata all’azione, un invito a mettersi al servizio degli altri e a non dimenticare mai l’aspetto umano e solidale che deve caratterizzare ogni comunità.