La sicurezza dei calciatori a Napoli emerge come un tema sempre più preoccupante. Recentemente, il difensore del Napoli, Juan Jesus, ha denunciato un tentato furto della sua automobile avvenuto nel capoluogo campano. Attraverso i social, il calciatore ha espresso la sua angoscia per la situazione, rivelando episodi che sembrano mettere in evidenza una crescente precarietà per gli sportivi della città. Questo articolo analizza i dettagli del caso e il contesto più ampio dei furti e delle rapine che coinvolgono i giocatori del Napoli.
Juan Jesus ha condiviso l’episodio di cui è stato vittima con diversi post su Instagram, accompagnando le sue parole con un video che mostra l’auto scassinata. Ha scritto: “Sicurezza zero, pedinato per quasi un mese, oggi hanno provato a portare via la macchina.” La frustrazione traspare in ogni parola, sottolineando i continui atti di vandalismo e la mancanza di tranquillità che vive: “Purtroppo, in una città così bella non mi sentirò mai più al sicuro.” Il calciatore ha anche rivelato di aver trovato ben cinque Airtag, dispositivi di localizzazione, all’interno della sua vettura, a testimonianza di un evidente stalking nei suoi confronti. Ha espresso il suo disgusto per l’intrusione nella sua vita privata, rivelando quanto sia difficile convivere con la consapevolezza di essere costantemente monitorato da delinquenti.
L’episodio di Juan Jesus non è un caso isolato, ma parte di un fenomeno più ampio che ha interessato numerosi calciatori e familiari del Napoli. La reiterata violazione della loro sicurezza ha sollevato interrogativi sull’efficacia delle misure di protezione e sulla qualità della vita nella città campana, nota per i suoi paesaggi e la sua cultura, ma ora macchiata da eventi inquietanti.
L’incidente di Juan Jesus segue di alcune settimane il furto subito da David Neres, rapinato dopo una gara casalinga. Questi episodi non sono isolati e rappresentano solo la punta dell’iceberg di un trend allarmante. Negli ultimi anni, una lunga lista di calciatori del Napoli ha subito furti e rapine, incluse vittime illustri come Marek Hamsik, a cui fu sottratta una BMW X6 nel 2009, e Edinson Cavani, che ha subito furti sia nella sua abitazione che durante la permanenza in città.
Nel 2009, Hamsik visse un’incidente simile quando la moglie subì il furto di un orologio da 25.000 euro, ma, fortunatamente, il prezioso oggetto fu poi ritrovato. A confermare l’idea che Napoli stia diventando un terreno fertile per i malviventi ci sono anche le esperienze di altri noti calciatori come Marcelo Zalayeta e Camilo Zuniga, entrambi derubati in violazioni delle loro abitazioni, con furti di pezzi d’oro e articoli di valore.
Continuando nella lista, nel 2016 Lorenzo Insigne fu aggredito da due ladri in scooter mentre rientrava a casa. Anche l’attaccante Arkadiusz Milik nel 2018 ha vissuto un’esperienza traumatica quando gli è stato rubato un Rolex del valore di circa 8.000 euro. Se a questo si aggiungono gli atti vandalici al garage e alle automobili di molti altri giocatori, si delinea una realtà inquietante che evidenzia il problema della sicurezza in città.
Gli episodi di furto e violenza ai danni dei calciatori non solo mettono a rischio la loro incolumità, ma creano anche un clima di paura e sfiducia tra i tifosi e i membri della comunità calcistica. Calciatori ben noti, che dovrebbero rappresentare una fonte di ispirazione per i giovani, si trovano a vivere in un contesto di vulnerabilità, dove la violenza sembra diventare un accessorio della quotidianità.
Tutti questi eventi non passano inosservati e portano a riflessioni importanti sulle politiche di sicurezza nella gestione degli eventi pubblici e privati, sul miglioramento dei sistemi di sorveglianza e, soprattutto, sulla creazione di un ambiente più sicuro per tutti. La speranza è che attraverso l’attenzione mediatica e l’impegno delle autorità, si possano attuare soluzioni efficaci per garantire una maggiore sicurezza sia ai calciatori sia ai cittadini.