A Napoli, nel cuore pulsante del capoluogo campano, si svolge una lotta sotterranea contro il fenomeno del borseggio, che assume toni di rilevanza soprattutto durante la stagione estiva. Il recente intervento delle forze dell’ordine ha messo in luce uno spaccato di vita – e crimine – rappresentato da coloro che scelgono di vivere di espedienti. In questo articolo, approfondiamo la testimonianza di Salvatore, un scippatore di 45 anni che racconta con sincerità la sua vita e il modo in cui il suo lavoro si intreccia con le dinamiche sociali e criminali di Napoli.
il dispositivo di sicurezza in azione
L’arrivo delle unità Polmetro
L’operazione di contrasto ai borseggiatori ha preso avvio con l’integrazione di unità specializzate, le Polmetro, che operano per garantirne la sicurezza negli spostamenti dei cittadini e dei turisti sulle tratte metropolitane. Lunedì, gli agenti in borghese hanno monitorato l’affollata linea 182, un’importante arteria che collega l’aeroporto di Capodichino al centro città. Alcune segnalazioni giunte al commissariato di Secondigliano avevano messo in allerta le forze dell’ordine riguardo all’attività di due anziani borseggiatori, nelle vicinanze del terminal.
L’intervento decisivo delle forze dell’ordine
Grazie all’attenzione e all’addestramento degli agenti, un furto ai danni di una turista straniera è stato sventato. Antonio C. e Vincenzo T., entrambi con precedenti penali, sono stati arrestati e denunciati, inviando un chiaro messaggio a coloro che tentano di sfruttare la buona fede dei viaggiatori. Tuttavia, questo episodio rappresenta solo un tassello di un problema ben più ampio, in un contesto dove la presenza di borseggiatori sembra aumentare esponenzialmente durante le vacanze estive.
l’economia del crimine e il mercato del borseggio
Le cifre del fenomeno
Il borseggio, in particolare, si presenta come un’attività criminale redditizia, che attira numerosi individui in cerca di guadagni rapidi. Secondo le stime degli investigatori, i guadagni mensili di uno scippatore possono raggiungere anche ottomila euro. Tuttavia, questi importi sono soggetti a riduzioni da parte delle “tasse” imposte dalla camorra, l’organizzazione mafiosa che esercita il controllo su queste attività illecite. La logica è semplice: nessuna operazione criminosa può avvenire senza l’approvazione dei boss locali.
La testimonianza di Salvatore
Salvatore, scippatore da anni, ha raccontato con franchezza la sua storia di vita. Cresciuto nel quartiere di Secondigliano, ha abbandonato la scuola per dedicarsi a un’attività che ha reso per lui un’opzione di sopravvivenza. “Ho iniziato a guadagnarmi qualcosa con i furti”, ha dichiarato, rivelando come la sua professione si sia evoluta nel tempo. “Ho provato le truffe”, aggiunge, “ma non ero bravo con le parole. Con le mani, invece, non mi batte nessuno.”
Eppure, il suo approccio al crimine sembra essere guidato da un codice morale: “Le armi e la violenza mai,” afferma con orgoglio. Per Salvatore, il borseggio è quasi un’arte, una forma di abilità che richiede destrezza e un certo tipo di astuzia.
il territorio: i luoghi del crimine
I quartieri più redditizi
Per quanto riguarda la geografia del borseggio, Salvatore non esita a indicare i quartieri più proficui. Chiaia, Vomero e rione Alto si rivelano zone privilegiate, grazie alla presenza di cittadini benestanti e turisti. La strategia dei borseggiatori, in particolare durante l’estate, si basa su un’attenta divisione territoriale: “Ci dividiamo le zone d’estate. C’è chi si occupa della stazione, chi dell’aeroporto e chi si posiziona agli imbarchi del Beverello,” spiega, evidenziando come i turisti rappresentino una risorsa fondamentale per gli scippatori.
La riflessione sulle vittime e sui Rolex
In questa geografia del crimine, Salvatore mette in evidenza la cautela con la quale si approccia a determinati obiettivi. “Per strappare un orologio ci vuole forza, si fa violenza. Io non lavoro così,” sostiene, ignora volutamente un campo di attività che richiede non solo abilità ma anche un’altezza morale meno proclama. Per lui, il borseggio rimane un’arte da praticare con eleganza, dove la vera sfida è eludere l’attenzione delle autorità.
In questo contesto, la vita di un borseggiatore emerge come una danza tra opportunità e rischi, in un ecosistema violento ma affascinante che continua a caratterizzare le dinamiche quotidiane di Napoli.