Napoli in allerta per ondata di violenza: tre giovani uccisi in due settimane

Negli ultimi quindici giorni, Napoli ha vissuto un’escalation di violenza che ha colpito profondamente la comunità, con tre giovani vittime della sparatoria e numerosi feriti, molti dei quali minorenni. La situazione allarmante è emersa tra diversi eventi di violenza armata, spesso legati a bande giovanili e, in alcuni casi, alla camorra. Questo articolo esplorerà gli incidenti mortali, il contesto violento e l’influenza della criminalità organizzata sui giovani a Napoli.

Tre omicidi di giovani in rapida successione

L’ultimo omicidio ha visto come vittima Arcangelo Correa, un ragazzo di 18 anni, ucciso il 9 novembre in via Tribunali, a Napoli. Colpito alla fronte, Correa è deceduto poche ore dopo in ospedale. Le prime indagini condotte dalla Squadra Mobile hanno portato all’identificazione di due giovani, presenti al momento della sparatoria, uno dei quali ha affermato che il colpo fosse partito involontariamente mentre si maneggiava un’arma.

Questo tragico evento si aggiunge all’omicidio di Santo Romano, 19 anni, avvenuto il 2 novembre. Romano è stato ferito da un 17enne in seguito a un litigio apparentemente banale riguardo una scarpa sporca. I testimoni riferiscono che Romano stesse cercando di mediare il conflitto quando è scattato il colpo. Il giovane assassino ha poi affermato di essere stato spaventato e di aver aperto il fuoco per difendersi.

Un’altra vittima, Emanuele Tufano, solo 15 anni, è stato ucciso la notte del 24 ottobre mentre fuggiva per le strade di Napoli. L’incidente ha coinvolto una sparatoria tra bande giovanili, segno di una preoccupante diffusione della violenza tra minori nelle strade della città.

Un aumento di ferimenti tra minorenni

Oltre agli omicidi, Napoli ha visto un aumento del numero di ferimenti tra i più giovani. Negli ultimi cinque mesi, numerosi incidenti con armi da fuoco e da taglio hanno coinvolto ragazzi, evidenziando la gravità della situazione. Un 20enne è stato portato d’urgenza in ospedale il 26 ottobre dopo aver subito un colpo toccante alla nuca mentre si trovava in auto con amici a Chiaiano. Altri ragazzi, di 15 e 16 anni, sono stati accoltellati in episodi separati, riflettendo un clima di tensione e conflittualità che sembra dilagare tra i giovani.

Ulteriori casi di violenza tra minorenni includono un 15enne accoltellato in piazza Cavour e un 16enne aggredito a Casoria. Complessivamente, solo negli ultimi mesi, si sono verificati svariati episodi simili, dimostrando la crescente vulnerabilità dei ragazzi e il rischio di coinvolgimento in atti criminali.

Giovani coinvolti nella criminalità organizzata

La situazione di violenza giovanile a Napoli non è solo il frutto di conflitti tra bande, ma è anche una testimonianza del reclutamento di ragazzi da parte dei gruppi camorristici. Le forze dell’ordine hanno segnalato casi in cui i minorenni sono stati utilizzati per compiere atti violenti, a volte su ordine di boss giovanissimi. Il ferimento di un 20enne nella zona di Foria ha portato all’arresto di un 14enne accusato di tentato omicidio aggravato, segnalando l’inquietante tendenza dei clan a coinvolgere i più giovani nelle proprie operazioni.

L’omicidio di Gennaro Ramondino, il cui corpo fu ritrovato bruciato a Pianura, racconta una triste realtà in cui un ragazzo di soli 16 anni ha agito su ordine di un boss della zona. Le dinamiche di potere e violenza tra i gruppi giovanili hanno reso molti dei giovani a Napoli non solo vittime, ma anche esecutori in un ciclo di violenza che sembra non avere fine, aggravato dalla facilità di accesso a armi e alla criminalità organizzata.

Napoli si trova quindi ad affrontare una grave emergenza sociale, dove la vita di molti giovani è segnata dalla violenza e dalla criminalità, chiedendo un’attenzione urgente da parte delle autorità competenti e della comunità nel suo complesso.

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Filippo Grimaldi