Napoli nel 2024: la mappa dei clan di camorra e il loro controllo sulla città

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Napoli, una delle città più iconiche d’Italia, continua a vivere sotto l’influenza di numerosi clan di camorra che si contendono il territorio e il controllo delle attività illecite. La recente relazione semestrale dell’Antimafia, pubblicata sul sito del Senato della Repubblica, offre un’analisi dettagliata dello stato attuale della criminalità organizzata nella città partenopea, evidenziando la struttura dei clan e la loro articolazione nei vari quartieri. Questo articolo esplorerà la complessità della camorra a Napoli, la geografia del potere criminale e le dinamiche interne tra i diversi gruppi.

Struttura dei clan di camorra a Napoli

Tre livelli di criminalità organizzata

La recente relazione dell’Antimafia delinea una stratificazione della criminalità nella città di Napoli, suddivisa in tre distinti livelli. Al livello più alto si trovano i due maxi cartelli: l’Alleanza di Secondigliano, composta dai clan Contini, Licciardi e Mallardo, e il clan Mazzarella. Questi due gruppi rivali non solo esercitano il controllo sulle attività illecite, ma si sono anche infiltrati nel tessuto economico legale della città, contribuendo a creare una sorta di oligopolio che garantisce loro legittimazione sociale.

Un livello intermedio è occupato dai numerosi clan e gruppi criminali che operano sotto l’egida di questi cartelli maggiori. Questi clan hanno una certa autonomia operativa e svolgono un ruolo cruciale nella sicurezza della città, agendo in modo spesso violento per il controllo del territorio. Il livello più basso è dominato da gruppi emergenti, caratterizzati da una struttura meno organizzata e da una maggiore predisposizione alla violenza, i quali si contendono porzioni di territorio in un clima di continua conflittualità.

Rilevanza degli omicidi e dei reati

I dati specifici riportati nella relazione dell’Antimafia evidenziano un quadro preoccupante della sicurezza a Napoli. Nel primo semestre del 2023 sono stati registrati otto omicidi in città, con i casi distribuiti tra le varie aree, e 14 ferimenti di diversa gravità. In particolare, il centro storico e le zone limitrofe alla città sembrano essere i punti più caldi per quanto riguarda la violenza legata alla camorra. Complessivamente, la provincia di Napoli ha sperimentato 12 omicidi e 20 ferimenti, espressione di una criminalità in costante evoluzione, spesso legata ai conflitti territoriali tra i vari gruppi.

Il controllo della camorra nei quartieri centrali

Clan attivi nel centro di Napoli

I quartieri centrali di Napoli sono principalmente sotto l’influenza dell’Alleanza di Secondigliano, in particolare del clan Contini. Tra le zone di maggiore controllo si annoverano Vicaria, San Carlo all’Arena e San Lorenzo. Il clan Mazzarella, d’altra parte, mantiene il suo predominio nel settore degli stupefacenti e delle estorsioni nei mercati locali. Entrambi i gruppi sono accorti nel reimpiego di capitali illeciti, fondando le proprie attività in un contesto di crescente legalizzazione.

In questo quadrante, la situazione è ulteriormente complicata dalla presenza di tante famiglie legate ai diversi cartelli, che funzionano da articolazioni locali sia per il clan Mazzarella che per l’Alleanza di Secondigliano. La variabilità della situazione è esacerbata dalla nascita di nuove realtà criminali, come la “Paranza dei Quartieri Spagnoli,” che ha consolidato il suo potere attraverso alleanze strategiche e collaborazioni con altri clan.

Le dinamiche interne a questi sistemi criminali si traducono spesso in scontri violenti, con le corrispondenti ripercussioni sulla popolazione locale. La questione della sicurezza nei quartieri centrali diventa, quindi, cruciale per il futuro della città, mentre le forze dell’ordine intensificano i controlli e le operazioni per contrastare la criminalità.

I clan nel nord di Napoli

Influenza dei clan a Secondigliano e nelle aree limitrofe

Nel nord di Napoli, il clan Licciardi continua a operare con una struttura ben definita, esercitando il controllo su zone come Secondigliano e Miano. Nonostante le recenti decapitazioni ai vertici del clan, la loro rete rimane operativa, creando una difficoltà per le forze dell’ordine. La presenza del clan Di Lauro, storicamente noto, non viene meno, grazie alla rete di alleanze contraffatte. Scampia, altro quartiere segnalato, è teatro di una lotta interna tra diverse realtà criminali, compresi i Vanella Grassi e gli Abbinante.

A Chiaiano e Marianella, la situazione si presenta particolarmente conflittuale, con tentativi di espansione da parte della famiglia Roselli, legata agli Amato-Pagano. La presenza di più clan rivali all’interno della stessa area porta a una competizione non solo per il controllo del territorio, ma anche per il predominio nelle attività illecite. Le stesse dinamiche di conflitto si estendono a Vomero e Arenella, dove il recente arresto di un leader di un clan ha destabilizzato il già fragile equilibrio di potere.

La camorra a Napoli est e nelle aree occidentali

Clan di camorra est ed ovest

A Napoli est, i clan D’Amico e Rinaldi si contendono le aree di San Giovanni a Teduccio e Barra. Il clima di rivalità è acuito da un compromesso tra i vari gruppi, creando nuovi cartelli criminali. In particolare, il clan D’Amico, sotto la tutela dei Mazzarella, ha mostrato una notevole resilienza nonostante le pressioni delle forze dell’ordine. A Barra, il clan Cuccaro-Aprea si distingue per la sua notevole capacità militare e un ampio arsenale di armi.

Nelle aree occidentali, i clan Esposito e Calone-Marsicano si fronteggiano attivamente in quartieri come Bagnoli e Fuorigrotta. A Bagnoli, la domina dei clan Esposito si è attuata in modo definitivo, mentre il clan Giannelli mantiene una presenza attiva e competitiva a Fuorigrotta. I continui scontri per il predominio sul mercato della droga e delle estorsioni mostrano che la situazione rimane tesa e instabile.

Nel Rione Traiano, la competizione tra i clan Sorianiello e Cutolo evidenzia un aumento dell’attività criminale e delle vendette, mentre il controllo sulle piazze di spaccio continua a essere una fonte di reddito per i gruppi organizzati. La relazione dell’Antimafia non solo ha delineato la mappa della camorra a Napoli, ma ha anche messo in luce l’urgenza di interventi mirati per fronteggiare una criminalità che si rinnova e si adatta continuamente.

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Redazione