In un episodio che ha scosso la comunità di Napoli, l’influencer e pittrice kirghisa Taghera ha denunciato di essere stata minacciata con una pistola durante una passeggiata. L’incidente, avvenuto lunedì sera, è stato raccontato dalla giovane di 27 anni attraverso due video pubblicati sul suo profilo TikTok, dove ha un seguito di quasi 400mila follower. La vicenda mette in luce non solo la crescente insicurezza nelle strade di Napoli, ma anche la forza e la resilienza di Taghera, che ha condiviso la sua esperienza con sensibilità e coraggio.
Taghera racconta la sua drammatica esperienza in uno dei video, identificando il momento esatto in cui un uomo con il volto coperto le ha puntato l’arma alla testa. È evidente che l’atto non era finalizzato a una rapina: l’aggressore è rimasto immobile con la pistola puntata per oltre un minuto, lasciando Taghera in uno stato di terrore e confusione. Nella sua testimonianza, sottolinea il contesto della situazione: “Ho iniziato a urlare, il mio cane abbaiare e lui continuava a guardarmi con la pistola puntata.” Questo tragico episodio solleva interrogativi sulla sicurezza pubblica e sulla libertà di movimento nella capitale campana, già oggetto di numerose discussioni e dibattiti.
Originaria del KIRGHIZISTAN, Taghera si è trasferita a Napoli sei anni fa nella speranza di costruirsi una vita migliore. Cresciuta in orfanotrofio dopo che la madre l’aveva abbandonata e il padre era stato assassinato, la giovane artista ha lottato con molteplici ostacoli. Nonostante le sfide che ha dovuto affrontare, Taghera ha trovato una voce attraverso la pittura e i social media, riuscendo a connettersi con un vasto pubblico. Il suo approccio genuino e ironico alla vita ha attratto molti follower, rendendo la sua esperienza ancora più significativa nel contesto della sua recente traumatizzazione.
Dopo l’episodio, Taghera ha ricevuto un forte supporto dai suoi follower e dalla comunità locale. Nel secondo video postato, ha espresso gratitudine per le persone che sono accorse in suo aiuto subito dopo il brutto incontro. Alcuni residenti hanno reagito portandole dell’acqua e rassicurandola, dimostrando così solidarietà in un momento di grande bisogno. La rapida reazione di alcuni passanti si è rivelata fondamentale per il suo benessere, poiché ha permesso alla giovane di sentirsi meno sola e vulnerabile.
Nonostante la giustizia sia un obiettivo ambizioso, la giovane ha cominciato a esprimere le sue riserve riguardo alla denuncia dell’incidente. Taghera ha infatti spiegato che, a causa della paura di ricadere nella stessa situazione, non si è sentita di rivolgersi subito alle autorità. La Polizia ha successivamente cercato di contattarla ma senza successo, poiché la giovane non abita nella zona in cui è avvenuto l’aggressione. Questo solleva preoccupazioni circa l’efficacia delle forze dell’ordine nel garantire la sicurezza pubblica e nel sostenere le vittime.
Le parole di Taghera rivelano il profondo impatto emotivo di questo incontro terrificante. “Ho paura di dormire perché temo di fare incubi,” ammette, mostrando come la violenza possa lasciare cicatrici durature nelle vittime. Nonostante la giovane artista affermi di sentirsi leggermente meglio, è chiaro che questo episodio potrebbe influenzare il suo modo di vivere in futuro. La sua vita quotidiana, una volta segnata dalla creatività e dall’energia, è ora pervasa dalla paura e dall’ansia, rispecchiando una realtà che molti cittadini di Napoli possono riconoscere.
In ogni caso, c’è da sperare che Taghera riesca a trovare la strada verso una ripresa. La sua capacità di comunicare attraverso i social media e di ispirare altri nonostante le avversità rappresenta un esempio di resilienza. La storia di Taghera non solo mette in evidenza la necessità di una società più sicura, ma invita anche a riflettere sull’importanza del supporto reciproco in tempi di crisi. La giovane artista continua a lottare per la sua sicurezza e per l’espressione della sua arte, rappresentando un simbolo di speranza e determinazione in una situazione così complessa.