La qualità della vita nelle province italiane continua a rappresentare un tema di dibattito acceso e, ancora una volta, Napoli fa i conti con un risultato deludente. Secondo la classifica annuale pubblicata dal Sole 24 Ore, la provincia partenopea si posiziona al 106° posto nel 2024, una posizione che segna un ulteriore arretramento rispetto all’anno precedente e che la colloca solitaria nella penultima posizione, davanti solo a Reggio Calabria. Questo fatto solleva interrogativi su come una città con un forte flusso turistico e visibilità mediatica possa faticare così tanto nel garantire un benessere concreto ai suoi abitanti.
Ogni anno dal 1990, il Sole 24 Ore pubblica una classifica della qualità della vita basata su ben 90 indicatori suddivisi in sei aree principali: ricchezza e consumi, affari e lavoro, demografia e società, ambiente e servizi, giustizia e sicurezza, cultura e tempo libero. Questi criteri offrono un’analisi approfondita della condizione di vita nelle diverse province italiane. Per il 2024, Bergamo ha conquistato il primo posto, dimostrando solidi risultati in quasi tutti i settori analizzati. Tuttavia, il fondo della classifica viene ancora dominato da province del Mezzogiorno, con Napoli che continua a soffrire in diverse aree critiche come giustizia e sicurezza, ricchezza e consumi, nonché ambiente e servizi.
La persistente difficoltà di Napoli nel migliorare gli indicatori di qualità della vita crea un contrasto netto con il crescente appeal turistico della città. Luoghi iconici, produzioni cinematografiche di successo e una cultura vibrante sembrano non bastare a garantire un ambiente vivibile e sicuro per i residenti. Questa discrepanza evidenzia come l’attrattiva esterna non si traduca in un miglioramento delle condizioni di vita quotidiane per chi risiede a Napoli.
Se Napoli è penultima, la situazione non è rosea nemmeno per altre province della Campania. Caserta si trova al 101° posto, registrando una perdita di tre posizioni rispetto al 2023. Anche Salerno ha subito un colpo, scivolando al 92° posto, con un arretramento di quattro posizioni. Tuttavia, non tutte le notizie sono negative. Le province di Avellino e Benevento mostrano un trend positivo: Avellino guadagna sei posizioni e si colloca al 73° posto, mentre Benevento avanza di due posizioni, attestandosi al 76°. Questi risultati suggeriscono che ci possono essere progressi, anche nel Sud Italia, sebbene siano ancora limitati.
La diversità nelle performance tra le province campane mette in luce un quadro complesso. Mentre alcune aree mostrano segni di recupero, altre continuano a trovarsi in difficoltà. La sfida rimane quella di incentivare un cambiamento duraturo che possa portare a un miglioramento complessivo della qualità della vita nel territorio.
Il report del Sole 24 Ore porta alla luce, ancora una volta, il divario strutturale che divide il Nord e il Sud del Paese. Le province settentrionali occupano le prime posizioni della classifica, con risultati eccellenti in vari ambiti, mentre quelle meridionali, inclusa Napoli, faticano con situazioni di disoccupazione, infrastrutture carenti e problemi ambientali. Questa disparità è lontana dall’essere risolta e richiede interventi strategici mirati.
Napoli, nonostante le sue ricchezze culturali ed economiche, ha bisogno di piani d’azione concreti e di un impegno che vada oltre il richiamo turistico. Investire nella struttura sociale e nei servizi pubblici è fondamentale per migliorare realmente le condizioni di vita dei cittadini partenopei. La questione della qualità della vita è complessa, e le soluzioni efficaci possono arrivare solo da politiche pensate per risolvere i problemi strutturali che affliggono il territorio.