Napoli, sgomberi alle Vele di Scampia: protesta delle famiglie in difficoltà abitative

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L’arrivo degli avvisi di sgombero a Napoli segna un nuovo capitolo nella complessa questione delle Vele di Scampia. Le autorità comunali hanno notificato ai residenti della Vela Rossa e della Vela Gialla che alcune abitazioni sono da ritenersi inagibili. Questo provvedimento, oltre a sollevare interrogativi sulla gestione del patrimonio abitativo nella zona, mette in luce il dramma di centinaia di famiglie senza una soluzione abitativa.

Gli avvisi di sgombero: un passo verso l’inagibilità dichiarata

La notifica mattutina

In un’azione che ha sorpreso non poco i residenti, il Comune di Napoli ha inviato intorno alle 7 del mattino avvisi di sgombero per 40 alloggi situati nelle due Vele di Scampia. Le notifiche rappresentano un attrito per gli abitanti, già provati dalla precarietà abitativa. “La carta che ci hanno consegnato è un avviso di inagibilità,” afferma Emanuela, residente della Vela Rossa. La comunicazione anticipava il passaggio da un avviso informale a un vero e proprio sfratto, previsto per l’immediato futuro.

La situazione si complica ulteriormente considerando che, secondo Bruno, un inquilino di lunga data, l’azione del Comune sembra essere un mero “atto di facciata”. “La metà delle case per cui sono arrivati gli avvisi sono già vuote da anni,” dichiara. La questione della sicurezza degli edifici sembra quindi avere radici più profonde, risalenti a preoccupazioni espresse già nel 2016, quando l’allora sindaco de Magistris aveva emesso un’ordinanza di sfratto per gli stessi edifici.

La crisi abitativa a Scampia

L’azione di sgombero non è soltanto un problema di edilizia inadeguata, ma è anche il riflesso di una crisi abitativa che colpisce centinaia di famiglie nel quartiere. Molti di loro si trovano a fronteggiare non solo il rischio di perdere la propria abitazione, ma anche la difficoltà di reperire nuove sistemazioni. La mancanza di opzioni abitative in un contesto già segnato da stigmi sociali rende la situazione ancora più complessa.

Le famiglie residenti nelle Vele devono affrontare una duplice difficoltà: la prima è l’inevitabilità dello sgombero e la seconda è la ricerca di un nuovo posto in cui vivere. Molte delle famiglie non hanno ricevuto risposte soddisfacenti dalle istituzioni, alimentando una sensazione di incertezza e vulnerabilità.

I contributi comunali e le loro limitazioni

Le opzioni di sostegno

Per le famiglie costrette a lasciare le Vele, il Comune offre un contributo per la sistemazione autonoma. L’importo del sussidio varia, oscillando tra i 400 e i 1.000 euro a seconda della composizione del nucleo familiare. Tuttavia, nonostante queste misure, molti ritengono che tali somme non siano sufficienti per trovare un’abitazione.

Alessia, residente della Vela Gialla, spiega la situazione da un punto di vista pragmatico: “Solo col sussidio non ci vogliono dare la casa. I proprietari vogliono buste paga e altre garanzie. E non vogliono le famiglie con più figli, massimo due.” Questa segmentazione delle famiglie in base alla grandezza fa presagire una discriminazione sociale ben radicata, con risvolti delicati per la gestione della crisi.

L’esperienza degli sfollati

Questa percezione di esclusione si amplifica ulteriormente quando si considerano le esperienze di chi ha già abbandonato la Vela Celeste. A partire da agosto, diverse famiglie non sono riuscite a trovare un alloggio nonostante la disponibilità del contributo. Francesco, padre di tre figli, afferma che solo una minoranza è riuscita a ottenere una nuova sistemazione. “Ho la busta paga da lavoratore edile, ma ho trovato solo porte chiuse.”

Le narrazioni delle famiglie sfollate riflettono una difficoltà maggiore di quella prevista dai piani comunali, alimentando il senso di precarietà e assenza di opportunità per i residenti.

Il rischio di divisione tra le famiglie

La spaccatura interna

La situazione attuale ha il potenziale di creare una frattura all’interno della comunità delle Vele. Mentre alcuni residenti potrebbero accettare i contributi proposti, altri potrebbero rifiutarli per cercare soluzioni diverse o più adeguate. Le risposte delle istituzioni e la gestione delle politiche abitative emergono come elementi fondamentali per coordinare il sostegno agli sfollati.

I residenti hanno una richiesta chiara e diretta: vogliono andarsene con dignità. Emanuela esprime la volontà di vedere progressi concreti nei lavori di riqualificazione previsti e confida nel miglioramento della situazione abitativa.

Le famiglie coinvolte stanno vivendo un momento cruciale che richiede un ascolto attento e un’azione coordinata da parte delle autorità locali. La questione delle Vele di Scampia non è solo un tema di edilizia pubblica ma un caso emblematico delle sfide che centinaia di famiglie affrontano quotidianamente in cerca di stabilità e supporto.

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