Dal 29 novembre al 1° dicembre, Napoli ospiterà Mediterraneo Contemporaneo con l’evento Palestin.arte, una rassegna che si snoda tra Palazzo Giusso e Sala Assoli. Questo evento segue la tappa di Salerno , dove sono state toccate tematiche di grande rilevo, preparando il terreno per l’approfondimento a Napoli. La manifestazione mette in evidenza la cultura palestinese, sottolineando l’importanza della resistenza attraverso l’arte in un contesto di oppressione.
Mediterraneo Contemporaneo è un’iniziativa che, in anni passati, ha esplorato le culture di diverse nazioni del Mediterraneo, inclusi Libano, Turchia e Tunisia. Quest’anno, il focus è sulla Palestina e la sua storia complessa di oppressione e colonizzazione. Il progetto si propone di raccontare il popolo palestinese e la sua ferrea volontà di preservare identità e cultura. A Napoli, gli eventi previsti sono molteplici e abbracciano diversi ambiti come giornalismo, cinema, poesia, arte, cucina e teatro, permettendo al pubblico di immergersi in una realtà sinonimo di difficoltà ma anche di speranza.
Un ruolo centrale nel progetto è ricoperto da Maria Rosaria Greco, curatrice che crede fortemente nella cultura come forma di resistenza. Nel suo intervento, sottolinea come dal XIX secolo la Palestina sia stata sistematicamente oppressa, eppure continui a lottare per la sua identità culturale. Greco richiama l’attenzione sulla storicità del conflitto, facendo riferimento a figure iconiche della letteratura e del pensiero, come Pier Paolo Pasolini, il quale considerava la cultura araba come un “Altro” assoluto e una roccaforte etica.
Igina Di Napoli, direttore artistico di Casa del Contemporaneo, evidenzia come il progetto si inserisca in un contesto artistico volto a valorizzare le differenze culturali. L’arte, in questo senso, diviene un’azione di impegno civile. Con la tendenza di abbracciare le diversità come una ricchezza, si sottolinea come la cultura debba essere vista come un diritto fondamentale. Palestin.arte rappresenta un atto di solidità nei confronti della Palestina e del suo diritto a vivere in libertà e dignità, stimolando il dialogo non solo a livello locale, ma anche internazionale.
La rassegna comprende importanti partnership con istituzioni accademiche, tra cui l’Università degli Studi di Salerno e l’Università di Napoli “L’Orientale”, insieme a collaborazioni con collettivi artistici locali come iMorticelli e Lisistrata. Queste sinergie danno vita a un programma robusto, capace di attrarre un pubblico diversificato e di generare riflessioni significative sulle attuali dinamiche sociali e culturali.
La manifestazione ha inizio il 29 novembre con un doppio evento. Alle 14.30, in Aula 3.5 di Palazzo Giusso, esperti come Iain Chambers, Ruba Salih e Maria Rosaria Greco affronteranno il tema delle “coordinate coloniali del genocidio palestinese”, esplorando le radici storiche del conflitto. La giornata si concluderà alle 20.30 con un reading di poesia in Sala Assoli, dove la poetessa Jumana Mustafa dialogherà con Omar Suleiman e Maria Rosaria Greco, accompagnati dalla musica del talentuoso Tarek Salameh.
Il 30 novembre, alle 20.30, Ruba Salih presenterà la figura di Salwa Salem, scrittrice e attivista, con reading tratti dal suo libro “Col vento nei capelli”. Questo appuntamento sarà arricchito da un live DJ-set e un’esibizione musicale di Sergio Di Leo, creando un’atmosfera vibrante che mescola letteratura e musica.
Il gran finale si terrà il 1° dicembre, sempre in Sala Assoli, alle 18.00, con una celebrazione del cinema e della cucina palestinese. Dopo la proiezione del film “Gaza mon amour”, il celebrato chef Omar Suleiman guiderà una serata gastronomica, accompagnata dalla musica di Tarek Salameh. Un’iniziativa che non solo arricchisce culturalmente il pubblico, ma sostiene anche una causa importante: il ricavato sarà devoluto all’acquisto di un’ambulanza per Gaza, testimoniando l’impegno solidale e umanitario dell’evento.