Nasce il podcast “Noi siamo coraggio” per dare voce a chi lotta contro minacce e censura

Il podcast “Noi siamo coraggio. Storie senza censura”, realizzato per Rai Play Sound, si pone come un’importante piattaforma per raccontare le storie di attivisti e giornalisti in pericolo. La prima puntata, con la presentazione avvenuta all’Auditorium della Rai di Napoli, è caratterizzata da testimonianze toccanti e importanti riflessioni su libertà di stampa e diritto di informazione. La narrazione si concentra su chi, dando voce a fatti scottanti, è costretto a fronteggiare minacce e pressioni.

Presentazione del podcast con ospiti di rilievo

La figura di spicco che ha aperto il primo episodio è quella di Stella Morris, moglie del fondatore di WikiLeaks, Julian Assange. Avvocato con un forte impegno per i diritti civili, ha attirato su di sé l’attenzione internazionale per la sua lotta per la libertà di espressione. La sala era gremita di persone che hanno condiviso storie di lotta e resilienza, tra cui Antonio Parlati, direttore del Centro di Produzione di Napoli. L’evento è stato moderato da Laura Costantini e ha visto la partecipazione di Andrea Borgnino, responsabile dei Podcast Originali RaiPlaySound – Ebu Radio. Questi incontri non solo uniscono, ma mostrano quanto sia vitale la testimonianza di chi lavora nel campo dell’informazione, a volte rischiando la vita.

L’autrice del podcast, Désirée Klain, ha messo in evidenza la situazione drammatica della stampa in Campania, dove cinque giornalisti sono attualmente sotto scorta e una ventina ha bisogno di particolare attenzione. Le storie degli intervistati, come quella di Marilena Natale, cronista da anni sotto protezione, evidenziano le sfide quotidiane e l’impatto del crimine organizzato sulla società civile in aree come Napoli.

Testimonianze di chi vive sotto minaccia

Le difficoltà affrontate dai reporter emergono anche con la testimonianza di Youmna El Sayed, giornalista di Al Jazeera. La sua voce, purtroppo distante, ha raggiunto il pubblico attraverso un video montato per l’occasione. La reporter ha sottolineato l’importanza di avere piattaforme internazionali da cui poter condividere le proprie esperienze e le ingiustizie che vive. Questo elemento di connessione globale è centrale nel podcast, che offre un’eco a chi vive situazioni estreme.

Il racconto di Mirella La Magna, fondatrice del Centro sociale Gridas di Scampia, prosegue su questa linea. La Magna, impegnata nei progetti di integrazione culturale, ha rimarcato come l’arte e la cultura possano fungere da strumenti di resistenza e cambiamento in situazioni difficili. Grazie all’impegno di persone come lei, le comunità possono trovare modi creativi per superare le sfide quotidiane.

Storie di resistenza e ricerca della verità

Un altrettanto significativo racconto è quello di Pino Paciolla, padre di Mario Paciolla, un giornalista trovato morto in Colombia nel 2020. La sua famiglia continua a lottare per ottenere chiarezza e giustizia, rifiutando l’idea che la morte del loro giovane possa essere stata un atto suicida. Le parole di Pino risuonano forti, mentre chiede un’inchiesta approfondita, una richiesta che rinnova l’attenzione su quanto possa essere vulnerabile la vita di chi cerca di fare informazione.

Non meno importante è il lavoro di Nino Daniele, ex sindaco di Ercolano che ha messo in atto il “Metodo Ercolano” per combattere il fenomeno del pizzo. La sua iniziativa ha coinvolto la società civile in un movimento di reazione e resistenza, dimostrando come la politica possa intervenire in situazioni di abuso e violenza.

L’impegno globale per i diritti umani e la libertà

L’attenzione si sposta poi su interventi internazionali con la presenza di Zhanna Zhukova, giornalista ucraina ora esiliata a Napoli, che ha condiviso il palco con attivisti come Ola Karinkova e Fatou Diako. Queste donne hanno messo in campo iniziative umanitarie per sostenere i più vulnerabili in aree colpite da conflitti. La resilienza mostrata da chi opera in contesti così critici è testimone di una solidarietà che supera i confini nazionali.

L’impegno di chi si batte per i diritti delle donne, particolarmente in Afghanistan, emerge attraverso le storie di Najeeb Farzad e Barbara Schiavulli. Le loro esperienze invitano a riflettere sull’importanza del lavoro di informazione e sensibilizzazione su tematiche cruciali in contesti di crisi.

Un’analisi della “social camorra”

A chiudere il ciclo di interventi è stata la discussione sul fenomeno della “social camorra“, illustrata da Claudio Mazzone. Un’inchiesta che mette in luce come la criminalità organizzata utilizzi i social media per infiltrarsi nella vita quotidiana, un aspetto che non può essere ignorato nel contesto attuale. La voce di Luigi De Magistris, ex sindaco di Napoli e magistrato, aggiunge un ulteriore livello di complessità a questa problematica.

Questo podcast è un vero e proprio chilometro zero di storie profonde e significative, capace di dare visibilità a chi vive in condizioni di precarietà. La speranza è che queste narrazioni possano contribuire a un dibattito più ampio sulla libertà di stampa e diritti civili a livello mondiale.

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Filippo Grimaldi