La Naspi, principale sussidio di sostentamento per il lavoro, cambia i suoi parametri nel 2025: tutto quello che serve sapere.
La perdita del lavoro è un momento delicato che può causare incertezza finanziaria e mentale. In Italia, l’INPS offre un sostegno finanziario alla NASpI (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego) per coloro che si trovano improvvisamente senza lavoro.
Questa paga mensile è destinata ai dipendenti che hanno perso il lavoro in modo involontario, come licenziamenti individuali o collettivi e, occasionalmente, dimissioni per giusta causa.
Generalmente per ottenerla, è necessario soddisfare alcuni requisiti, tra cui aver lavorato per almeno 13 settimane nei quattro anni precedenti e aver lavorato per almeno 30 giorni nell’ultimo anno. L’importo viene determinato utilizzando la retribuzione media percepita.
Con la nuova manovra del governo, nel 2025 la Naspi subisce un cambiamento strutturale, del quale è importante essere debitamente informati.
Come cambia il sussidio di disoccupazione
Le regole per accedere alla NASpI, l’indennità di disoccupazione, sono state aggiornate, introducendo nuove disposizioni che influenzano anche le assenze ingiustificate dei lavoratori. La NASpI, disciplinata dal D. Lgs. 22/2015, è destinata a coloro che perdono involontariamente il lavoro, inclusi i lavoratori subordinati, come apprendisti, soci di cooperative e dipendenti pubblici. Fino al 2025, tuttavia, l’accesso al bonus è vincolato a requisiti severi, tra cui l’osservanza delle normative riguardanti il licenziamento e le assenze giustificate.
Qualora un lavoratore si assenti senza giustificazione per un periodo superiore a quello stabilito dal contratto collettivo, potrebbe perdere il diritto alla NASpI. In precedenza, il datore di lavoro era tenuto ad avviare una procedura disciplinare in caso di assenze prolungate, ma con le nuove disposizioni non è più obbligato a farlo. L’assenza ingiustificata oltre il termine previsto dal contratto collettivo è ora considerata come una dimissione volontaria, con conseguente perdita del diritto all’indennità.
Nuove novità per la Naspi
Tuttavia, il lavoratore non perde il diritto alla NASpI se l’assenza è giustificata da cause di forza maggiore o da eventi imputabili al datore di lavoro, come la mancata comunicazione delle motivazioni. In tali circostanze, l’obbligo di segnalare l’assenza grava sul datore, il quale deve informare l’Ispettorato Territoriale del Lavoro, che verificherà la legittimità della situazione. Questo impedisce che l’assenza venga considerata come dimissione volontaria e evita la risoluzione automatica del contratto.
Infine, la NASpI consente anche l’avvio di un’attività lavorativa autonoma, a condizione che vengano rispettati limiti di reddito specifici. La nuova normativa, pertanto, richiede una maggiore attenzione nel giustificare le assenze e nel seguire correttamente le procedure per evitare di perdere l’indennità di disoccupazione.